2019-06-12
Di Maio: «Via i fondi a Whirlpool». E l’azienda ingrana la retromarcia
Il ministro ieri ha firmato tre atti per revocare i futuri incentivi. Il gruppo: «Non vogliamo chiudere lo stabilimento di Napoli».«Chi viene in Italia deve rispettare le regole italiane, deve rispettare il governo italiano e deve rispettare i cittadini italiani, soprattutto gli imprenditori, a cui molto spesso è stato tolto lavoro proprio dalle multinazionali, e chi lavora negli stabilimenti delle grandi, delle medie e delle piccole aziende». Con queste parole, ieri il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, ha annunciato la decisione di revocare gli incentivi a Whirlpool sulla scia delle notizie della possibile chiusura dello stabilimento di Napoli.Rispetto «Sono stanco di tutte queste multinazionali che vengono in Italia, firmano accordi e poi, quando vogliono, chiudono stabilimenti e se ne vanno», ha continuato su Instagram Di Maio, puntualizzando che «non si prendono più gli incentivi, i soldi dello Stato, delle tasse degli italiani, dei lavoratori e degli imprenditori italiani e poi sul più bello: “Ah scusate, ci siamo sbagliati chiudiamo uno stabilimento". Questa storia è finita ed è finita perché adesso lo Stato si fa rispettare».«Una settimana fa», ha ribadito il ministro, «ho detto a Whirlpool che, siccome avevano preso un accordo con me, dovevano tenere aperto lo stabilimento di Napoli ed è assurdo che dopo aver sottoscritto questa intesa anche con sindacati, presidenti di Regione e sindaci, adesso ci dicano che vogliono disimpegnarsi. Non è accettabile, hanno preso 50 milioni di euro dal 2014 a oggi e io inizio a revocargli i fondi. Ho firmato tre atti di indirizzo con cui dico alle direzioni del ministero del Lavoro, del ministero dello Sviluppo economico e a Invitalia di revocare i soldi degli italiani che sono stati dati a Whirlpool in questi anni, perché non ha tenuto fede agli accordi».Il vicepremier ha aggiunto ieri che l'esecutivo verificherà «fino all'ultimo euro che potremo togliere e spero che quando verranno al tavolo (che si terrà oggi al ministero, ndr) possano venire a miti consigli». Il punto ora è capire se le promesse di Di Maio siano realistiche o meno. La Verità lo ha chiesto alla Cgil, secondo la quale «Di Maio dovrebbe andare per avvocati per ottenere i fondi sbloccati in passato. Ben diversa la situazione per il denaro ancora da versare. Per quello non ci dovrebbero essere problemi». Anche altre fonti sindacali contattate dalla Verità hanno fatto sapere che la revoca dei fondi già elargiti non è in realtà possibile e che si tratta solo di una battuta senza troppo fondamento.I sindacatiA ogni modo, ieri l'azienda non ha perso tempo e ha risposto alle parole del vicepremier. Whirlpool, si legge in una nota, non intende «procedere alla chiusura del sito di Napoli ma è impegnata a trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e i massimi livelli occupazionali del sito». L'azienda «riconferma la centralità dell'Italia e la volontà di continuare a lavorare con tutte le parti coinvolte per trovare una soluzione condivisa» e nel corso dell'incontro al ministero auspica «di poter iniziare il percorso con le istituzioni presenti e le organizzazioni sindacali volto a risolvere la vertenza».In realtà al momento sul futuro dello stabilimento Whirlpool di Napoli aleggia solo una gran confusione. Da un lato Di Maio sembra aver citato una revoca degli incentivi che tanto semplice da realizzare non pare. Inoltre, al momento, non è nemmeno chiaro se lo stabilimento verrà chiuso. La speranza di Whirlpool è che si possa trovare un investitore disposto a mettere dei capitali nel sito produttivo, magari rilevando una parte del ramo d'azienda. Ora, quello che pare certo è che le parole del vicepremier vengono già strumentalizzate in modo politico. «Sulla vertenza dei lavoratori Whirlpool il vicepremier Di Maio sembra stia facendo un grande caos che non garantisce in alcun modo il lavoro alle oltre 400 famiglie dello stabilimento di Napoli», ha detto ieri in una nota il vicesegretario del Pd Paola De Micheli, aggiungendo che si tratta solo di «propaganda: come se revocare gli incentivi all'azienda possa garantire un futuro ai lavoratori. Un pasticcio enorme dovuto al fatto che Di Maio, in tutti questi mesi, non ha mai vigilato sugli accordi sottoscritti con Whirlpool e non ha saputo far rispettare gli impegni presi». A queste parole si contrappongono quelle della Uil. Come spiega il segretario Carmelo Barbagallo, la revoca degli incentivi, «è un primo passo per porre un freno allo strapotere di quelle multinazionali che fanno shopping di aziende nel nostro Paese, abbandonandole poi al loro destino. Speriamo che questo provvedimento possa essere un deterrente sufficiente a evitare che Whirlpool chiuda lo stabilimento campano».Nell'incertezza più totale, non resta che capire cosa verrà fuori dall'incontro al Mise di oggi tra le parti coinvolte. L'auspicio è ovviamente che il governo trovi una soluzione per garantire l'occupazione dello stabilimento campano. Il problema, però, non riguarda solo la Whirpool. Il governo dovrebbe capire che, senza una politica industriale adeguata, di casi come quello napoletano se ne vedranno ancora molti.
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