
La squadra del magnate americano Boehly ha in rosa 14 attaccanti per quattro posti e sette portieri. Acquista calciatori a cifre folli ma il rosso in bilancio scende: basta creare una società satellite alla quale vendere hotel.L’ultimissimo arrivato a Londra, sponda Blues, è un calciatore transitato come una meteora nel campionato italiano, l’ex Lazio Pedro Neto, e oggi pagato 60 milioni di euro più bonus dal Chelsea. Attenzione, dopo la poco felice parentesi romana, la sgusciante ala portoghese si è rivalutata al Wolverhampton, sempre in Premier League, fino a raggranellare qualche presenza nella nazionale di Ronaldo, ma il punto non è questo. Il buon Neto, non ce l’abbiamo con lui, ci mancherebbe, è l’ennesima figurina che si va ad aggiungere all’album che pullula di doppioni della squadra allenata dall’italiano Enzo Maresca.Da quando (eravamo nel maggio del 2022) il club che fu di Roman Abramovich è passato al magnate americano Todd Boehly per circa 5 miliardi di euro, sul mercato è stato speso ben più di 1 miliardo, sono stati cambiati cinque allenatori e a casa non è arrivato lo straccio di un trofeo. Anzi, in Premier la formazione che era abituata a lottare mal che andasse per la Champions, si è dovuta accontentare di un dodicesimo e di un sesto posto. Può succedere. Come no, e se vogliamo è il bello del calcio. Il Manchester United post Alex Ferguson è l’esempio lampante di come i soldi rappresentino molto ma nel calcio spesso non diano la felicità. Con il Chelsea, però, i fallimenti in serie hanno fatto un passo avanti. Si è aggiunto una sorta di masochismo tecnico e finanziario che ha portato a sfottò in serie (non si contano i meme sui social) e alle più svariate supposizioni. Il club, infatti, non fa in tempo a bollare un giocatore come un flop (e ci mette davvero poco) che già ne compra un altro, anzi, per andare sul sicuro ne porta a casa almeno altri due.Gli esempi pullulano. A oggi nel settore avanzato (trequartisti, ali e attaccanti) si contano quattordici giocatori per tre o al massimo quattro posti. Si parte da Cole Palmer e si passa per Mychajlo Mudryk, Noni Madueke, Raheem Sterling, Tyrique George e Ângelo Gabriel fino ad arrivare ad altre otto punte tra le quali spiccano il nostro Romelu Lukaku (nel senso che lo scorso anno ha giocato nella Roma e quest’anno è in predicato di passare al Napoli) e Samu Omorodion, la giovanissima promessa dell’Atletico Madrid che a brevissimo dovrebbe approdare sul Tamigi. E lo stesso discorso vale per i portieri. Ce n’erano sette in rosa, ma la dirigenza inglese ha pensato fosse necessario aggiungere l’ottavo: è in chiusura l’affare con il Genk per Mike Penders. Arriverà per 20 milioni ma potrebbe rimanere in prestito un anno in Belgio.Al momento c’è una squadra abbondante che avanza e che, probabilmente, sarà venduta. O meglio, svenduta a breve. La svendita in perdita è diventata una specialità della casa. Anche perché i calciatori vengono spesso strapagati rispetto al loro valore effettivo. Basti pensare ai casi di Enzo Fernández e Moisés Caicedo: il regista argentino è stato preso dal Benfica per 121 milioni di euro, mentre il mediano colombiano ne è costati appena cinque in meno. Ma a chi giova tutto questo? Chi ha la risposta vince i 5 miliardi di euro pagati da Boehly e compagnia per accaparrarsi il Chelsea. Per adesso però sono arrivate sono maliziose ricostruzioni. Quelle benevole puntano il dito sulla scarsa esperienza nel settore della proprietà (la holding BlueCo 22 Ltd, di cui fanno parte Todd Boehly, appunto, e il fondo Clearlake Capital) e di un progetto di lunga durata che sarebbe testimoniato dagli ingenti investimenti per ristrutturare Stamford Bridge e Kingsmeadow (gli stadi), supportare l’Academy giovanile e la squadra femminile, oltre che dalla decisione di acquisire una sorta di secondo club in Francia. Si tratta dello Strasburgo, pagato 65 milioni di sterline. Qui dovrebbero farsi le osse le giovani promesse acquistate a suon di milioni di euro da Boehly.Ma ci sono anche le voci meno benevole. Quelle che parlano di meccanismi poco trasparenti nel passaggio di liquidità tra le società. Dicerie, appunto.La verità, però, è che i numeri sono impietosi. Nel bilancio 2022 il Chelsea aveva dichiarato una perdita netta di 121,4 milioni di sterline, mentre nel 2023 la posizione si alleggerita con un rosso da 90,1 milioni. Come? La BlueCo 22 Ltd ha creato una società satellite che le ha comprato due hotel vicini allo stadio per poco meno di 80 milioni di sterline. Un maquillage finanziario per ridurre le perdite e, rispetto al quale, ci sono ancora accertamenti in corso.Sotto diversi punti di vista, questo Chelsea ancor di più della gestione degli sceicchi del City (che almeno hanno vinto) ha dato un colpo ferale alla credibilità del fair play finanziario. Alla fine della fiera nel calcio, soprattutto tra i miliardari della Premier inglese, contano i soldi e chi ce li ha spende e spande provando a raggirare le regole in modo anche abbastanza pacchiano.Mentre le altre leghe, compresa quella italiana, restano lì in attesa di raccogliere le briciole che però, per chi sa scegliere e posizionarsi bene, possono rivelarsi dei veri e propri piatti gourmet.
Bivacco di immigrati in Francia. Nel riquadro, Jean Eudes Gannat (Getty Images)
Inquietante caso di censura: prelevato dalla polizia per un video TikTok il figlio di un collaboratore storico di Jean-Marie Le Pen, Gannat. Intanto i media invitano la Sweeney a chiedere perdono per lo spot dei jeans.
Sarà pure che, come sostengono in molti, il wokismo è morto e il politicamente corretto ha subito qualche battuta d’arresto. Ma sembra proprio che la nefasta influenza da essi esercitata per anni sulla cultura occidentale abbia prodotto conseguenze pesanti e durature. Lo testimoniano due recentissimi casi di diversa portata ma di analoga origine. Il primo e più inquietante è quello che coinvolge Jean Eudes Gannat, trentunenne attivista e giornalista destrorso francese, figlio di Pascal Gannat, storico collaboratore di Jean-Marie Le Pen. Giovedì sera, Gannat è stato preso in custodia dalla polizia e trattenuto fino a ieri mattina, il tutto a causa di un video pubblicato su TikTok.
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Il ministro fa cadere l’illusione dei «soldi a pioggia» da Bruxelles: «Questi prestiti non sono gratis». Il Mef avrebbe potuto fare meglio, ma abbiamo voluto legarci a un mostro burocratico che ci ha limitato.
«Questi prestiti non sono gratis, costano in questo momento […] poco sopra il 3%». Finalmente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti fa luce, seppure parzialmente, sul grande mistero del costo dei prestiti che la Commissione ha erogato alla Repubblica italiana per finanziare il Pnrr. Su un totale inizialmente accordato di 122,6 miliardi, ad oggi abbiamo incassato complessivamente 104,6 miliardi erogati in sette rate a partire dall’aprile 2022. L’ottava rata potrebbe essere incassata entro fine anno, portando così a 118 miliardi il totale del prestito. La parte residua è legata agli obiettivi ed ai traguardi della nona e decima rata e dovrà essere richiesta entro il 31 agosto 2026.
I tagli del governo degli ultimi anni hanno favorito soprattutto le fasce di reddito più basse. Ora viene attuato un riequilibrio.
Man mano che si chiariscono i dettagli della legge di bilancio, emerge che i provvedimenti vanno in direzione di una maggiore attenzione al ceto medio. Ma è una impostazione che si spiega guardandola in prospettiva, in quanto viene dopo due manovre che si erano concentrate sui percettori di redditi più bassi e, quindi, più sfavoriti. Anche le analisi di istituti autorevoli come la Banca d’Italia e l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) tengono conto dei provvedimenti varati negli anni passati.
Maurizio Landini (Ansa)
La Cgil proclama l’ennesima protesta di venerdì (per la manovra). Reazione ironica di Meloni e Salvini: quando cade il 12 dicembre? In realtà il sindacato ha stoppato gli incrementi alle paghe degli statali, mentre dal 2022 i rinnovi dei privati si sono velocizzati.
Sembra che al governo avessero aperto una sorta di riffa. Scavallato novembre, alcuni esponenti dell’esecutivo hanno messo in fila tutti i venerdì dell’ultimo mese dell’anno e aperto le scommesse: quando cadrà il «telefonatissimo» sciopero generale di Landini contro la manovra? Cinque, dodici e diciannove di dicembre le date segnate con un circoletto rosso. C’è chi aveva puntato sul primo fine settimana disponibile mettendo in conto che il segretario questa volta volesse fare le cose in grande: un super-ponte attaccato all’Immacolata. Pochi invece avevano messo le loro fiches sul 19, troppo vicino al Natale e all’approvazione della legge di Bilancio. La maggioranza dei partecipanti alla serratissima competizione si diceva sicura: vedrete che si organizzerà sul 12, gli manca pure la fantasia per sparigliare. Tant’è che all’annuncio di ieri, in molti anche nella maggioranza hanno stappato: evviva.





