2023-05-04
Nel dl Lavoro 257 milioni per Alitalia. Niente sgravi per chi assume badanti
Il testo, di cui manca la versione definitiva, stanzia altri fondi per la società in amministrazione straordinaria. Addio raddoppio delle deduzioni dei contributi di colf e baby sitter. La Ragioneria: aumenti fino a 130 euro.Il testo del decreto Lavoro, approvato il 1° maggio in Consiglio dei ministri non è stato ancora bollinato dalla Ragioneria dello Stato, che sta finendo tutte le verifiche necessarie sulla disponibilità delle risorse messe in campo, né tanto meno pubblicato in Gazzetta ufficiale. E dunque, di fatto, non c’è ancora un testo definitivo che possa cristallizzare le misure decise dal cdm e su cui ragionare per capire effettivamente il reale impatto di queste sulla vita dei lavoratori e non. Il ministero dell’Economia, per esempio, ha stimato come l’incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti rispetto a quanto già previsto in legge di bilancio (altri 3 punti) porterebbe, nel periodo tra luglio e dicembre, a un aumento medio di 100 euro al mese per i dipendenti con redditi tra i 25.000 e i 35.000 euro. Somma che però è stata rivista al rialzo. Dalla Ragioneria dello Stato sono infatti trapelate stime, come sottolineato dal Corriere della Sera, che evidenzierebbero che per le diverse fasce di reddito l’aumento in busta paga, oscillerebbe tra i 50 e i 130 euro al mese al posto dei 100 previsti dal Mef. Approssimazioni numeriche che sono collegate alla mancanza di un testo definitivo su cui ragionare e poter calcolare effettivamente di quanto saranno più pesanti le buste paga dei lavoratori a partire da maggio e fino a fine anno. Un impatto importante da stimare dato che il governo ha ribadito anche ieri di voler rendere strutturale la misura e cercare di inserirla all’interno della prossima finanziaria. La non pubblicazione di un testo definitivo è un problema che si ripercuote anche sulle altre misure presenti all’interno del decreto Lavoro, che vanno dall’assegno di inclusione che sostituisce il reddito di cittadinanza, agli incentivi per assumere giovani, disabili e disoccupati, passando per l’aumento, da 258 a 3.000 euro, della soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit e alle modifiche apportate ai contratti a tempo determinato che potranno avere una durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi. Misure che di fatto non possono essere considerate definitive in assenza di un testo finale bollinato e pubblicato in Gazzetta ufficiale.Le criticità del decreto Lavoro non finisco però qua. Nel testo approvato dal cdm sono infatti saltati gli sgravi fiscali per l’assunzione di colf, badanti e baby sitter per motivi legati alle coperture finanziarie e per evitare la bocciatura da parte della Ragioneria dello Stato. Nelle prime bozze, infatti, la soglia di deducibilità dei contributi a carico delle famiglie doveva passare da 1.500 a 3.000 euro. Un raddoppio degli sgravi che avrebbe dovuto controbilanciare, anche se parzialmente, l’aumento dei minimi retributivi decisi per adeguare lo stipendio di questi lavoratori alla crescita dell’inflazione. A partire dal 1° gennaio 2023 c’è stato di fatto un aumento del 9,2% delle retribuzioni minime di colf, badanti e baby sitter, visto che l'inflazione registrata a fine 2022 è stata pari all’11,5%. Adeguamento che di conseguenza ha fatto crescere il peso economico sulle spalle delle famiglie e che non sarà in alcun modo compensato dato che nel testo approvato dal cdm è stata esclusa la maggiorazione della deducibilità dei contributi per colf, badanti o baby sitter.Altro tema spinoso, presente nel decreto Lavoro, è la questione Alitalia. Il governo ha deciso di destinare altri soldi al dossier questione prolungando di sei mesi la cassa integrazione per i dipendenti. Da ricordare che la Legge n. 234 del dicembre 2021 aveva già ampliato a tutto il 2022 e 2023, con scadenza al 31 dicembre di quest’anno, il trattamento di integrazione salariale. Il governo Meloni con il decreto Lavoro ha allungato ulteriormente il periodo di cassa integrazione per i lavoratori di Alitalia in amministrazione straordinaria fino al 30 giugno 2024: «Può essere concessa un’ulteriore proroga di sei mesi al termine dei 12 mesi di cui al primo periodo soltanto previa attivazione di un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi», si legge nel testo approvato dal cdm il 1° maggio. Decisione che pesa anche a livello economico dato che si sono dovuti stanziare altri 135,1 milioni di euro per il primo semestre del 2024 (193,6 milioni erano già stati destinati per tutto il 2023 dalla Legge del 2021) e ulteriori 61 milioni per far fronte alla prestazione integrativa (32,7 milioni di euro per il 2022 e 99,9 milioni di euro per l'anno 2023). Inoltre, il Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale vede un incremento di altri 61 milioni per il primo semestre dell’anno prossimo. Anche in questo caso la legge del 2021 aveva già stanziato 32,7 milioni per il 2022 e 99,9 per il 2023. Per coprire l’ulteriore proroga di cassa integrazione e le spese connesse il governo, per il primo semestre del 2024, ha dunque stanziato circa 257 milioni di euro. L’esecutivo ha infine consentito l’attuazione dei programmi formativi cofinanziati dalle Regioni nell’ambito delle rispettive misure di politica attiva del lavoro. Da ricordare infine che il decreto Lavoro una volta bollinato e dunque approvato dalla Ragioneria dello Stato entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e che le Camere avranno 60 giorni per la conversione in legge del documento.
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