2020-09-13
Dopo le Ong, Bruxelles regala soldi pure ai Paesi africani che li sprecano
Il Kenya è uno dei Paesi che ha ricevuto aiuti dall'Europa (Ansa)
La Corte dei conti europea rivela: l'Ue continua a mandare finanziamenti anche agli Stati che li sperperano. Il Kenya ha ricevuto in sei anni 435 milioni senza registrare progressi. Mentre a noi viene imposta l'austerità.In alcuni casi non sanno come i soldi (anche nostri) vengano utilizzati. In altri, invece, riescono a scoprirlo, salvo purtroppo rendersi conto che i denari sono andati sostanzialmente sprecati. Nei giorni scorsi abbiamo raccontato come le istituzioni europee, tra il 2015 e il 2018, abbiano elargito una vera e propria montagna di finanziamenti alle Organizzazioni non governative. Qualcosa come 3,4 milioni di euro, di cui però non si conosce la destinazione esatta. Una parte dei fondi potrebbe essere stata utilizzata dalle Ong per finanziare le navi che trasportano qui i migranti, ad esempio. Altri milioni (parecchi) sono finiti a Islamic Relief Worldwide, organizzazione musulmana i cui vertici hanno dovuto dimettersi in massa nei giorni scorsi dopo che la stampa britannica ha pubblicato le dichiarazioni antisemite di due membri del consiglio direttivo. La Commissione europea ha promesso che, nel prossimo futuro, tenterà di garantire più trasparenza riguardo ai versamenti fatti alle Ong, ma intanto il problema rimane. Anzi, si allarga. A segnalare l'assenza di chiarezza sui fondi era stata, addirittura nel 2018, la Corte dei conti europea. La quale, pochi giorni fa, ha pubblicato un nuovo report riguardante i finanziamenti inviati in Africa dall'Ue al fine di sostenere lo sviluppo. In pratica, si tratta dei soldi che servirebbero - come si ama dire - ad aiutare gli africani «a casa loro». A quanto risulta, però, questo aiuto non è affatto una manna dal cielo. Piuttosto appare come uno spreco di risorse. La Corte dei conti, infatti, ha esaminato nel dettaglio la situazione del Kenya, uno Stato che ha ricevuto dalle istituzioni europee, tra il 2014 e il 2020, una cifra piuttosto consistente: «435 milioni di euro, pari a circa lo 0,6 % del gettito fiscale del Paese». Come è stato usato questo denaro? Ecco la valutazione dei controllori europei: «La Commissione europea e il Servizio europeo per l'azione esterna non hanno dimostrato che gli aiuti erogati a favore del Kenya tra il 2014 e il 2020 a titolo del Fondo europeo di sviluppo (Fes) abbiano ovviato agli ostacoli allo sviluppo ai quali il Paese deve confrontarsi e siano stati incentrati sulla riduzione della povertà». Chiaro? Sono stati dati 435 milioni allo Stato africano per aiutarlo a svilupparsi, ma non ci sono prove che si sia «sviluppato» o che abbia ridotto la povertà. « I progetti finanziati nel quadro del precedente Fes per il periodo 2008-2013 hanno prodotto gli effetti attesi», prosegue la Corte dei conti. «Ma non hanno avuto impatto tangibile sul grado di sviluppo complessivo del Kenya». Ecco perché «la Corte dei conti invita ora l'Ue a rivedere il proprio approccio per l'assegnazione degli aiuti allo sviluppo». Ora, già l'idea di aiuto, di per sé, è discutibile, tanto che vi si oppongono anche numerosi economisti e attivisti africani, considerando i finanziamenti una sorta di nuovo colonialismo economico. Ma il rischio concreto, qui, è che questi finanziamenti (a cui ovviamente contribuisce anche l'Italia) facciano addirittura dei danni. Nello specifico del Kenya, la Corte dei conti nota che, nonostante lo Stato africano «abbia continuato a comparire tra il 21 % dei Paesi in coda alla classifica dell'indice di percezione della corruzione stilata da Trasparency International», non sono stati riscontrati «elementi attestanti che tale circostanza abbia indotto l'Ue a introdurre ulteriori condizioni per l'erogazione dei finanziamenti Fes. Il Kenya, in effetti, ha continuato a ricevere un livello di finanziamenti simile a quello ottenuto nell'ambito del precedente Fes». Tradotto: anche se il Kenya è parecchio corrotto e non dà segni di miglioramento, abbiamo continuato a dargli dei soldi. Viene il sospetto, quindi, che quei denari siano stati utilizzati male o che abbiano contribuito a ingrassare qualche potente locale non proprio pulito. Viene da pensare, poi, che i problemi di mala gestione non riguardino soltanto il Kenya. Leggendo il report della Corte dei conti si scopre ad esempio che - per via del sistema di calcolo utilizzato per l'attribuzione dei finanziamenti - gli Stati africani più popolosi sono penalizzati rispetto a quelli meno popolosi. Non è tutto. Nel testo si trovano anche passaggi come questo: «La Corte ha riscontrato che il processo di assegnazione dei fondi Fes implica che quest'ultima non sia subordinata alla performance, al buon governo, all'impegno alla realizzazione di riforme strutturali o alla lotta alla corruzione del Paese beneficiario». Significa che i finanziamenti vengono dati alla cieca, non sono legati agli effettivi miglioramenti delle condizioni degli Stati africani, cosa decisamente assurda. In sostanza, oltre a dare alle Ong 3,4 miliardi per chissà quali scopi, l'Ue spreca centinaia di milioni per aiuti che non vanno a buon fine. Poi, però, a noi impone austerità.
Jose Mourinho (Getty Images)