2019-01-10
Di Maio invita Minenna alla Consob. Il Carroccio tace e preferisce l’Inps
Il grillino fa un passo avanti e spinge per l'economista interno, ma le trattative sono ancora in corso. e gli altri candidati non sono bruciati Al primo consiglio dei ministri la nomina.La partita per il nuovo presidente di Consob entra nel vivo. Dopo mesi di indiscrezioni e retroscena il vicepremier, Luigi Di Maio, esce allo scoperto e dice: «Il candidato di Lega e 5 stelle è Marcello Minenna». Il nome dell'ex assessore di Virginia Raggi per la poltrona più importante dell'autorità che sorveglia la Borsa e le società quotate, circola ormai da mesi. Almeno da tre, dal momento in cui Mario Nava ha dato le dimissioni il 13 settembre. Le tensioni sulla situazione di Carige hanno dato una accelerata al dossier sui cui da settimane continua ad arrovellarsi la maggioranza gialloblu. Il premier, Giuseppe Conte, aveva detto nella conferenza di fine anno di avere in mano il pallino della situazione. Era il 28 dicembre. Ma a distanza di due settimane il presidente del Consiglio non si è ancora espresso sul nome. Lo farà con tutta probabilità in occasione del consiglio dei ministri: si attende il ritorno del titolare dell'Interno, Matteo Salvini, sbarcato ieri notte dalla Polonia. Perché questo passo avanti da parte di Di Maio su Minenna? Dentro la Lega vige il silenzio più assoluto sulle parole del ministro dello Sviluppo economico. Tra i leghisti c'è chi sostiene che l'uscita del vicepremier sia dovuta a spaccature interne ai grillini. Non parla Salvini. Non dice nulla come al solito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. In silenzio sono anche i due presidenti leghisti delle commissioni bilancio e finanza di Camera e Senato, Claudio Borghi e Alberto Bagnai. Le ultime due sono figure fondamentali nella nomina del nuovo presidente Consob, perché passerà da loro, come in quelle degli omologhi grillini, Daniele Pesco e Carla Ruocco, il parere sul possibile sostituto di Nava. E sarà una valutazione che, dopo la proposta del consiglio dei ministri e il parere della Corte dei conti, transiterà sul tavolo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. I leghisti tacciono in pubblico, ma in realtà ieri le telefonate si sono susseguite per tutto il pomeriggio. Dentro al Carroccio l'appoggio a Minenna non è scontato. Si attende il Colle. Di sicuro la partita si interseca con quella del nuovo presidente dell'Inps, dove Tito Boeri è in scadenza: qui la Lega vedrebbe bene il professore Alberto Brambilla. In ogni caso nei giorni scorsi da via Bellerio è stata fatta filtrare per Consob la candidatura ufficiale di Alberto Dell'Acqua, professore della Bocconi, esperto di pmi. La situazione è fin troppo complessa. Sull'ex assessore della Raggi continuano a esserci troppi veti incrociati. Se una parte della Lega continua a mugugnare sul suo nome, anche al Quirinale non è visto di buon occhio. Tanto che ieri sulle agenzie è incominciato a circolare il nome di Carlo Maria Pinardi, docente di Finanza aziendale sempre in Bocconi, già candidato di Fare per fermare il declino di Oscar Giannino in regione Lombardia nel 2013. Pinardi, a quanto pare, è un nome strettamente quirinalizio, gradito al Colle e anche a diversi mondi dell'alta finanza italiana: chi lo conosce bene sa della sua vicinanza all'ex patron del gruppo Espresso, Carlo De Benedetti. Ma dal Quirinale ieri ha incominciato a rimbalzare anche un altro nome, quello di Magda Bianco, economista, per anni al servizio studi della Banca d'Italia e anche consigliere di Mattarella per la politica economica. Su quest'ultimo nome a mugugnare sono invece i gialloblu, perché rappresenterebbe, a detta di alcuni di loro, di un commissariamento vero e proprio da parte di Bankitalia e del Colle. E Conte? Da settimane si sostiene che un nome gradito per il premier sarebbe quello di Mirella Pellegrini, docente della Luiss, considerata vicina all'avvocato Guido Alpa. Ma su Pellegrini potrebbe pendere la spada di damocle del conflitto di interessi, perché consigliere indipendente in una società quotata, ovvero Generali investments. Stesso discorso potrebbe valere per Pinardi, anche lui consulente per alcune quotate. Di sicuro uno dei candidati a 5 Stelle circolati in questi mesi, ovvero il bocconiano Donato Masciandaro, è stato accantonato. A silurarlo è stato Bagnai, prima della fine dell'anno, intervenendo in Senato in un passaggio sulla Banca centrale europea. «Questa è la Bce, l'istituzione che pochi giorni fa un autorevole economista, Donato Masciandaro, definiva il faro nelle nebbie. Un faro talmente efficiente che non riesce neanche a seguire la rotta che lui stesso indica. Perché noi l'inflazione al 2%, che ci avrebbe aiutato ad alleviare il nostro peso non l'abbiamo vista; abbiamo la deflazione, e ancora si dispera di poter raggiungere quell'obiettivo». Riuscirà Minenna a farsi largo tra questi ostacoli? Di sicuro se al Colle dovesse arrivare una candidatura unitaria da parte dell'esecutivo difficilmente il capo dello Stato potrà rifiutarla.
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