2023-10-20
Alleluja, le suore si ribellano agli ecocretini
Nel riquadro, un frame del video girato a Saint-Pierre-de-Colombier nella Francia meridionale (IStock)
Una monaca di un piccolo Comune francese è stata filmata mentre insegue e placca un attivista che stava protestando contro la costruzione di un convento. Chi si vede compromessa la libertà di movimento da parte dei fanatici green deve prendere esempio. Ho fatto l’asilo e la scuola elementare in un istituto retto da suore, dove nel pomeriggio era d’obbligo dormire, pena ricevere un paio di scappellotti. Da allora il mio rapporto con le ancelle di Nostro Signore non è dei più felici. Tuttavia, oggi debbo eleggere a eroina una monaca di Saint-Pierre-de-Colombier, piccolo comune di appena 440 abitanti nel Sud della Francia. La religiosa è stata ripresa mentre nel fango placcava un ambientalista che voleva impedire alle ruspe di scavare le fondamenta di un centro che dovrebbe ospitare una confraternita di sorelle. Secondo gli ecologisti, l’edificio deturperebbe il paesaggio e attirerebbe molti visitatori. Dunque, i contestatori hanno pensato bene di fare muro contro lo sbancamento. E qui è entrata in scena la religiosa, che ha rincorso un attivista e lo ha atterrato con un placcaggio perfetto. L’immagine della suora mandata in onda da France 3 è diventata virale sui social, ma soprattutto è il perfetto contraltare di ciò che ieri è accaduto sulla Torino-Milano, dove un gruppo di militanti di Ultima generazione ha invaso le corsie bloccando il traffico dell’autostrada che collega i due capoluoghi di regione. Gli attivisti protestavano contro l’uso degli idrocarburi e per sostenere le loro ragioni non hanno trovato di meglio che incollare le mani all’asfalto, impedendo per un paio d’ore la circolazione di veicoli. Ho già detto quel che penso su questo gruppo estremista che si è auto incaricato di salvare il mondo: pur dichiarandosi non violenti usano violenza nei confronti dei comuni cittadini, impedendo loro di recarsi al lavoro o, come è accaduto recentemente a Milano, di raggiungere un ospedale. Non c’è bisogno di armarsi o di usare pietre e bastoni per essere violenti: lo si è anche se si impedisce a qualcuno di esercitare il diritto alla libera circolazione. Non lo dico io: lo dice il Codice penale.Il ministro Salvini ha invocato un inasprimento di pena nei confronti di quelli che ha chiamato ecoimbecilli. Non so se basterà perché, come ha dimostrato una nostra inchiesta, chi finanzia i teppisti dell’ambiente mette in conto anche azioni repressive e allo scopo ha già arruolato stuoli di avvocati (del resto, come si è visto per la faccenda dei migranti, legali pronti a sposare ogni causa, anche quella contro gli interessi del Paese in cui vivono, se ne trovano spesso). Forse, piuttosto che schierare la polizia, che poi rischia di finire nei guai se solo torcesse un capello ai manifestanti, dovremmo schierare un esercito di suore come quella che si è vista in azione a Saint-Pierre de Colombier. Dare mano libera agli automobilisti bloccati nel traffico o alle suore che si vedono impedire un progetto perché attira visitatori forse sarebbe più efficace. Non dico di farsi giustizia da sé, ma per lo meno di non farsi usare violenza da quattro scalmanati imbevuti di ideologia verde. E a proposito di fanatici green, segnalo l’ultima del sindaco di Milano. Il quale dopo essersi reso ridicolo imponendo l’incrocio più pazzo del mondo e non contento di aver trasformato alcune delle strade principali del capoluogo lombardo in una lunga coda di auto paralizzate nel traffico, ora annuncia di voler chiudere alla circolazione l’intero centro cittadino. Dal prossimo anno, chi vorrà raggiungere il cuore di Milano lo dovrà fare a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici oppure in taxi. Vale ricordare che nella capitale economica le corse di trasporto urbano sono carenti e le macchine di servizio pubblico sono un miraggio e dunque, se Sala insisterà a voler vietare le auto non solo nel quadrilatero della moda ma anche nel centro, presto il caos sarà garantito, con grande gioia di imprenditori, commercianti e persone comuni. Ogni giorno dalla provincia sono centinaia di migliaia le persone costrette a usare la propria auto per recarsi in ufficio o in ospedale (alcuni presidi sanitari sono all’interno della cerchia che potrebbe essere interdetta alle quattro ruote). E dunque che faranno tutte quante? Useranno il monopattino per percorrere decine di chilometri? A Sala la questione non pare interessare. Sordo alle proteste di automobilisti e pedoni, persegue con furore la rivoluzione green. Né il flop delle piste ciclabili, né quello della cosiddetta area B (con la scusa dell’inquinamento ha vietato l’ingresso alle vetture più vecchie, ma la misura non ha ridotto le polveri inquinanti e neppure il numero di vetture che quotidianamente raggiungono il capoluogo lombardo) paiono infatti averlo convinto a desistere. In attesa che lo facciano smettere gli elettori, mi sa che non rimane che schierare le suore. Una come la monaca di Saint-Pierre potrebbe placcare lui e la sua banda di radical-green.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.