2020-06-22
Divina fragola. Il diamante rosso dell’estate più potente di qualsiasi pillola
Per William Shakespeare era «il cibo delle fate». E sarà pure un falso frutto, ma nutre come un vero integratore: tante energie e doti medicinali in pochissime calorie.Ricordate quella scena di Innamorati cronici, la commedia sentimentale statunitense degli anni Novanta, nella quale Maggie (Meg Ryan) rende pan per focaccia al suo ex fidanzato francese Anton (Tchéky Karyo) che l'ha sfruttata e poi mollata per un'altra nascondendogli, tra l'altro, nel cuscino una manciata di fragole perché è allergico? Il rossore, le pustole e il prurito di Anton, che non si può nemmeno grattare essendo quasi tutto ingessato poiché Maggie - prima delle fragole - lo aveva anche investito con la motocicletta, procurano allo spettatore ovvia ilarità, ma nella realtà l'allergia alle fragole non esiste. Si tratta invece di una pseudoallergia, di cui soffre il 4% dei bambini sotto i due anni e l'1% degli adulti, con sintomi basici come orticaria, prurito, diarrea, vomito, severa difficoltà respiratoria nel caso di reazioni più importanti, ma che, per fortuna, non coinvolge il sistema immunitario come accade nelle vere allergie. Dai romani ai cherokeeResponsabile della reazione pseudoallergica alle fragole è la presenza in queste ultime di sostanze (comuni anche a crostacei e pomodori) capaci di stimolare il rilascio di istamina. Se necessario, si può assumere anche un antistaminico, altrimenti è già sufficiente interrompere l'assunzione di fragole per una piena remissione dei sintomi. Al netto della parallergia che può causare, la fragola è un frutto imprescindibile nell'alimentazione primaverile ed estiva. Abbiamo scritto «frutto» perché tale la consideriamo, ma quella sorta di diamante rosso puntinato di giallo è un falso frutto. Il vero frutto di Fragaria (Linneo, 1753), genere di Magnoliophyta (cioè Angiosperme) che appartiene alla famiglia delle Rosaceae, è l'achene, cioè proprio il semino giallo che puntina il ricettacolo ingrossato dell'infiorescenza rossa che, secondo alcuni, non ha forma di diamante, ma di cuore. Gli acheni, che, come pois, colorano il frutto aggregato che è dunque la fragola sono i veri frutti e sono circa 200 a fragola. Al genere Fragaria appartengono più di 20 specie e numerosi ibridi e cultivar. La Fragaria x ananassa è la fragola da orto più diffusa, alla Fragaria virginiana del Nord America una leggenda cherokee attribuisce il merito di aver addolcito tanto la Prima Donna da farle passare l'arrabbiatura col marito. Fu la prima ad essere coltivata in un orto botanico parigino a metà del Diciottesimo secolo e, fertilizzando col suo polline la Fragaria chiloensis di origine cilena che aveva solo fiori femminili e non produceva frutti in Europa dacché vi era stata introdotta, è alla base della coltivazione europea delle nuove fragole che, col tempo, hanno sostituito quelle selvatiche (oggi chiamate «di bosco»). Queste ultime erano già conosciute dagli antichi romani, i quali le usavano come antidepressivo. Il re di Francia Carlo V invece ne coltivava in quantità, ben 1.200 piante, tanto ne era goloso (con le fragole nel Medioevo si faceva anche l'inchiostro, pratica riscoperta durante la guerra civile americana). La fragolina di bosco è la Fragaria vesca. Coi suoi falsi frutti più piccoli, più tondeggianti e più morbidi (vesca in latino significa «molle») rispetto a quelli delle fragolone che troviamo al mercato e supermercato, cresce spontanea nei sottoboschi italiani, ma può anche essere coltivata. Se vi dilettate a raccogliere fragoline appunto nei boschi - nei boschi dell'Aspromonte la nostra fragolina è bianca e non rossa - non confondetela con la Duchesnea indica, anche detta «falsa fragola» o «fragola matta», importata dall'Orto botanico di Torino e poi diffusasi in tutta Italia, che è una stolonifera, cioè attecchisce dove c'è umidità, così propagandosi con tanta solerzia da essere considerata un'infestante: non è tossica ma, insomma, non è nemmeno una fragola. La nostra nazione è una buona produttrice di fragole, più performante coi competitor europei che con quelli mondiali, veri e propri mastodonti: i dati Istat ci dicono che nel 2019 sono stati prodotti 1.300.449 quintali di fragole italiane, 357.979 in pieno campo e 942.470 in coltura protetta, impiegando una superficie totale di circa 4.738 ettari. Un decennio prima, nel 2008, si coltivavano un po' più ettari (6.049) e si raccoglievano un po' più fragole (1.596.007 quintali), ma considerato come sono caduti a picco i numeri di certe altre colture, questa più o meno stabilità della produzione fragolicola tricolore ci rassicura, anche se non dobbiamo mai abbassare la guardia: nel mondo, secondo i dati 2017 Faostat, sono state prodotte 9.223.815 tonnellate su una superficie adibita alla coltivazione delle fragole di 395.844 ettari. Il primo produttore è, manco a dirlo, la Cina, con 9.223.815 tonnellate su una superficie di 133.114 ettari, seguono gli Usa con 1.449.280 tonnellate (per 21.327 ettari) e il Messico con 658.436 tonnellate (13.850 ettari). Noi siamo prevedibilmente quattordicesimi nella classifica mondiale, ma quinti in Europa, quindi ricordiamoci sempre di acquistare fragole italiane e mai straniere. Simbolo religiosoLa nostra produzione fragolicola in passato era concentrata al Nord: negli anni Ottanta, la Valle Padana era la principale fucina di fragole nazionale, ma dai 2.000 ettari di 40 anni fa si è giunti ai soli 200 di oggi. Questa contrazione è stata compensata da un aumento delle coltivazioni meridionali. Distribuire la produzione lungo un territorio che presenta una varietà climatica come la nostra, oltre all'introduzione di nuove varietà e all'uso di nuove tecniche (la coltura protetta), ha condotto alla destagionalizzazione delle fragole, che ormai esuberano dalla sola, canonica, raccolta estiva. Anche in Veneto, attuale leader del Nord Italia, abbiamo più produzioni grazie alle varietà rifiorenti che producono frutti più volte dalla primavera fino all'autunno, mentre le unifere o non rifiorenti li producono una sola volta l'anno nel periodo maggio-giugno. Tutto questo ci permette non solo di gustare le nostre fragole per molti mesi all'anno, ma anche di esportarne parecchie (siamo al nono posto tra i principali esportatori mondiali di fragole), principalmente in Europa. Le storie mitologiche collegano spesso le fragole all'amore: si narra che alla morte del suo giovane amante Adone, avvenuta per mano del suo abituale amante Marte, Venere pianse tante lacrime che, toccando il suolo, diedero vita alle fragole sulla Terra. Anche nella mitologia nordica la fragola è associata all'amore, infatti è l'attributo di Frigg, la dea del matrimonio. Emblema di amore ma anche di passione (per lungo tempo la si è creduta afrodisiaca), la fragola è però anche simbolo cattolico di purezza e innocenza: «Ammiriamo la fresca innocenza della fragola perché, mentre cresce nel terreno ed è continuamente schiacciata dalle serpi, dalle lucertole e da altri rettili velenosi, essa si mantiene pura […] né assorbe le loro cattive qualità», scrisse San Francesco di Sales. Anche Shakespeare scrisse che «innocenza e fragranza sono i suoi nomi. Essa è il cibo delle fate». La purezza delle fragole è associata spesso a quella della Vergine Maria, per i suoi fiori candidi, che maturano in primavera alludendo all'Annunciazione e all'Incarnazione di Cristo, e per le foglie tripartite che rimandano alla Trinità di Padre, Figlio e Spirito Santo. Virtù antiossidanteQuanto alla fragranza, il termine «fragola» deriva dal latino fragrans, cioè «profumata», da cui fragaria, termine col quale i romani chiamavano la fragola e che poi è diventata la denominazione del genere botanico. Associamo certamente il profumo della fragola a qualcosa di buono, ma la fragola mangiata è - nel senso che ci fa bene - ancora più buona che annusata. Innanzitutto, è uno dei pochi frutti dolci permessi ai diabetici: le fragole contengono pochi zuccheri, rappresentati perlopiù dal levulosio, che i diabetici assimilano con facilità. Sempre in tema di diabete, grazie alla presenza dei polifenoli ellagitannini consumare fragole regolarmente riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Parliamo spesso dell'importanza dell'assunzione di antiossidanti tramite l'alimentazione e la fragola fa parte dei cibi della classifica Orac, cioè Oxygen radical absorbance capacity, per il suo altissimo potere antiossidante determinato dalla presenza di antociani, che sono causa del suo bel colore rosso, e poi di quercetina e di acido ellagico. L'ossidazione di composti organici e inorganici determina, come prodotto di scarto, i radicali liberi, che sono molecole di ossigeno fortemente reattive e in grado di danneggiare la struttura cellulare, in particolare del Dna. Gli antiossidanti catturano i radicali liberi e per questo motivo sono considerati non solo un elemento antietà, ma anche un antitumorale. fonte di vitamineLe fragole sono anche ricchissime di vitamina C, antiossidante anch'essa, necessaria al corretto funzionamento del sistema immunitario, importante per potenziare l'assorbimento del ferro e quindi contrastare l'anemia, per sintetizzare il collagene, che rafforza i vasi sanguigni, la pelle, i muscoli e le ossa: senza vitamina C il nostro organismo non può creare collagene. Le fragole hanno tanta vitamina C quanta ne hanno le arance Navel (59 milligrammi ogni 100 grammi, la razione giornaliera consigliata maschile è di 90 milligrammi, quella femminile di 70: quindi con un etto e mezzo di fragole l'assumiamo tutta). Però hanno meno calorie (32 ogni 100 grammi le fragole, contro le 49 delle arance). Considerato l'apporto di altre vitamine (gruppo B, soprattutto la 9, cioè l'acido folico che lavora in sinergia col ferro e fa bene anche alla memoria, poi vitamina K ed E) e di sali minerali (ferro, appunto, sodio, potassio, rame che mantiene i capelli in salute e contrasta la calvizie, manganese che ritarda l'ingrigimento dei capelli, fosforo, calcio, fluoro e magnesio), la fragola costituisce quasi un integratore multivitaminico e multiminerale: invece di ingoiare pilloline, mangiamo fragole! Ci fanno bene anche all'idratazione, considerato che il 95% del loro peso è acqua. Acqua vuol dire idratazione ma anche depurazione e detossificazione (stimolare l'attività di fegato e reni). Grazie al connubio tra acqua e fibre, poi, le fragole contribuiscono al senso di sazietà a fronte di davvero poche calorie, come abbiamo visto, e poi al mantenimento di una corretta motilità intestinale e al minore assorbimento di grassi e zuccheri (quindi, se non si hanno problemi di sovrappeso, via libera all'associazione con un po' di panna zuccherata e, in generale, con lo zucchero). Poverissime di grassi e proteine, le fragole sono anche antipertensive perché hanno la capacità di ridurre l'attività dell'angiotensina, l'ormone che causa vasocostrizione. Tutto questo anche grazie al loro contenuto di potassio e magnesio, che ci forniscono l'energia di cui abbiamo maggiormente bisogno ora che, col solstizio d'estate dell'altroieri, entriamo in una stagione impegnativa per l'organismo come è l'estate. Spazzolino naturaleAlle fragole sono riconosciute anche proprietà antinfiammatorie, antisettiche e disinfettanti e gli antichi romani avevano ragione a considerarle antidepressive perché migliorano l'umore, stimolando la produzione di serotonina e melanina. Le fragole fanno bene anche ai denti: lo xilitolo previene la placca dentale, pulisce il cavo orale e uccide i germi responsabili dell'alitosi. In caso di emergenza, si possono usare come una sorta di dentifricio naturale (i semini fungeranno da microsfere abrasive, mangiatene un po' e poi sciacquate bene la bocca).Se non lo conoscete, il succo di fragola è uno dei più buoni che ci siano, un vero e proprio nettare che - pensate - ha anche effetto benefico su alcuni microrganismi infettivi e virus: sembra essere in grado di guarire le vescichette da Herpes simplex, basta imbibirle o anche poggiarci su una fragola tagliata a metà.