2021-11-09
Di Maio bussa con il cappello in mano per affiliare i grillini ai socialisti Ue
I fedelissimi: «Che intuizione». Nel M5s non tutti sono d’accordo. E neanche a sinistraSembra ieri quando Beppe Grillo, visibilmente compiaciuto e in favore di telecamere, annunciava l’accordo con gli isolazionisti britannici di Nigel Farage, per formare in seno al Parlamento europeo un polo No euro e anti Ue. Un sodalizio che non vide la luce per una serie di questioni politiche che non è il caso di rivangare, ma che appare tanto più bizzarro oggi, alla vigilia di quella che potrebbe essere l’ultima (?), più fragorosa giravolta di M5s, che pure negli anni più recenti non ha lesinato cambi di linea così repentini e arditi, da rendere ormai tutto plausibile. Così ci può anche stare che un movimento che solo tre anni e mezzo fa invocava il processo in piazza al presidente della Repubblica, reo di non volere sulla poltrona di ministro dell’Economia un economista euroscettico come Paolo Savona e di prostrarsi ai voleri dei poteri forti di Bruxelles, oggi si appresti a bussare alla porta di quegli stessi poteri forti col cappello in mano, chiedendo ospitalità nel gruppo dei Socialisti, che da anni partecipa assieme ai Popolari alla spartizione di quel potere continentale una volta aborrito.E se per essere ammessi all’agognato consesso occorre essere raccomandati dal Pd-fu partito di Bibbiano, ora architrave della nuova stagione frontista inaugurata da Giuseppe Conte, poco importa, così come poco importa il periodo di anticamera che i dem italiani e i loro sodali europei hanno già fatto sapere essere necessario prima di essere accettati come aspiranti tecnocrati di obbedienza ex-grillina.La pratica è stata avviata per impulso di Luigi Di Maio, ansioso di corroborare il proprio improbabile profilo di Capo della diplomazia con l’affiliazione alla famiglia eurosocialista, e sta facendo breccia presso i settori pentastellati più ansiosi di aprirsi delle nuove prospettive politiche, in vista di tornate elettorali che verosimilmente decreteranno l’atomizzazione del movimento. Tra questi, chi è uscito allo scoperto in maniera più netta è il suo fedelissimo sottosegretario alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, per il quale «l’intuizione di Luigi Di Maio è importante e significativa», poiché M5s sta andando «sempre di più verso quello che può essere un radicamento all’interno di un’area che è rappresentata dal Partito socialista europeo». Ma il matrimonio a Bruxelles, se s’ha da fare, richiede comunque un periodo di espiazione per i peccati politici pregressi di Grillo & co., e dai piani alti del Nazareno tengono a precisare che il percorso di redenzione sarà ancora lungo: intanto fanno sapere che non è stata ancora presentata nessuna domanda ufficiale di adesione, e che si tratta di una «discussione aperta». E non manca chi, sia all’interno del Pd che dei suoi alleati, storce il naso di fronte ai parvenus che - tra l’altro - diminuirebbero i posti di potere a disposizione dei socialisti dal pedigree impeccabile. Il senatore Dario Stefàno, per esempio, su Twitter scrive velenoso che «Di Maio la sera va a cena con Giancarlo Giorgetti e la mattina dopo chiede di aderire al Gruppo dei socialisti e democratici», mentre il leader di Azione, Carlo Calenda, che all’Europarlamento è stato eletto nelle liste Pd prima di andare altrove, si rivolge direttamente a Enrico Letta per scongiurare l’approdo grillino nei socialdemocratici: «Rifletteteci bene dice siete sicuri di voler condividere il gruppo con Dino Giarrusso & c.?». Resta poi da vedere quanto l’iniziativa di Di Maio sia stata concordata con Conte, intento a tappare le falle di un movimento in preda a forti turbolenze, che probabilmente non saranno attenuate da quest’ultima novità, ma questa è un’altra storia.