2021-07-24
Ecco la scienza: «No vax topi da rinchiudere»
Roberto Burioni (Getty Images)
Roberto Burioni vuole una colletta per pagare Netflix a coloro che non si vaccinano, e che vanno messi «agli arresti domiciliari come sorci». Lui fa pena, ma questi toni inaccettabili sono in linea con un'ideologia che ricopre di «razionalità» l'eterna arroganza del potere.Qualcuno, commentando le dichiarazioni di Roberto Burioni su Twitter, si stupisce del fatto che uno scienziato utilizzi termini e modi estremamente violenti. Per la seconda volta in pochi giorni, infatti, il noto medico si è riferito ai (presunti) no vax chiamandoli «sorci». Preso atto dell'approvazione del green pass, Burioni è corso a gongolare online: «Propongo una colletta», ha scritto, «per pagare ai no vax gli abbonamenti Netflix per quando, dal 5 agosto, saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci». Sorci green, nel caso specifico.La fissazione burionesca per il regno animale è nota: egli si presenta da anni come castigatore di somari, laddove i somari sarebbero coloro che rifiutano le incontestabili «verità scientifiche» da lui enunciate. Non è difficile rintracciare elementi egotici nell'ossessione: in fondo, per Burioni, parlare di somari è un modo per parlare di sé.I suoi tweet, però, non rivelano soltanto un'arroganza estrema. Mostrano, soprattutto, dove possa condurre il legame perverso tra scienza e ideologia. No, non deve stupire che sia uno scienziato a utilizzare certe parole. Lo scientismo, il culto della tecnica e il razionalismo glaciale hanno caratterizzato i totalitarismi novecenteschi, i quali hanno sempre discriminato su «basi scientifiche». Il razzismo positivista, ad esempio, esplose nel sistema concentrazionario. Ed era su pretese del tutto razionali che il «socialismo scientifico» eleggeva il terrore a «mezzo per convincere». Lenin invitava a spazzare via i nemici di classe alla stregua di «insetti dannosi». Ed è stato il grande fumettista Art Spiegelman (nel capolavoro Maus) a disegnare gli ebrei perseguitati dal nazismo con fattezze topesche.Quando la scienza smette di essere discussione, dubbio, ricerca e- pensate un po' - perfino dialogo, ecco che immediatamente si trasforma in un'arma con cui perseguitare i «devianti». I quali molto spesso - come ha mostrato Michel Foucault – vengono individuati con metodi che hanno pretesa di scientificità. Il burionismo, purtroppo, non è che la malattia senile dello scientismo, la manifestazione estrema dell'atteggiamento dominante. Oggi si tende - tramite la logica dell'emergenza o appunto brandendo la scienza come un maglio - a disumanizzare chi dissente, a trattare chi protesta o critica come un subumano, un animale, un sorcio. Cosa che, in uno Stato dignitoso, non dovrebbe avvenire.Certo, si potrebbe dire che la ragione è, prima di tutto, la capacità di discernere, cioè di discriminare, di compiere scelte anche dolorosa. Ma la verità è che, in questo contesto, la scelta non è permessa: esiste un pensiero unico a cui bisogna uniformarsi, pena l'espulsione dal consesso civile. Il risultato è che la ragione svanisce, viene ottenebrata. Il problema più grave sta proprio qui. Se la sovrapposizione dell'ideologia alla scienza producesse soltanto le svalvolate di Burioni, poco male: un maleducato arrogante in più non cambia i destini del mondo. Il fatto è che l'incapacità di ragionare porta conseguenze anche molto più pesanti. Prendiamo il caso delle discoteche. La prolungata chiusura dei locali da ballo smentisce clamorosamente le affermazioni di Mario Draghi sulla efficacia dei vaccini. Se fosse vero che i vaccinati non si contagiano, per quale motivo dovremmo proibire a chi è vaccinato di andare a ballare all'interno di un capannone? La realtà è che anche i vaccinati si contagiano e possono contagiare. Lo ha ribadito ieri - a proposito del fact checking tanto caro a Burioni - pure la Cnn, correggendo un'affermazione del presidente americano Biden. Tuttavia, come sembrano mostrare i dati (ad esempio quelli esibiti ieri dal Veneto), con il vaccino la probabilità di finire in terapia intensiva è significativamente più bassa, così come quella di morire.Ammettere che chi è vaccinato può contagiarsi e contagiare ma è più protetto dalle conseguenze nefaste del virus, significa far crollare l'intera logica su cui si basa il green pass. Dobbiamo dedurne, allora, che il lasciapassare verde sia una misura del tutto ideologica. Così come erano ideologiche molte delle misure adottate dal precedente governo e (fortunatamente solo in parte) replicate da questo.Qualche esempio? All'inizio, per ideologia, ci hanno detto che «il vero virus era il razzismo». Preoccupati di non turbare la Cina, i governanti ci hanno portato ad affrontare la pandemia completamente disarmati. Poco dopo, sempre per ideologia, hanno imposto la chiusura come unica risposta al Covid, trascurando - tra le altre cose - le terapie domiciliari. Ora, di nuovo ottenebrati dall'ideologia, trattano ogni contagiato come se fosse un malato.L'approccio ideologico ha un vantaggio: è molto comodo, basta silenziare e criminalizzare il dissenso e il gioco è fatto. Un approccio razionale - basato sulla distinzione tra sano e malato, sulle differenze nel contagio di giovani e adulti eccetera - consentirebbe di studiare soluzioni che permetterebbero ai titolari delle discoteche di riaprire. In questo modo, si eviterebbe di danneggiare il turismo, di mettere in ginocchio un'intera categoria e di far proliferare le feste da ballo abusive.L'ideologia, però, semplifica tutto. Si dice che la discoteca è il luogo della perdizione, della sfrenatezza irresponsabile, del briatorismo egoista, della moltiplicazione dei contagi, e la si chiude. Facile, comodo. E se qualcuno fa notare la contraddizione con l'istituzione del green pass? Semplice: subito lo si accusa di essere no vax, lo si tratta da demente, da bestia. Poi, per divertirsi ulteriormente, si sguinzaglia il Gatto Burione a impedire che i sorci ballino.
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