2024-11-10
E i pro Pal applaudono i picchiatori
Nella sfilata di Milano, esibite foto di Yahya Sinwar, mente del 7 ottobre. Elogi ai violenti del match di giovedì sera: «Da loro una lezione, bisognerebbe farlo pure in Italia». Le foto di Yahya Sinwar sono apparse tra le mani di chi ha preso parte al corteo pro Palestina a Milano ieri. Il leader di Hamas, ucciso il 16 ottobre scorso dall’esercito israeliano, viene quindi presentato come un eroe, un martire e un punto di riferimento, quando in realtà si ritiene sia stato la mente dietro l’attacco dei terroristi di Hamas il 7 ottobre 2023 in Israele. Alcune persone, in prima fila durante la manifestazione, hanno deciso di accompagnare la foto del «macellaio di Khan Yunis» con alcune frasi in arabo e la scritta in italiano «Bastone di Hamas». Il corteo nel capoluogo lombardo, partito nel pomeriggio da piazzale Cadorna per arrivare a Porta Genova, passando prima per le vie Carducci, De Amicis, Resistenza Partigiana, corso Genova, Cantore, corso Colombo, è stato accompagnato dalle consuete bandiere della Palestina e da slogan diretti contro Gerusalemme. I cori: «Israele criminale e Palestina immortale», «Stato terrorista» riferito a Israele, «Un sasso qua, un sasso là, un sasso per la libertà». L’elemento di novità di quest’ultima manifestazione di Milano è stato l’appoggio degli attivisti all’aggressione portata avanti da militanti filopalestinesi contro i tifosi israeliani nella notte tra giovedì e venerdì ad Amsterdam, dopo la partita di Europa League tra il Maccabi di Tel Aviv e l’Ajax. Violenze che hanno provocato cinque feriti e hanno portato all’arresto oltre 60 persone. Dal megafono di uno dei manifestanti sono riecheggiate le parole: «Un applauso ai giovani di Amsterdam. Un applauso a tutti i giovani, ragazzi e ragazze, che hanno dato una lezione». Con qualcuno che ha aggiunto: «Il vittimismo è una caratteristica del movimento sionista». Parole che sono state accompagnate dagli applausi del pubblico, ma anche qualche fischio. Eppure, persino la Palestine football association (Pfa) ha preso le distanze da ciò che è accaduto in Olanda, dicendo che «la violenza e l’odio in ogni loro manifestazione non hanno spazio nello sport». Ma nel corteo di Milano, oltre al dichiarato e convinto sostegno agli aggressori filopalestinesi, sono state pronunciate frasi che sembrano essere un invito diretto a replicare i fatti di Amsterdam anche in Italia, con gli organizzatori del corteo che hanno affermato: «In questi giorni abbiamo visto come nostri fratelli ad Amsterdam hanno agito contro il sionismo. Questa è la solidarietà. Dobbiamo farlo anche qui in Italia, non possiamo rimanere solo a fare le piazze di solidarietà. Dobbiamo agire nelle piazze, nei luoghi di lavoro, alle manifestazioni. Bisogna agire ora, non domani». Si tratta di affermazioni che fanno temere un effetto domino e il timore che gli attacchi antisraeliani arrivino anche nelle città italiane. Oggi, anche in risposta a questi ultimi fatti, ci sarà una manifestazione organizzata dalla comunità ebraica di Milano «per dire basta all’antisemitismo». Intanto, sempre durante il corteo, c’è stato anche spazio per attaccare la stampa, «colpevole» di non aver adeguatamente raccontato le violenze di Amsterdam. E quindi: «Giornalisti vigliacchi». «Tutti i media hanno detto che erano atti antisemiti ma quelli di Amsterdam erano solo atti antisionisti», hanno affermato gli attivisti. Dovrebbero ricordarsi che sono le stesse autorità olandesi ad aver definito le violenze come antisemite.
Marta Cartabia (Imagoeconomica)