2024-07-13
«Dimettermi? Vedrò gli alleati»
Giovanni Toti (Imagoeconomica)
Lettera-sfogo di Giovanni Toti: «Una liberazione ridare la parola ai liguri deludendo gli sciacalli che vogliono riavere un ruolo». E sul Riesame: «Reiterazione impossibile».La risposta del governatore della Liguria Giovanni Toti ai giudici del Riesame che l’altro giorno hanno rigettato la richiesta di libertà che aveva avanzato è contenuta in una lettera che ha scritto al suo difensore, Stefano Savi, al quale ha chiesto di darne visibilità. «Non esistendo il rischio di inquinamento delle prove (concetto espresso anche dai giudici del Riesame, ndr)», premette il governatore, «le mie parole non potranno turbare, in alcun modo, le indagini in corso».E subito affronta il passaggio dell’ordinanza che proprio non deve aver digerito: «Per tranquillizzare i giudici, che ritengono io non abbia capito il reato commesso e dunque lo possa reiterare, vorrei essere chiaro: ho capito benissimo cosa mi viene addebitato. Per i magistrati sarebbe reato essermi interessato a un pratica, pure se regolare, perché interessava a un soggetto che ha versato soldi al nostro movimento politico, pure se regolarmente». Toti, come aveva fatto durante il suo interrogatorio con i pm, si sfoga, respingendo l’idea di aver brigato per i finanziatori del suo movimento. E, d’altra parte, gli atti dell’inchiesta non ricostruiscono azioni istituzionali messe in atto per assecondare i desiderata degli imprenditori.«Per paradosso», scrive Toti, «vuol dire che se mi fossi interessato alla stessa pratica di un imprenditore che non ci ha mai sostenuto, non sarei stato corrotto. Mi si perdoni, ma pur capendo, non sono d’accordo. E tuttavia la reiterazione di quel reato resta impossibile». I giudici del Riesame, invece, hanno fondato la loro ordinanza proprio sul pericolo di reiterazione dei reati. Ma hanno anche respinto l’ipotesi adombrata dalla difesa sulla volontà di spingere Toti alle dimissioni. «È chiaro che oggi per me la poltrona di presidente è maggiormente un peso che un onore», afferma il governatore, «e forse sarebbe stato più facile, fin da subito, sbattere la porta, con indignazione, al solo sospetto».Per la prima volta sembra possibilista: «Non mi spaventa rinunciare a un ruolo a cui pure sono legato». Ma in questo passaggio si rivolge alla coalizione, non alle toghe. «La presidenza non è un bene personale. Nei prossimi giorni, con il permesso dei magistrati, tornerò a incontrarmi con gli amici del movimento politico, gli alleati. E le scelte che faremo saranno per il bene della Liguria». È a questo punto che si rivolge ai detrattori, sottolineando che le scelte politiche «deluderanno chi, sciacallescamente, dimenticato ogni principio giuridico civile, cavalcando sospetto, odio ed invidia sciale, agogna a riacquistare un ruolo, sull’onda delle carte bollate e non dei programmi». Consapevole che la trafila giudiziaria potrebbe non essere velocissima, Toti probabilmente ha intenzione di verificare se sussista ancora l’agibilità politica che gli ha permesso di mantenere il suo ruolo nonostante gli arresti domiciliari.Tra le ipotesi concrete c’è anche una visita del leader della Lega, Matteo Salvini, che nelle settimane scorse gli ha manifestato vicinanza e che lunedì sarà a Genova per un evento sulle grandi opere. Anche il nome di Salvini sarà quindi inserito nell’elenco degli esponenti politici che Toti chiederà ai magistrati di poter incontrare. Infine, torna sull’inchiesta, ricordando che «la legislatura cominciata con le elezioni del 2020, vinte, con ampio consenso, per la seconda volta, è stata un reality show, all’insaputa dei partecipanti». Continuamente monitorati con intercettazioni telefoniche, ambientali, telecamere negli uffici, pedinamenti. «Nessuno è stato escluso», afferma Toti, ricordando che «quattro anni» delle loro vite sono stati «documentati, dal tavolo del ristorante al colore della giacca».Ma «da tutta questa enciclopedica opera di controllo», commenta, «emerge una ipotesi di reato che ancora mi stupisce». E che il governatore respinge: «Emerge che il Comitato politico Giovanni Toti riceveva finanziamenti da privati. Soldi tracciati, regolari». Toti insomma tiene la barra dritta: «Emerge che mi sono interessato ad alcune pratiche che ritenevo importanti. Là dove era legittimo, si è fatto. Dove non lo era, non si è fatto». Proprio le parole usate davanti ai magistrati.
Jose Mourinho (Getty Images)