2023-10-19
Un certo ecologismo toglie dignità
Con «Laudate Deum», il Papa esalta la cura della natura, a scapito di quella dell’anima. Un cambio di paradigma che rischia di rendere negoziabile perfino il valore della vita.L’esortazione Laudate Deum non ha avuto forse troppa attenzione. Eppure, è densa di significati. Anzitutto mi ha ricordato la profezia di Friedrich Nietzsche (1844-1900) in Così parlò Zarathustra, quando esortò gli uomini a usare la propria volontà per proclamare che «il superuomo sia il senso della terra». Ma soprattutto dichiarando che «un tempo il delitto contro Dio era il peggior peccato, ma oggi è peccare contro la Terra la cosa più terribile che si possa fare!». Le profezie di Nietzsche si son avverate quasi tutte. Oltre al citato maggior peccato (lasciato intuire in Laudato si’ e in Laudate Deum), che da «contro Dio» sarà «contro la Terra», si è anche avverata la profezia sul grande «rinascimento scientifico» grazie al quale l’uomo è finalmente divenuto superuomo (transumanista), con la morte di Dio, naturalmente. Ma soprattutto merita attenzione la profezia di Nietzsche sul crollo della civiltà occidentale cristiana perché «valle di lacrime». A questo proposito mi son sempre chiesto se questo crollo sia stato dovuto solo a chi non amava la civiltà occidentale, proprio perché cristiana, oppure anche sia stata dovuta alla difficoltà di difenderla nell’ansia di fare evolvere talune fondamenta di questa civiltà cristiana per non contrastare i suoi nemici.A tal proposito ricordo una vecchia storiellina che si raccontava in una università americana, autoburlandosi della sua capacità di creare supermanager. Se al posto dell’università mettiamo un’autorità morale e al posto del supermanager mettiamo l’aspirante alla santità, vien fuori, in sintesi estrema, un avvertimento prezioso. Troviamolo leggendola. Dopo la Seconda guerra mondiale, un italiano di genio e di grande volontà va a New York e osserva che nelle strade intorno a Wall Street, all’ora del lunch (pranzo), tutti gli impiegati del Financial District di Downtown vanno a mangiare hamburger e hot dog.Gli viene un’idea molto italiana: organizzare un chiosco mobile e proporre di mangiare un bel piatto di pasta fatta in casa con pommarola, parmigiano e altro, preparato in casa, con i migliori ingredienti di qualità, accompagnato da un bicchiere di vino buono. Cucinato da moglie e suocera, naturalmente. In breve, ha un successo insperato: dopo un anno ha già dieci chioschi, dopo cinque anni più di 100 ed è leader assoluto, tutti vogliono le sue tagliatelle all’italiana fatte in casa.Essendo diventato ricco si permette di mandare il primogenito alla più famosa università di business, dove il ragazzo apprende la strategia d’impresa e torna poi a lavorare con il babbo. Immediatamente emerge nel ragazzo lo spirito critico di strategia innovativa e progressista verso l’attività di famiglia, e comincia a valutare che il business del padre non sia più sostenibile: troppo valore offerto a prezzi troppo bassi, soprattutto se comparato con i competitori che vendono hamburger e hot dog. «Caro babbo», gli dice, «se andiamo avanti così, fra qualche anno chiudiamo bottega, questo business fatto così non è competitivo, non è sostenibile». Così, non potendo alzare i prezzi già alti, inizia la strategia di cost reduction. Da pasta fatta in casa a pasta industriale, da condimento fatto dalla nonna a condimento in barattolo, da parmigiano grattugiato a segatura di crosta, da vino buono a vino scadente. Giusto per andare incontro ai nuovi bisogni della clientela. In breve, i clienti si dissolvono e dopo qualche tempo fallisce. Invece di riflettere sulle cause del crollo, si limita a considerare gli effetti. Va dal padre e gli dice: «Babbo, te l’avevo detto che il nostro business non era sostenibile e dovevamo adeguarci alla competizione, no?». Bene, e allora? Mettiamo dottrina e liturgia al posto della pasta e troviamo l’avvertimento prezioso promesso. In materia morale, poi, la supposta visione strategica non basta se non c’è visione soprannaturale.Ma a chi si rivolge questa esortazione apostolica e a che scopo? Dare un nuovo senso della vita dalla cura dell’anima (ricerca della salvezza eterna) alla cura della terra? Laudate Deum è definito un appello per tutte le persone di buona volontà. Ma anche qui mi son chiesto: cosa è la buona volontà? Ma, soprattutto, cosa è la volontà? Non è forse la capacità della creatura umana di raggiungere un fine senza farsi condizionare dalle circostanze che limiterebbero proprio la sua libertà? Socrate spiegava che l’uomo, per natura, tende a scegliere ciò che è bene per lui e il male lo si fa per ignoranza delle cause. Perciò è necessario spiegare e capire le cause (del bene e del male) prima degli effetti. La buona volontà, pertanto, è quella che consente di voler fare il bene senza confonderlo o farselo imporre. Volerlo imporre, confondendolo nelle cause, significa voler influenzare il comportamento e privare di libertà l’uomo, erroneamente. Io credevo, infatti, che volontà in libertà era quella capacità insita nell’uomo da coltivare e valorizzare, per capire e scegliere che fare e perché. In specifico, nel pensiero cristiano, è particolarmente ambiziosa perché sta nel determinare le proprie azioni cercando (con l’aiuto della Grazia) di farle coincidere, per quanto sia possibile riuscirci, con la volontà di Dio.Concludendo, parlando in specifico di ambientalismo e di crisi climatica, esposti in documenti di Magistero destinati a influenzare il comportamento, la volontà e la libertà umana, credo sia bene approfondire le cause e non solo valutare gli effetti. Errando le diagnosi, le prognosi possono produrre errori superiori, che potrebbero comportare rischi per l’umanità. Se indirettamente e implicitamente, esaltando la cura della terra, si lascia intendere che l’uomo è «cancro della natura», avido sfruttatore e violentatore della terra, temo che sia poi piuttosto difficilino non lasciar intendere che la sua dignità è quella di un bacillo sfuggito all’evoluzione e pertanto vita, nascite, educazione, salute ecc. diventano poi valori scontatamente negoziabili.
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