2024-07-02
Dimissioni? Gravina punta alla rielezione
Il presidente convoca l’assemblea il 4 novembre. Non è una data a caso: disinnesca l’opzione commissariamento (ventilata al Coni) e restringe i tempi per individuare un rivale. Intanto la Figc prende 4 milioni di multa dal garante e diritti tv della B sono in alto mare.Come un abile giocatore di poker Gabriele Gravina spiazza il mondo politico e calcistico italiano. E, inondato dalle critiche per l’uscita dell’Italia agli ottavi dell’Europeo tedesco, il presidente della Figc non solo decide di non dimettersi dopo la drammatica prestazione degli azzurri a Berlino. Anzi rilancia, difendendo il commissario tecnico Luciano Spalletti e rivendicando la totale autonomia della federazione, respingendo le richieste di dimissioni da parte della politica. Carlo Tavecchio, ex presidente Figc ormai scomparso, fu di sicuro più coerente quando - nel 2017 - dopo la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale di Russia 2018, decise (pur con insofferenza) di dimettersi dopo aver silurato Gian Piero Ventura. Invece Gravina ha convocato l’assemblea il prossimo 4 novembre, per rinnovare tutti gli organi federali. La mossa, fino a sabato scorso del tutto inaspettata (tanto che Gravina parlava di scadenza naturale del mandato nel 2025), ha un triplice obiettivo. Da un lato prova a spegnere le polemiche degli ultimi giorni, ma dall’altro - a quanto si racconta nei corridoi della Federcalcio - sembra sia servita a disinnescare un possibile commissariamento della Figc da parte del Coni di Giovanni Malagò, ipotesi che aveva iniziato a circolare con forza nelle ultime ore nei palazzi romani. Infine la scelta di Gravina di convocare l’assemblea potrebbe essere un modo per spiazzare i suoi possibili avversari, dando loro poco tempo per trovare un candidato rivale. Peccato che tra conferenze stampa e dichiarazioni a margine, l’attuale presidente non abbia manco sfiorato l’ipotesi di non ricandidarsi. Per questo motivo c’è chi si aspetta che proprio Gravina possa ripresentarsi tranquillamente il 4 novembre e, forte dell’appoggio dell’assemblea, farsi rieleggere. In questa chiave, di ricerca di consenso politico, si può leggere anche la nuova commissione di saggi, nata per favorire il rapporto tra Nazionale e club con l’inserimento di quattro dirigenti: Giuseppe Marotta dell’ Inter (che viene maliziosamente definita una «succursale» della Figc); Cristiano Giuntoli della Juventus; Umberto Marino dell’Atalanta e Giovanni Sartori del Bologna. Del resto, la maggior parte delle componenti dell’organo assembleare della Figc sono legate a doppio filo a Gravina. Nemmeno un mese fa è stato confermato alla guida dell’Aic (Associazione italiana calciatori) Umberto Calcagno, con cui la Figc ha un contratto di collaborazione annuale. Calcagno è lo stesso che nel 2020 aveva sottoscritto una scrittura privata con cui il presidente della Figc Gravina si impegnava a versare un contributo straordinario di 1.250.000 euro per l’emergenza Covid. Lo stesso discorso vale per Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione allenatori, grande sostenitore di Gravina esattamente come Giancarlo Abete, presidente della Lega nazionale dilettanti e possibile candidato alla presidenza. C’è anche Matteo Marani, numero uno della Lega pro, che parteggia per l’attuale presidente. In sostanza, Gravina potrebbe nonostante tutto avere ancora la maggioranza in assemblea e farsi confermare per altri quattro anni. Come ricordato più volte dalla Verità, la presidenza di Gravina si è contraddistinta oltre che per l’ennesimo flop in questi Europei - e per la mancata qualificazione al Mondiale del Qatar - anche per l’aumento di stipendio che il presidente si è autoassegnato passando dagli iniziali 36.000 euro lordi agli attuali 240.000, cui si devono aggiungere altri 250.000 euro di stipendio da vicepresidente Uefa. Ancora ieri il deputato del M5s Gaetano Amato insisteva sul fatto che il «fallimento della nazionale italiana a Euro 2024 non poteva appunto che essere un fallimento della gestione di Gabriele Gravina». Per il pentastellato «il presidente federale in questi anni ha creato un sistema di potere, condito probabilmente anche dalle sponde politiche cercate con le assunzioni di due figli di ministri dell’attuale governo, con al centro lui stesso: oggi quelle scelte gli impongono di assumersi in pieno la responsabilità del pessimo risultato conseguito dalla Nazionale maggiore. Il presidente Gravina non faccia finta che tutto possa procedere come prima e rassegni le dimissioni». La politica ha da tempo sfiduciato il numero uno della Figc, che negli ultimi sei mesi si è visto respingere la riforma del calcio, esautorare di poteri la Covisoc (la Consob del caclio) e per di più ora un emendamento di Forza Italia potrebbe dare più autonomia alla Lega Serie A. Eppure Gravina gode ancora di un certo consenso, soprattutto tra le fila del centrosinistra, dato la grande intesa con l’ex vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. Ma intanto continuano i flop sui diritti televisii. Dopo il mezzo disastro su quelli del calcio femminile, c’è ora polemica per la situazione della Serie B che non si sa ancora dove trasmetterà le partite nella stagione 2024/25. L’ultimo bando non ha fatto breccia tra i broadcaster Dazn e Sky. La produzione è intanto stata assegnata per 7,2 milioni la produzione alla francese Emg guidata da Claudio Cavallotti, ma intorno ci sono le solite polemiche, anche perché stessa Emg era stata coinvolta anche nel bando dei diritti tv del calcio femminile. Intanto l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha multato la Figc per oltre 4 milioni di euro perchè ha abusato della propria posizione dominante nel mercato dell'organizzazione di competizioni calcistiche giovanili.Insomma, Gravina (che risulta ancora indagato a Roma per presunto autoriciclaggio) avrebbe potuto dimettersi dopo la sconfitta con la Svizzera, ma ora, con l’ultima mossa potrebbe restare in carica fino al 2028.
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