Aveva promesso la linea dura contro Mohammad bin Salman. E adesso invece Joe Biden vuole concedergli l'immunità.
L’amministrazione Biden ha deciso. Dovrebbe essere concessa l’immunità al principe ereditario saudita, Mohammad bin Salman, nella causa intentata contro di lui dalla fidanzata del giornalista, Jamal Khashoggi. La richiesta è arrivata dal Dipartimento di Giustizia statunitense e la motivazione addotta sarebbe che il diretto interessato è stato nominato di recente primo ministro dell’Arabia saudita.
Finisce quindi sostanzialmente in farsa la crociata avviata da Joe Biden contro il principe ereditario: una crociata che, avviata nel 2021, gli si è progressivamente ritorta contro. Poco dopo essere entrato in carica, il presidente americano aveva infatti reso pubblico un rapporto dei servizi segreti che dimostrava il coinvolgimento di bin Salman nell’assassinio di Khashoggi, avvenuto nel 2018. I rapporti tra Washington e Riad erano peggiorati poco dopo, non solo a causa del dossier yemenita, ma anche perché l’attuale inquilino della Casa Bianca cercò di ripristinare il controverso accordo sul nucleare con l’Iran. Le tensioni sono pertanto man mano cresciute con bin Salman che ha cercato di rendere pan per focaccia a Biden, sfruttando tutto il proprio peso politico in seno all’Opec.
Non solo: il principe ereditario saudita si è avvicinato progressivamente a Russia e Cina, indebolendo così l’influenza statunitense sul Medio Oriente. Nessuna svolta significativa si è inoltre registrata a seguito del viaggio del presidente americano in Arabia saudita lo scorso luglio, mentre – poche settimane fa – è arrivata la decisione dell’Opec Plus di ridurre significativamente la produzione petrolifera: una mossa che molti commentatori hanno letto come un sonoro ceffone alla Casa Bianca. Invocando adesso l’immunità per bin Salman, Biden mette una pietra tombale su quella politica estera valoriale che aveva promesso in campagna elettorale, criticando – era il 2020 – la Realpolitik del suo predecessore.
Il presidente americano ha dovuto fare i conti con la realtà, comprendendo il peso saudita in seno all’Opec e, soprattutto, la crisi dell’influenza americana sul Medio Oriente. Non è forse un caso che, appena poche settimane fa, in Israele abbia vinto le elezioni uno storico avversario di Biden, come Benjamin Netanyahu. Il punto è che, sotto il profilo internazionale, la credibilità dell’attuale inquilino della Casa Bianca ne esce (ulteriormente) azzoppata: specialmente dopo che si è mostrato propenso ad alleggerire le sanzioni al regime di Nicolas Maduro in cambio di benefici petroliferi. Tutto questo, senza ovviamente dimenticare le conseguenze di politica interna. La fidanzata di Khashoggi, Hatice Cengiz, ha biasimato la mossa del presidente. “Jamal è morto di nuovo oggi”, ha twittato. Critiche sono arrivate anche da alcune associazioni di attivisti. Insomma, Biden rischia contraccolpi sia in politica estera sia in politica interna. E intanto quello che emerge è soltanto la colossale ipocrisia del Partito democratico americano.




