2021-07-30
Il Pd zittisce i dubbi sul cambio di sesso ai bimbi
La Commissione parlamentare per l'Infanzia ci convoca dopo i nostri articoli sul ruolo del Saifip all'ospedale san Camillo di Roma, ma i dem insorgono. Secondo loro l'unica verità sulla transizione di genere è quella LgbtEra il 1970, e il grande filosofo tedesco Eric Voegelin aveva già capito come sarebbe andata a finire. Aveva notato che, nelle democrazie cosiddette liberali, tende ad affermarsi «un insieme di persone che consapevolmente, deliberatamente e sapientemente elaborano un'ostruzione alla ratio. È il divieto di fare domande: viene negata la possibilità stessa di porre interrogativi filosofici, la doxa assume l'aspetto della filosofia e la scienza viene bandita come non scienza». Ecco, questo è esattamente il punto in cui ci troviamo. Porre domande e avanzare dubbi, oggi, non è più concesso. La protesta di piazza è automaticamente ridotta a «squadrismo» o «terrorismo». E persino l'interrogativo posto nella sede appropriata (il Parlamento, ad esempio), è guardato con sospetto. Se non ti attieni alle verità precostituite, anche se eserciti il fondamentale diritto alla libertà di espressione, vieni immediatamente identificato come pericoloso. Invece di darti del sovversivo, però, ora ti accusano di essere fascista, reazionario, medievale.Esempi di questa tendenza li forniscono con costanza gli esponenti del Partito democratico. Alessandro Zan, ad esempio, accusò di omofobia tutti i partecipanti alle audizioni in Senato riguardanti il disegno di legge che porta il suo nome. Chiunque esprimesse critiche sul testo, subito riceveva la lettera scarlatta.Ora il gioco si ripete su una questione attinente al ddl ma se possibile ancora più delicata: il cambiamento di sesso dei minorenni. Nelle settimane passate il nostro giornale ha pubblicato vari articoli sul Saifip, il Servizio di adeguamento tra identità fisica e identità psichica che opera all'interno dell'ospedale San Camillo di Roma. Tra le altre cose, abbiamo notato l'attivismo politico a sostegno delle associazioni Lgbt di alcuni degli esperti in servizio presso il Saifip. Non solo: abbiamo raccontato che il Saifip si è servito della consulenza di Domenico Di Ceglie, il professore che ha fondato il centro per l'identità di genere della Tavistock clinic di Londra, finita al centro di un grosso scandalo mediatico un paio di anni fa. I vertici della Tavistock sono stati pure portati in tribunale da una ragazza che, minorenne, è stata avviata alla transizione di genere salvo poi rendersi conto di aver commesso un grave errore. La giustizia britannica ha dato ragione alla giovane, e ha vietato a tutte le strutture sanitarie inglesi di iniziare percorsi di cambiamento di sesso sui minori di sedici anni.Sapendo che uno dei principali centri italiani per l'identità di genere ha legami - se non altro a livello di approccio - con la Tavistock, è quasi d'obbligo interrogarsi su come vengano seguiti ragazzini e ragazzine dalle nostre parti. Giustamente, il 7 luglio scorso, la Commissione parlamentare per l'Infanzia e l'adolescenza ha convocato i responsabili del Saifip assieme ad altri medici e al sottoscritto, in qualità di autore dell'inchiesta sul centro romano. Al Pd, tuttavia, questa convocazione non è piaciuta.I deputati dem Paolo Lattanzio, Rosa Maria Di Giorgi e Paolo Siani e la senatrice Paola Boldrini hanno emesso un comunicato stampa indignato, in cui si esprimono sulla transizione di genere dei minori. «Affrontare il tema è doveroso e giusto», dicono. «Tuttavia ci preme far notare come la discussione fino a ora sia fortemente condizionata in senso oscurantista e non scientifico». Capito? Se fai domande ed esprimi dubbi, se non ti attieni alla visione ufficiale imposta dalla ideologia Lgbt, allora sei oscurantista e antiscientifico. O affermi che modificare il corpo in base alla percezione del genere è un diritto, oppure sei un orrido codino.«Non possiamo che prendere le distanze da questa narrazione unilaterale dell'infanzia e dell'adolescenza trans», dicono gli esponenti Pd, «che mette in pericolo l'esistenza stessa dei pochi centri, come il Saifip di Roma e il Careggi di Firenze, che accompagnano bambini e adolescenti con varianza di genere nel loro percorso. L'infanzia e l'adolescenza trans sono entrate da poco nel dibattito politico e sociale, proprio grazie al rinnovato interesse per le questioni legate all'identità di genere sollevate dal ddl Zan. Mai come adesso», insistono i dem, «vi è la necessità di scardinare e ribaltare una narrazione tossica dell'infanzia e dell'adolescenza trans e creare una società più accogliente ed equa nel rispetto dei diritti di ognuno».I sinceri democratici chiedono dunque che «vengano audite con urgenza anche le associazioni dei genitori delle giovani persone con varianza di genere e i medici che si occupano di queste famiglie per consentire alla commissione di riequilibrare il dibattito e dare voce anche alle associazioni e alle soggettività trans».Certo, bisogna fare parlare le associazioni in modo che ristabiliscano la verità ufficiale sulla transizione di genere. Per altro, a dirla tutta, gli esperti che seguono i minori «con disforia di genere» sono già stati auditi. I responsabili del Saifip, in audizione, non hanno mostrato protocolli, non hanno citato studi scientifici, e quando sono stati sollecitati a indicare riviste accademiche di riferimento hanno citato il servizio sulla «rivoluzione gender» del National Geographic. In compenso, hanno citato l'antifascismo e hanno riportato pedissequamente le tesi care agli attivisti arcobaleno.Come diceva Voegelin, fare domande è proibito, l'opinione dominante diventa scienza, e chi la contesta è trattato da ignorante mentitore. Forse non è ancora un regime, ma le premesse ci sono tutte.