2025-09-06
Il Dragone si vendica dei dazi sulle auto e impone all’Europa quelli sui maiali
Il Vecchio continente stretto dalle gabelle: dopo Trump, adesso Xi stanga l’import di carne suina. Italia al riparo, Madrid trema.C’era da aspettarselo. La ritorsione della Cina ai dazi Ue sulle auto elettriche è arrivata. A partire da mercoledì prossimo, 10 settembre, Pechino applicherà imposte doganali temporanee fino al 62,4% su una serie di prodotti a base di carne suina. Sono beni alimentari di cui la Ue, con la Spagna in testa, è il principale esportatore in Cina che è il maggiore consumatore mondiale.Per l’Europa è una doccia gelata. Ora si trova stretta nella morsa dei dazi imposti da Washington e di quelli applicati dal Dragone, ultimo atto delle tensioni commerciali e politiche aggravate dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, dato che il gigante asiatico è un partner economico e diplomatico chiave di Mosca. Non solo Pechino non ha mai condannato il conflitto avviato da Vladimir Putin contro Kiev ma ha ricevuto in pompa magna il presidente russo nel recente vertice della Shangai cooperation organisation, liberando Mosca dall’isolazionismo in cui le sanzioni europee e americane l’avevano relegata.La situazione sullo scacchiere geopolitico si è ribaltata e ora è l’Europa a essere isolata, privata degli approvvigionamenti energetici russi, colpita dai dazi americani e ora dalle ritorsioni di Pechino che impediscono alle merci europee sbocchi verso il far East. La Ue si trova nella situazione di essere un vaso di coccio tra colossi.Le autorità del Dragone hanno sottolineato che l’iniziativa rientra nell’ambito di un’indagine antidumping per frenare la presunta concorrenza sleale delle aziende europee che, secondo quanto affermato, starebbe «causando danni» al settore. In realtà, come ha affermato Thierry Meyer, vicepresidente di Inaporc, l’associazione francese dell’industria suinicola, «non si sono mai verificate pratiche di dumping europee in Cina, perché se vengono vendute lì è perché i prezzi sono buoni. Questa indagine è nata in seguito alla questione delle tasse sulle auto elettriche».La controversia commerciale tra Pechino e Bruxelles è scoppiata la scorsa estate, quando l’Ue ha imposto pesanti dazi sui veicoli elettrici di fabbricazione cinese accusando il governo di Xi Jinping di aiutare le aziende con generosi sussidi, distorcendo così la concorrenza. La Cina ha respinto queste accuse e, in risposta, nel giugno 2024 ha avviato indagini su aziende esportatrici di carne di maiale, cognac e prodotti lattiero-caseari. «L’autorità inquirente ha stabilito in via preliminare che le importazioni di carne suina e derivati dall’Unione europea sono oggetto di dumping», ha annunciato il ministero del Commercio cinese, sottolineando che l’industria cinese «ha subito un danno significativo». Le autorità di Pechino hanno, quindi, deciso di attuare «misure antidumping provvisorie sotto forma di cauzioni» da depositare presso la dogana.Le tasse doganali vanno dal 15,6% al 62,4%. La tariffa massima sarà applicata alle aziende che non collaborano all’inchiesta, mentre per quelle che lo fanno, scenderà al 20%, a meno che non siano state visitate dalle commissioni cinesi. Per queste ultime, le aliquote varieranno dal 15,6% applicato alla spagnola Litera Meat, con sede a Binéfar (Huesca), al 32,7% per l’olandese Vion. Le misure annunciate sono «provvisorie» fino al 16 dicembre quando l’indagine dirà se e in che misura c’è stato dumping da parte delle imprese europee del settore.Intanto, la Commissione europea ha detto, per bocca del portavoce Olof Gill, che adotterà «tutte le misure necessarie per difendere i suoi produttori e fabbricanti» precisando che «questa indagine si basa su accuse discutibili e prove insufficienti e, quindi, non è in linea con le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio per l’avvio di un’inchiesta. Ora studieremo i dettagli e decideremo i prossimi passi». Poi precisa che la Ue ha «un surplus di 60-70 miliardi di euro nell’agroalimentare e questo non è un caso: succede perché la Commissione fa un duro lavoro per aprire nuove opportunità di mercato».Per l’Italia non cambia molto, dato che le esportazioni erano ferme dal 2023 per la febbre suina africana. Per la Spagna sarà un colpo molto duro, dato che il maiale rappresenta l’85% delle esportazioni nazionali di carne, il 17% delle esportazioni dell’industria alimentare e il 2,2% del totale nazionale.Madrid, alla fine del 2024, destinava al mercato cinese il 20% del volume totale di carne suina esportata, circa 540.000 tonnellate, e il 12,5% del valore, con oltre 1,097 miliardi di euro. Del resto Madrid è il secondo esportatore mondiale di questo prodotto alimentare e il primo nell’Unione europea, solo dopo i Paesi Bassi, che da sempre sono al vertice. L’annuncio delle autorità cinesi danneggia in modo pesante le relazioni commerciali Ue-Cina.Intanto continuano i dialoghi tra la Casa Bianca e in Paesi soggetti ai dazi. La Svizzera sta tentando di convincere Washington ad abbassare l’aliquota per le sue esportazioni negli Usa, ora fissata al 39%. Il Consiglio federale avrebbe un nuovo piano segreto per spuntare minori tasse doganali.
Ursula von der Leyen e Iratxe García Pérez (Ansa)