2018-07-12
Di Maio fa retromarcia: tornano i voucher
Il grillino cede sull'uso dei buoni per posti stagionali nell'agricoltura e nel turismo, come chiesto dalla Lega, ma «evitando abusi». Critiche dalla Cgil, mentre Coldiretti applaude. Nessun ammorbidimento invece sulle restrizioni alla pubblicità dei giochi d'azzardo.Si è consumata sul tema dei voucher quella che dovrebbe essere la trattativa finale tra le forze di governo prima della tanto attesa pubblicazione del decreto Dignità. Ormai è questione di ore: a ribadirlo, dopo le forti critiche dei giorni scorsi per i ritardi, è stato ieri il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio. «Tra oggi e domani (ieri e oggi per chi legge, ndr)» ci sarà il testo definitivo del decreto legge, che quindi dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, dopo la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato e la firma del presidente della Repubblica.Al vicepremier pentastellato ha fatto eco l'alleato di governo, la Lega, con il ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha confermato: «Penso che il decreto sarà pubblicato rapidamente e sostengo il collega Di Maio», ha detto, ribadendo di aver già indicato le modifiche proposte dal Carroccio al provvedimento, che dovrebbe approdare in aula alla Camera il prossimo 24 luglio. Secondo quanto si è appreso la maggioranza starebbe trattando sulla possibilità di modificare il decreto a Montecitorio, per poi blindarlo al Senato, dove i numeri sono più stretti. Tra le modifiche targate Lega ci sarebbero la reintroduzione dei voucher, limitata però alle attività stagionali come quelle agricole e turistiche, e incentivi alle imprese per permettere la stabilizzazione dei contratti a tempo indeterminato. E proprio sulla reintroduzione dei buoni lavoro ieri c'è stata l'apertura di Di Maio all'alleato leghista: «Se i voucher possono servire a settori come l'agricoltura e il turismo, per specifiche competenze, allora ben vengano. L'unica cosa che chiedo alle forze di maggioranza è quella di evitare abusi in futuro», ha dichiarato il ministro, che ha posto così la parola fine alle polemiche. Lo scorso anno, infatti, il Movimento 5 stelle era stato in prima linea nel chiederne l'abolizione.Ora invece la strada per la loro reintroduzione sembra tracciata, e le reazioni non si sono fatte attendere. «Se così fosse sarebbe una decisione vergognosa, profondamente in contraddizione con la volontà, affermata in questi giorni dal governo, di porre argini alla precarietà», ha dichiarato in una nota la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti. Per la dirigente sindacale «l'unica necessità che si intravede dietro una tale decisione è quella di una riduzione dei costi per le imprese fatta sulla pelle dei lavoratori e sui loro diritti. Se, invece, l'obiettivo, come dichiarato, è quello di rilanciare l'economia e le nostre aree agricole e turistiche, allora l'unica strada possibile è partire dalla valorizzazione del lavoro, quello contrattualizzato che già oggi garantisce la flessibilità richiesta dalle imprese». Commenti positivi sono arrivati invece dalla Coldiretti, secondo cui con il ritorno dei voucher «circa 50.000 posti di lavoro occasionali per giovani studenti e pensionati possono essere recuperati con trasparenza nelle attività stagionali in campagna, dove con l'estate sono iniziate le attività di raccolta e presto ci sarà la vendemmia», come ha detto il presidente Roberto Moncalvo. «La riforma ha ingiustamente di fatto azzerato quest'opportunità in agricoltura, che consente di integrare il reddito delle categorie più deboli e avvicinare al mondo dell'agricoltura giovani studenti o mantenere attivi anziani pensionati, senza gli abusi».Sempre ieri Di Maio è tornato a commentare i provvedimenti previsti dal decreto. «Il tema fondamentale è garantire con il decreto Dignità la stabilità ai lavoratori e non la precarietà», ha detto a Omnibus, replicando alle critiche di Confindustria. «Io voglio colpire chi sfrutta. Quando mi si dice che attacco le imprese, rispondo che non ho attaccato nessuno, ma che difendo milioni di precari».Su Facebook il vicepremier è poi intervenuto su un altro dei capisaldi del decreto, la norma relativa al contrasto al gioco d'azzardo. «I lobbisti del gioco d'azzardo affiliati a Confindustria vorrebbero sedersi al tavolo con me per convincermi a tornare sui miei passi e non vietare la pubblicità al gioco d'azzardo. Mi spiace per loro, ma non cambio idea. Vietare la pubblicità al gioco d'azzardo è un passo storico di grande valore culturale. Sono convinto che non distruggerà il settore del gioco legale e per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari semplicemente verranno sostituiti da quelli di altre industrie, come è avvenuto quando è stata vietata la pubblicità al tabacco. Per quanto riguarda il tavolo con me io sono disponibile, a patto che assieme a me ci siano anche le associazioni no slot, i familiari delle vittime della ludopatia e altri comitati che a vario titolo combattono questa piaga, così capiranno anche loro perché un provvedimento di questo tipo sia assolutamente necessario. Per me vengono prima i cittadini e la loro qualità di vita».