
Inutile prolungare l'agonia, visto che i giochi di palazzo stavano prendendo il sopravvento. Di questo esperimento resteranno i buoni risultati su immigrazione e povertà. E gli italiani non lo dimenticheranno.Inutile insistere. Caro Matteo Salvini, caro Luigi Di Maio è giusto prendetene atto: è finita. Game over. Rien ne va plus. Questo governo è morto. Lasciatevelo dire da chi questo governo l'ha sempre guardato con minore sospetto rispetto al resto dei commentatori nazionali. Lasciatevelo dire da chi ne salutò la nascita con un filo di soddisfazione. Lasciatevelo dire da chi, in ogni caso, ha apprezzato e difeso pubblicamente molte delle cose utili che siete riusciti a fare in questi tredici mesi, da chi pensa che siate stati il miglior esecutivo degli ultimi tempi (con buona pace dei tromboni e dei giornaloni schierati all'unisono contro di voi come mai era successo prima). Lasciatevelo dire senza l'astio e l'odio che troppo spesso vi circondano soltanto perché avete osato sfidare i poteri incrostati e costituiti. Lasciatevelo dire con la massima sincerità: è finita. Inutile insistere. Inutile prolungare oltre quest'agonia. Così non si va da nessuna parte. Così si affoga nella mediocrità, nel teatrino scadente, nelle beghe da retrobottega, nei pissipissi di palazzo. E voi non potete permettervelo. Per voi. E per quelli che hanno creduto in voi.Eravate il governo del cambiamento. Siete nati circondati dalla fiducia degli italiani (non dei suddetti tromboni&giornaloni: e anche questo è stato sin da subito un bel segno). E la fiducia degli italiani è rimasta, ancora oggi, al di sopra di ogni precedente esecutivo, nonostante siano settimane, ormai, che i fatti hanno lasciato posto alle chiacchiere, i provvedimenti alle ripicche, e i Consigli dei ministri approvano soltanto generiche norme «salvo intese». La fiducia degli italiani è rimasta perché gli italiani non sono scemi, come qualcuno si ostina a dipingerli. Al contrario gli italiani sanno benissimo che voi siete stati attaccati in modo cieco e furioso proprio per questo, perché eravate una bella opportunità. Qualcosa poteva cambiare davvero. Qualcosa cominciava a cambiare davvero. Ora, mi rendo conto, è un peccato dovervi rinunciare. Ma è giusto prendere atto che, oggi, la strada si è interrotta. Non ci sono altre possibilità.Un po' di risultati sono stati raggiunti. Non tutti quelli che si sarebbe potuto. Con alcune incertezze, tante ingenuità, una fragilità inevitabile in un governo nato da due forze così diverse fra di loro. Eppure nonostante ciò, nonostante le ambiguità del contratto, nonostante alcuni ministri non all'altezza, nonostante il freno a mano tirato dal Quirinale lungo l'asse Tria-Moavero, nonostante la fiera resistenza dei boiardi italiani e europei, restano i risultati indiscutibili sul fronte della lotta all'immigrazione, restano i decreti Sicurezza, il reddito di cittadinanza (ebbene sì: io lo difendo ancora), la legge contro la corruzione, il taglio delle tasse per le partite Iva, la pacificazione fiscale, il taglio dei vitalizi, quello delle pensioni d'oro (difendo anche questo), la prima seria picconata alla legge Fornero con quota 100, la legge sulla legittima difesa… Non è poco in un anno di cammino in mezzo alle tempeste. Ma, ecco, non è ancora quello che basta per cambiare davvero l'Italia.E chi vi ha votato, chi vi sostiene, caro Matteo Salvini e caro Luigi Di Maio, non s'accontenta. Chi vi ha votato si aspettava molto di più. E dunque si sarebbe aspettata provvedimenti ancor più vigorosi, tagli delle tasse decisi, rilancio dell'economia, cantieri che ripartono, occupazione che si riprende davvero e non solo per qualche numerino più o meno stiracchiato. E per fare tutto ciò sarebbero stati necessari un'energia e una compattezza che questa maggioranza non ha più. E, dopo tutto quello che è successo, non potrà più avere. Dunque meglio chiudere qui, senza neanche chiedersi troppo di chi sia la colpa e perché è successo, senza più polemiche sterili e rimpalli di responsabilità. È andata così. Ricordate quel murales con il bacio fra voi due, Salvini e Di Maio? Ebbene: ci sono amori destinati a durare poco. Ci sono storie che si esauriscono. E allora meglio prenderne atto e provare altre strade, piuttosto che continuare sulla strada dell'accanimento terapeutico. Piuttosto che continuare a rigirarsi tra veleni incrociati e vertici inconcludenti, aspirazioni di rimpasti, interviste maldicenti e altre manovre che nulla hanno a che fare con ciò che gli italiani aspettano da voi.Certo, lo so, aprire una crisi è sempre un'incognita. Si sa come inizia, non si sa come finisce. So anche che abbandonare i posti di comando è difficile. Il potere seduce, è umano, Così come so che sarà duro sopportare le grida di esultanza che si leveranno dall'opposizione, per altro l'opposizione più inutile e inconcludente che questo Paese abbia mai avuto. Però non ci sono alternative. Dovete finirla qui. Non perché avete compulsato i sondaggi, che per altro lasciano il tempo che trovano. Non perché avete fatto calcoli elettorali, che rischiano sempre di essere smentiti. Dovete finirla qui perché è più onesto per quello che siete e che avete promesso, per quello che gli italiani si aspettano da voi. Gli stessi italiani che, lo so, anche questo è un paradosso, hanno continuato fino all'ultimo ad avere fiducia in questo governo. Ma sperando che forse un governo del cambiamento vero. Non un governo del vivacchiare. Non un governo del tirare a campare. Non un governo della spartizione delle poltrone. Gli italiani non esiterebbero un istante a girarvi le spalle se doveste dare l'idea che rimanete lì, aggrappati alle cadrebbe, pur sapendo di non poter fare più nulla di buono per il Paese, ma soltanto per qualche calcolo e/o meschino interesse. Non tollererebbero a lungo i vostri imbarazzi. Né la vostra inerzia. E vi punirebbero senza pietà.
Stefano Puzzer (Ansa)
- La Cassazione ha bocciato l’allontanamento dell’ex portuale, leader delle proteste a Trieste contro il green pass. Dopo due dosi di vaccino, si era rifiutato di fare la terza e lo scalo giuliano l’aveva lasciato a casa. Ora il nuovo Appello a Venezia.
- Il racconto: «Assisto altri dipendenti sospesi pagando le bollette o con i buoni spesa».
Lo speciale contiene due articoli.
Christine Lagarde (Ansa)
Siluro dell’ex economista Bce, il teutonico Jürgen Stark: «È chiaro perché l’Eliseo l’ha voluta lì...».
Stefano Antonio Donnarumma, ad di Fs
L’amministratore delegato Stefano Antonio Donnarumma: «Diamante 2.0 è il convoglio al centro dell’intero progetto».
Rete ferroviaria italiana (Rfi), società del gruppo Fs, ha avviato un piano di rinnovo della propria flotta di treni diagnostici, i convogli speciali impiegati per monitorare lo stato dell’infrastruttura ferroviaria. L’operazione prevede nei prossimi mesi l’ingresso in servizio di due nuovi treni ad Alta velocità, cinque destinati alle linee nazionali e 15 per le reti territoriali.
L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare la sicurezza e la regolarità del traffico ferroviario, riducendo i rischi di guasti e rendendo più efficace la manutenzione. Tra i nuovi mezzi spicca il convoglio battezzato Diamante 2.0 (Diamante è l’unione delle prime tre sillabe delle parole «diagnostica», «manutenzione» e «tecnologica»), un treno-laboratorio che utilizza sensori e sistemi digitali per raccogliere dati in tempo reale lungo la rete.
Secondo le informazioni diffuse da Rfi, il convoglio è in grado di monitorare oltre 500 parametri dell’infrastruttura, grazie a più di 200 sensori, videocamere e strumenti dedicati all’analisi del rapporto tra ruota e rotaia, oltre che tra pantografo e catenaria. Può viaggiare fino a 300 chilometri orari, la stessa velocità dei Frecciarossa, consentendo così di controllare le linee Av senza rallentamenti.
Un’ulteriore funzione riguarda la misurazione della qualità della connettività Lte/5G a bordo dei treni ad Alta velocità, un aspetto considerato sempre più rilevante per i passeggeri.
«Diamante 2.0 è il fiore all’occhiello della flotta diagnostica di Rfi», ha affermato l’amministratore delegato del gruppo, Stefano Antonio Donnarumma, che ha viaggiato a bordo del nuovo treno in occasione di una corsa da Roma a Milano.
Attualmente, oltre al nuovo convoglio, Rfi dispone di quattro treni dedicati al monitoraggio delle linee tradizionali e di 15 rotabili destinati al servizio territoriale.
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