2022-06-23
Doveva isolarlo, ora Biden va a implorare Bin Salman
Il principe ieri era ad Ankara. A luglio riceverà il presidente Usa, cui serve l’aiuto di Riad nell’Opec per compensare il caro energia.Il principe ereditario saudita, Mohammad Bin Salman, sta acquisendo una sempre maggiore centralità internazionale. Ieri, si è recato in visita in Turchia, dove ha avuto un incontro con Recep Tayyip Erdogan, che aveva effettuato a sua volta una visita in Arabia Saudita lo scorso aprile. Dopo anni di tensioni a causa del caso Khashoggi e della Fratellanza musulmana, Riad e Ankara stanno portando adesso avanti un processo di distensione. In particolare, ieri si è discusso di una «piena normalizzazione» dei rapporti tra le due capitali e, secondo il Daily Sabah, sono stati siglati accordi nei settori di energia, finanza e sicurezza.Non solo: negli ultimi giorni, Bin Salman ha avuto anche un meeting al Cairo con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi e un vertice con re Abd Allah di Giordania ad Amman. La settimana scorsa, il ministro dell’Energia saudita, Abdulaziz bin Salman, ha avuto inoltre colloqui calorosi con il vicepremier russo, Alexander Novak, a margine del forum economico di San Pietroburgo. Era invece l’11 giugno, quando - in occasione dello Shangri-La Dialogue di Singapore - il viceministro della Difesa saudita, Hussein Al Biyari, ha incontrato il ministro della Difesa cinese, Wei Fenghe.Tutto questo mostra la rinnovata centralità conseguita da Riad sulla scena internazionale. Tanto che, il mese prossimo, anche Joe Biden si recherà in visita in Arabia Saudita. Un bel paradosso, visto che proprio lui aveva giurato che avrebbe isolato Riad. Ai tempi della campagna elettorale, criticò aspramente Donald Trump per il suo significativo rapporto politico con Bin Salman, promettendo inoltre che avrebbe reso l’Arabia saudita un «paria». Fu in questo contesto che, appena entrato in carica, l’attuale presidente americano rese pubblico un report che sottolineava il coinvolgimento dello stesso Bin Salman nel delitto del giornalista Jamal Khashoggi. E sempre in questo contesto Biden ha rilanciato la distensione con l’Iran, tentando di riesumare il controverso accordo sul nucleare del 2015. Proprio tale distensione ha allontanato gli Stati Uniti da Israele, contribuendo a spingere Riad tra le braccia di russi e cinesi. Che poi non si è mai capito che senso aveva chiudere all’Arabia saudita in quanto autocrazia, per aprire contemporaneamente a un’altra autocrazia, come il regime khomeinista. Purtroppo per Biden, i nodi sono arrivati presto al pettine. Dall’estate dell’anno scorso, il caro energia ha iniziato a gravare sugli Stati Uniti: una situazione in parte favorita dalle disastrose politiche ambientaliste dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Una situazione ovviamente aggravatasi a causa dell’invasione russa dell’Ucraina. Tutto questo ha quindi portato Biden a sconfessare la linea dura, spingendolo di fatto a chiedere l’aiuto di Riad, anche in considerazione del suo peso politico nell’Opec. Certo è che l’imbarazzo è forte. E infatti stanno piovendo adesso sul presidente americano accuse di incoerenza: a criticarlo non sono solo gli attivisti per i diritti umani ma anche alcuni esponenti dello stesso Partito democratico. In un primo momento, la Casa Bianca ha evitato di rendere noto se, durante il viaggio di luglio, Biden avrebbe incontrato Bin Salman. La conferma è poi arrivata dal Consiglio per la sicurezza nazionale, oltre che dall’ambasciata saudita a Washington. Ricapitolando: in campagna elettorale, il presidente americano aveva promesso di mettere all’angolo Riad e di promuovere politiche green. Ora invece cerca disperatamente petrolio ed è pronto a baciare la pantofola del principe ereditario saudita. Quel principe che è sempre più al centro della scena internazionale, mentre negli ultimi diciotto mesi l’influenza americana sul Medio Oriente si è notevolmente ridotta. Com’era la storia che con Biden sarebbe tornata la competenza alla Casa Bianca?