2023-03-07
Dopo Baldoni, l'occasione per potenziare la cybersicurezza in Italia
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Le dimissioni del direttore generale dell'Acn potrebbero spingere il governo a migliorare l'agenzia che ci tutela dagli attacchi informatici, rendendola magari più simile a quella francese, l'Ansii nata nel 2008. «Il cambio al vertice potrà portare ad una valorizzazione della missione e dell’ambito operativo dell’agenzia stessa», commenta Pierguido Iezzi, ceo di Swascan, Tinexta Group.Sarà rapida la nomina del successore di Roberto Baldoni dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn). «Riferisco domani al Copasir», ha detto l’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Alfredo Mantovano, rispondendo a chi gli domandava delle dimissioni di quello che i quotidiani avevano chiamato il cyberzar italiano. Attriti con il governo, errori nella comunicazione (come l’eccesso di allarmismo del 5 febbraio scorso o anche le polemiche per il copia e incolla del piano strategico nazionale da Accenture), sono solo alcuni dei motivi che hanno spinto Baldoni a lasciare il suo incarico. Baldoni era stato nominato nell’agosto 2021 dal governo di Mario Draghi. Era stato vicedirettore generale del Dis e al suo insediamento il mondo era molto diverso da quello di oggi. All’epoca la cybersicurezza era un affare legato soprattutto agli attacchi alle aziende, dopo l’esplosione del conflitto tra Russia e Ucraina è diventata una questione di sicurezza nazionale. Per questo l’addio di Baldoni potrebbe aprire le porte a una riforma stessa dell’agenzia nazionale, per rispondere alle nuove sfide. Va ricordato che da qui al 2030, come previsto dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), l’Acn dovrà gestire 3 miliardi di euro per rafforzare la postura cyber delle pubbliche amministrazioni e allo stesso tempo ci saranno da fare anche più di 700 assunzioni. Domani Mantovani parlerà al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) e, secondo la normativa, dovrebbe comunicare il nome del nuovo direttore generale. «Il cambio al vertice dell’Acn potrà portare ad una valorizzazione della missione e dell’ambito operativo dell’agenzia stessa», commenta Pierguido Iezzi, ceo di Swascan, Tinexta Group. «Quando il governo Draghi creò questo ente con il Dl 82/2021, il panorama digitale italiano e globale, già notevolmente complesso, non conosceva ancora le complicazioni dovute al conflitto russo-ucraino. Lo stesso sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, nel suo report annuale, ha sottolineato come negli ultimi 12 mesi ci sia stato un drastico incremento delle incursioni digitali per minare la credibilità e la reputazione degli obiettivi ritenuti sostenitori di una delle parti coinvolte nel conflitto russo-ucraino, così come delle attività di spionaggio rivolte verso i sistemi dei Dicasteri Cisr». Per Iezzi, «confrontarsi con il Cyber Crime è già sicuramente un compito difficile, ma quando gli attori coinvolti vanno a includere anche gruppi e collettivi sostenuti dagli Stati, le regole d’ingaggio vanno adattate per rispettare un ruolo più attivo anche su un piano delicato come quello della difesa cybernetica. Sarebbe saggio guardare oltralpe, in Francia, per osservare un modello replicabile ed efficace anche in questa evenienza», continua l’esperto. A Parigi, infatti, con la legge 1168/2013 già dieci anni fa è stato sancito che «il Presidente del Consiglio stabilisce la politica e coordina l'azione del governo nel campo della sicurezza e della difesa informatica. A tal fine, dispone dell'Agenzia nazionale francese per la sicurezza informatica», Ansii, riportando al Segretario Generale per la Difesa e la Sicurezza Nazionale. A prendere il posto di Baldoni, ad interim, sarà con tutta probabilità a Nunzia Ciardi, già vice del direttore generale dimissionario, ex capo della Postale e persona stimata da tutti i partiti politici: poi si vedrà. Dopo la nomina, è probabile che sarà lo stesso governo a fare un ragionamento sulle possibili riforme. L’esempio della Francia è sicuramente quello tra i più virtuosi in Europa, da cui prendere spunto. Del resto l’Ansiii (Agence Nationale de la Sécurité des Systèmes d’Information) nacque nel 2008 con Nicolas Sarkozy. L’Ansii si pone diversi obiettivi, dalla prevenzione delle minacce informatiche, all’anticipazione cioè la protezione e reazione in caso di attacchi. La strategia nazionale per la difesa informatica ha fissato quattro “catene operative” per centralizzare e semplificare l’azione pubblica sul campo, ovvero protezione, intelligence, indagini giudiziarie e catene di azione militare». Ha quindi una funzione offensiva, può fare attacchi per contrastare operazioni di spionaggio che un tempo erano prerogativa solo dei servizi segreti esterni francesi (Dgse). Ora invece l’agenzia francese ha l’autorizzazione a effettuare operazioni informatiche offensive come se fossero militari.La strategia nazionale francese per la sicurezza digitale, annunciata il 16 ottobre 2015 dal primo ministro francese Manuel Valls, è progettata per supportare la transizione digitale della società francese, ma allo stesso tempo salvaguardare il perimetro digitale dello Stato francese. Al tempo era stato riconosciuto come la rapida digitalizzazione comportasse rischi per lo Stato, gli attori economici e i cittadini. La criminalità informatica, lo spionaggio, la propaganda, il sabotaggio e lo sfruttamento eccessivo dei dati personali minacciano la fiducia e la sicurezza digitale, richiedendo così una risposta collettiva e coordinata basata su cinque priorità strategiche: gli interessi fondamentali; la fiducia digitale; la formazione continua; il mondo produttivo; il cyberspazio europeo. «L’esempio dell’Ansii potrebbe ben presto indicarci la via su come meglio approcciare il tema della cyber sicurezza a livello nazionale», conclude Iezzi.
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