2024-08-13
Su Disney+ la terza stagione di «The Bear»
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The Bear, di cui Disney+ è prossimo a rilasciare la terza stagione, riprende dove si era interrotto. Carmy, che nel primo capitolo dello show ha lasciato una cucina stellata per risollevare il localaccio del fratello morto suicida, ha perso l’amore e inaugurato il locale.Ad Ayo Edebiri, Sydney in The Bear, sono bastate poche parole per suggellare quel fenomeno planetario che è la sua serie tv, gli Emmy, gli entusiasmi, un fanatismo tanto sentito da aver finito per alimentare (anche) il mercato del turismo. «Cos’è, in fondo, la cucina se non una metafora della vita?», s’è chiesta l’attrice, racchiudendo in una sola frase il senso dello show, di ritorno su Disney+ mercoledì 14 agosto.The Bear, superficialmente, ha scelto di raccontare cosa si celi dietro le cucine patinate, quale lavoro immane, quali e quanti sacrifici. È stato l’anti-MasterChef, deciso a restituire il lato sporco del mestiere di chef. Quel mestiere che la televisione ha nobilitato e mitizzato, un mestiere che, negli ultimi anni, è diventato il sogno di tanti ragazzini, i licei alberghieri di nuovo pieni. The Bear ha detto loro cosa significhi, davvero, fare il cuoco: non imbroccare il piatto giusto davanti ad una platea televisiva, ma scegliere la cucina anziché il mondo, accettare che la propria vita si manifesti quando quella d’altri si esaurisca. E sono le feste saltate, le cene in solitaria, la rinuncia alla dimensione sociale a farsi largo nel racconto. Un racconto che, però, non ha mai voluto fermarsi a questo. «Molti personaggi sono pieni di difetti, alcuni hanno subito una perdita. Il ristorante è la loro terapia», ha spiegato la Edebiri, raccontando - con estrema chiarezza e semplicità - cosa voglia davvero The Bear: parlare di vita attraverso il pretesto della cucina.La serie, che si dice Disney abbia già rinnovato per una quarta e ultima stagione, segue l’evoluzione dello chef Berzatto, Carmy nello show. Carmy è bello, talentuoso, è dotato di una sensibilità fuori dal comune, ma ogni sua dote positiva stride con l’incapacità di adattarsi alle regole del vivere civile. Carmy sembra affetto da una forma lieve di sociopatia e il lavoro, condannarsi all’inferno delle pentole, delle cucine afose e roventi, è quel che pare consentirgli di non pensare ai suoi difetti. L’unica via di salvezza, di riscatto. E, pure, un chiodo di più sulla sua tomba relazionale.The Bear, di cui Disney+ è prossimo a rilasciare la terza stagione, riprende dove si era interrotto. Carmy, che nel primo capitolo dello show ha lasciato una cucina stellata per risollevare il localaccio del fratello morto suicida, ha perso l’amore e inaugurato il locale. The Bear, da «Berzatto», è sorto sulle ceneri di The Beef, e ne ha stravolto lo spirito: non più fast food alla peroferia di Chicago, ma avamposto tra innovazione e tradizione dell’alta cucina. The Bear è raffinato, i piatti pensati. Ha una brigata all’avanguardia, uno chef che si occupi solo di pasticceria. Vuole servire pietanze che possano essere ricordate, non una cucina mordi-e-fuggi, da ingurgitare senza pensieri né memoria. Il successo arriva. Carmy e Sydney, sua giovane partner, sono incensati per le proprie abilità. Ma Carmy, con gli occhi languidi di Jeremy Allen White, si perde, divorato dall’ossessione di una stella Michelin. Da un’ossessione che lo spingerà ancor più lontano dagli affetti, dalle relazioni umane, dalla vita in genere.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.