
Le piccole imperfezioni dell'apparato biologico vanno riconosciute come segno della comunione della nostra specie con il creato. Un raffinato intellettuale francese ci spiega perché non dovremmo vergognarci di funzioni e rumori del corpo, oggi divenuti tabù.Sapete quando è cominciato il declino dell'umanità? Quando abbiamo iniziato a vergognarci dei nostri rutti. Detta così sembra una follia, ma a sostenerlo è uno dei più raffinati intellettuali francesi Fabrice Hadjadji, è la sua l'argomentazione è impeccabile.Il rutto, spiega, è una manifestazione dello spirito prima della parola, è una espressione di beatitudine del ventre che sta nel campo delle lodi per il creato. Il ruttino, inoltre, è il suono leggero che la madre attende mentre culla il bimbo, tenendolo stretto e appoggiato alla spalla: è un suono che riempie di gioia e che oggi sentiamo sempre più raramente (leggi calo demografico). La nascita, dice Hadjadji, oggi è soppiantata all'innovazione: non veniamo al mondo, ci integriamo in un circuito. Siamo ingranaggi, segmenti di algoritmo. Singolarità che possono essere analizzate solo attraverso statistiche, non gruppi o popoli che possano venire descritti tramite la propria anima.Il piccolo sbuffo che emettiamo a fine pasto, poi, è una curiosa imperfezione. È una sorta di difettuccio, ovvero è ciò che rende gli uomini e le donne quello che sono: esseri viventi, non robot. Infatti i guru del transumanesimo - per esempio Ray Kurzweil, scienziato pazzoide al servizio di Google contro cui Hadjadji si scaglia a ripetizione- hanno in mente di correggere il difetto, possibilmente ibridandoci con i robot. Infine, il rutto ha una funzione fondamentale. Ci svela che la digestione è possibile esclusivamente perché accogliamo nel nostro corpo organismi più piccoli (batteri) che creano un ecosistema direttamente nel nostro ventre, aiutandoci ad assorbire il cibo.Insomma, il processo digestivo ci dimostra che, per sopravvivere, è indispensabile la comunione con il creato. Dipendiamo dalla natura che ci circonda, dipendiamo gli uni dagli altri e pure da un mistero che va oltre la nostra comprensione. È questa comunione a renderci umani. «Il rutto ci rimette a una riconoscenza che rammenta al sedicente soggetto autonomo che egli è invece un essere dipendente e che la sua libertà si inserisce in un ordine provvidenziale e generoso». Se recidiamo le radici che ci connettono alla Terra, se smantelliamo questo ordine provvidenziale diventiamo particelle elementari, individui isolati. Insomma, non siamo altro che macchine, e questa purtroppo è la direzione in cui la nostra società si è incamminata.Per questo è importante leggere Ultime notizie dall'uomo & dalla donna (Ares), una raccolta dei migliori articoli di Hadjadji. Perché è un vero e proprio manuale di sopravvivenza. Ci insegna come possiamo davvero «restare umani», ma non nel senso banalotto e melenso che intendono tanti intellettuali di sinistra. Il libro di Hadjadji - intellettuale cattolico dei più affilati - è una critica serrata del progressismo, un distributore automatico di perle di saggezza per l'umanità stordita e confusa di oggi. «La mia resistenza al progressismo», spiega l'autore, «procede dal mio accogliere il mondo così com'è dato, con tutto il suo dramma». La prima regola per sopravvivere consiste, appunto, nella comunione. Declinata in tutti gli ambiti della vita, a partire dalla tavola.Sedersi con la propria famiglia a pranzo o a cena è diventato quasi impossibile: «Ciascuno ha il suo orario capriccioso, ciascuno sta davanti al suo schermo tattile, e non gli resta altro da fare che mangiare in fretta, per conto proprio, cibo già pronto nell'anta del frigorifero, seguendo i consigli dietetici» di un sito Web. La resistenza a questa modernità che ci disumanizza comincia, dunque, a tavola. Sedersi assieme, allo stesso orario. Mangiare alimenti sani e, nel mentre, guardarsi in faccia e parlare. Spezzare il pane: comunione di corpi e spiriti.E non è un caso che il cibo ritorni costantemente nei ragionamenti di Hadjadji, del resto quel che chiamiamo food è una sorta di nuova religione dei nostri tempi tristi.Il cibo, spiega l'autore, è divenuto globale e fluido come la finanza. Ha perso la sua tradizionale solidità, non è più un mattone su cui costruire una casa. Già, perché la casa - oikos in greco -ruota attorno a questo: a una famiglia seduta a tavola all'interno di un luogo sicuro. L'economia (parola che deriva anch'essa da oikos) è in origine la scienza della amministrazione domestica. Una casa, un campo, un bue, altro non serve: gli elementi per la comunione con il creato, questa natura divina, ci sono tutti. Hadjadji non propone di tornare alla vita pastorale dei tempi antichi. Egli stigmatizza il progresso tecnico scientifico perché distrugge le fondamenta del nostro abitare nel mondo. E spiega che l'unico modo per sopravvivere è stabilire gerarchie: una chitarra e un libro valgono più di uno smartphone; un uomo vale più di una macchina; una famiglia vale più di una falsa amicizia online; la comunione vera vale più della comunità virtuale. Per resistere si inizia cosi: sedendosi a tavola e mangiando insieme. E magari digerendo alla fine con qualche rumorino. Solo un rutto ci può salvare, un rutto seppellirà i profeti della rivoluzione digitale senza controllo e senza Dio.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
L’eurodeputata del Rassemblement National: «Il presidente non scioglie il Parlamento per non mostrare la sua debolezza ai partner europei. I sondaggi ci danno al 33%, invitiamo tutti i Repubblicani a unirsi a noi».
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)
- Individuata dagli Usa una base sotterranea finora ignota, con missili intercontinentali lanciabili in tempi ultra rapidi: un duro colpo alla deterrenza del resto del mondo. La «lezione» iraniana: puntare sui bunker.
- Il regime vuole entrare nella ristretta élite di Paesi con un sistema di sorveglianza orbitale. Obiettivo: spiare i nemici e migliorare la precisione delle proprie armi.
- Pyongyang dispone già di 30-50 testate nucleari operative e arriverà a quota 300 entro il 2035. Se fosse attaccata, per reazione potrebbe distruggere Seul all’istante.