2024-04-19
Dopo Soumahoro, candidano la Salis
Il fallimento del deputato con gli stivali non è bastato: per raccattare qualche voto Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni puntano sulla maestrina accusata di far parte di una banda di picchiatori. Diranno che vogliono sollevare la questione delle carceri. Ma per quello c’era Beniamino Zuncheddu...Sono passati più di quarant’anni da quando Marco Pannella offrì a Toni Negri la candidatura nelle liste del Partito radicale. Da 12 mesi il filosofo padovano che aveva tenuto a battesimo Potere operaio era detenuto con accuse gravissime.I giudici gli imputavano una sfilza di reati che andavano dall’insurrezione armata contro i poteri dello Stato al rapimento e all’uccisione del figlio di una nota dinastia industriale. Per non far mancare nulla, gli contestarono pure la detenzione di armi, attentati dinamitardi, possesso di esplosivi, falsificazione di documenti, furti, tentate rapine, tentato sequestro e favoreggiamento. Molte delle accuse caddero durante l’istruttoria, mentre altre rimasero in piedi e portarono, dopo un iter giudiziario molto contrastato, a una condanna di 12 anni, che tuttavia Toni Negri non scontò mai.Infatti, grazie a Pannella, il filosofo che simpatizzava con chi, armi in pugno, si calava sul volto il passamontagna, una volta giunta la condanna se ne scappò in Francia, dove per anni continuò indisturbato a impartire cattive lezioni. Infatti, dopo essere stato eletto al Parlamento, poco prima che la Camera votasse a favore dell’arresto richiesto dalla Procura, Toni Negri se la svignò a bordo di uno yacht (i compagni sono sempre molto chic, non scappano a piedi o in treno), confidando che la dottrina Mitterrand avrebbe fatto il resto, cioè avrebbe impedito il ritorno dietro le sbarre, come poi effettivamente accadde. Se ricordo la vicenda del professore è solo perché, fatte le debite proporzioni, la candidatura di Ilaria Salis è molto simile a quella di Negri. Ufficialmente, il partito radicale candidò il leader di Potere operaio per contestare la legislazione speciale antiterrorismo, ma in fondo anche per mettere alla berlina il sistema parlamentare e il regime dei partiti. Del resto, i nomi da mettere in lista non erano scelti a caso dal gruppo che aveva come simbolo la rosa nel pugno. Dopo Negri infatti, venne Enzo Tortora, per protestare contro l’uso distorto della carcerazione preventiva e mettere in evidenza i troppi errori giudiziari senza che nessun magistrato pagasse mai. Quindi ci fu la candidatura di Ilona Staller, in arte Cicciolina, una pornostar contro una certa ipocrisia puritana che per anni aveva provato a fare la morale anche in camera da letto. I radicali, insomma, hanno fatto un uso politico dei nomi da inserire nella scheda elettorale. Del resto, Pannella era Pannella e da controverso istrione sapeva rappresentare provocatoriamente le battaglie portate avanti dal suo partito.La coppia Fratoianni-Bonelli che ha offerto la candidatura a Ilaria Salis invece che cos’è? Si tratta di due signori disperatamente a caccia di voti e pronti ad acchiappare qualsiasi cosa pur di ottenere uno straccio di visibilità. In passato, si attaccarono ad Aboubakar Soumahoro, il sindacalista dei migranti, scambiandolo per l’astro nascente di una sinistra che poteva unire ambientalismo e comunismo. In realtà, l’attivista ivoriano era una stella cadente già quando fu messo in lista e infatti dopo poco cominciarono i guai, della moglie e anche i suoi, con contestazioni e accuse. A distanza di quasi due anni, di lui restano gli stivali sporchi di fango che indossò il giorno del suo ingresso a Montecitorio e le lacrime che versò in diretta Facebook mentre accreditava l’idea di un complotto contro di lui per le foto con le borsette Louis Vuitton della consorte. A quel punto, i Bibì e Bibò dell’Alleanza verdi e Sinistra avrebbero forse dovuto chiedere a Soumahoro di farsi da parte e lasciare lo scranno da parlamentare. Invece preferirono tacere, lavandosene le mani anche quando metà famiglia dell’onorevole dalla lacrima facile fu rinviata a giudizio. Ora la coppia di Avs ci riprova, questa volta con Ilaria Salis, con l’obiettivo dichiarato non solo di avere un volto noto in lista che non sia solo il loro, ma anche di tirare fuori di cella l’anarchica sardo-monzese. Sarà, ma noi, dopo la brutta esperienza di Toni Negri, pensavamo che il compito della politica non fosse quello di candidare qualcuno per evitargli il carcere. Immagino che il duplex rossoverde risponderà dicendo che la scelta della giovane fermata con l’accusa di far parte di una banda di manganellatori sia un modo per denunciare la condizioni di vita dei carcerati, gli errori giudiziari e i soprusi che si commettono nei confronti dei detenuti. Ma non c’era bisogno di andare fino a Budapest per trovare un testimonial di tutto ciò. Bastava telefonare a Beniamino Zuncheddu, un pastore che dopo essere stato accusato ingiustamente di omicidio, ha trascorso in cella 32 anni. Ora lo Stato vorrebbe rimborsarlo con 30.000 euro, meno di mille euro ogni 12 mesi trascorsi in carcere. Lui sì meriterebbe di stare in Parlamento, a spiegare cosa non funziona nella giustizia italiana. Lui sì dovrebbe essere il simbolo di una battaglia contro gli abusi della detenzione. Ma evidentemente, la colpa di Zuncheddu è di essere un povero pastore e non una maestrina dalla penna rossa dietro cui nascondere il vuoto di idee e di volti di una coppia che non teme il ridicolo.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.