
L'Interno dà l'autorizzazione soltanto per le autovetture ancora da immatricolare. Ma i Trasporti si schierano in difesa della prassi delle officine. Niente multe in attesa della decisione del Consiglio di Stato.In Italia ci sono circa 1.500 operatori che vendono automobili e circa 80.000 autofficine. Con questi numeri si capisce come il problema delle targhe prova non sia per nulla da sottovalutare. Il problema è emerso quando è stato rilasciato un parere del ministero dell'Interno secondo cui la targa provvisoria, quella quadrata per intenderci, si può usare solo su veicoli ancora da immatricolare. Una opinione in chiaro contrasto con la prassi utilizzata dagli operatori del settore automobilistico, concessionari e meccanici, che fino a oggi hanno sempre fatto circolare con la targa prova veicoli regolarmente immatricolati ma privi di assicurazione propria.Il problema, dunque, riguarda tutti quei professionisti che operano nel settore automobilistico e che non vogliono assicurare un veicolo prima di averlo venduto. Operatori che, però, hanno comunque bisogno che le loro automobili possano girare in strada. Per farle provare alla clientela che vuole acquistare un auto o per mettere alla prova una macchina appena revisionata. La questione non è dunque da sottovalutare perché rischia di limitare fortemente le attività degli operatori creando un potenziale danno economico. A questo bisogna aggiungere il fatto che il parere del ministero dell'Interno è del tutto opposto a quello del dicastero dei Trasporti (in particolar modo alla motorizzazione civile) secondo cui l'utilizzo attuale delle targhe di prova attuato finora è quello corretto. Per risolvere la situazione è stato chiamato il Consiglio di Stato, a cui le direzioni dei due dicasteri sottoporranno formalmente la questione nei prossimi giorni. Nel frattempo, però, visto che il parere del massimo organo consultivo italiano potrebbe richiedere diverso tempo, tutto viene congelato: niente sanzioni per violazione dell'obbligo dell'assicurazione Rc nei confronti di concessionari o salonisti indipendenti.La scelta di non comminare multe, quindi, ha destato il plauso di molte associazioni di professionisti preoccupati di ricevere multe a raffica ogni volta che utilizzavano una macchina senza Rc Auto. La prima associazione a porre il problema è stata Confartigianato autoriparazione, la stessa che aveva proposto di tirare in ballo il Consiglio di Stato per trovare una soluzione al problema. «I Ministeri dell'Interno e delle Infrastrutture e Trasporti hanno recepito le segnalazioni di Confartigianato circa i problemi che hanno gravemente penalizzato l'attività di migliaia di imprese di autoriparazione e hanno richiesto un parere al Consiglio di Stato», si legge in una nota diffusa dall'associazione.«Sebbene resti l'amarezza delle troppe energie profuse solo per potere mantenere il rispetto di regole certe e trasparenti, non si può che esprimere soddisfazione quando si ottiene l'attenzione degli apparati burocratici alle legittime istanze di chi ogni giorno cerca di sviluppare il proprio business con impegno, rigore, professionalità e sacrifici», ha sottolineato il presidente di Asconauto (Associazione nazionale consorzi concessionari auto), Fabrizio Guidi. «In questa occasione, siamo stati davvero capaci di fare squadra. In sinergia con l'azione intrapresa presso le sedi istituzionali da Federauto (organizzazione aderente a Confcommercio) c'è stata la presa di posizione pubblica di cui Asconauto si è fatta protagonista, ma anche l'energica posizione assunta in rete da tutti gli operatori coinvolti e danneggiati sul territorio».Ora, in attesa della decisione del Consiglio di Stato, il ministero dell'Interno emanerà nuove istruzioni per riconfermare le disposizioni impartite dal ministero Infrastrutture e Trasporti a favore dell'utilizzo della targa prova e per sospendere le sanzioni nei confronti delle imprese del settore.La polizia stradale, dal canto suo, ha già fatto sapere che sin da ora non farà alcuna contravvenzione in merito alle targhe di prova. «Nelle more del parere del Consiglio di Stato, allo scopo di evitare effetti pregiudizievoli per l'attività degli operatori del settore», spiega una nota, «non si procederà ad attività sanzionatorie nei confronti di veicoli già immatricolati ma privi di copertura assicurativa in circolazione con targa prova». Intanto però la battaglia di vedute tra i due ministeri continua, in attesa che il Consiglio di Stato dica la sua. L'importante, se non altro, è che per gli operatori è stata trovata una tregua. Una volta tanto, in Italia, non sono i professionisti ad andarci di mezzo.
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Un’Europa che torni protagonista in Africa. È l’obiettivo del Piano Mattei, voluto dal presidente del consiglio Giorgia Meloni e discusso per la prima volta a Bruxelles in un convegno «Piano Mattei e Global Gateway» organizzato dal capodelegazione di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza. Con lui anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo e i commissari Dubravka Šuica, con delega per il Mediterraneo, e Josef Šikela, commissario Ue alle Partnership internazionali. Il convegno è stato arricchito dai preziosi interventi di Meloni e del sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano. Per l’esecutivo, presente anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.






