2023-05-11
L’Inter c’è, Leao no: Milan ko 2-0 nel derby
Il portoghese, fresco di rinnovo fino al 2028, in tribuna per infortunio. Primi minuti da incubo per gli uomini di Pioli, che incassano le reti di Dzeko e Mkhitaryan. L’arbitro assegna e poi toglie un rigore ai nerazzurri per un intervento su Lautaro. Martedì il ritorno.La rivoluzione dei nonni spaziali. Settantuno anni in due per far sognare all’Inter la finale di Istanbul. Edin Dzeko (37 primavere) ed Henrikh Mkhitaryan (34) sono i più giovani, i più tonici, i più letali nella fratricida notte di Champions. E stendono un Milan, che commette l’errore letale di regalare un tempo ai rivali. A Milano capitale d’Europa finisce 2-0, fra sei giorni a San Siro il giudizio universale si celebra di nuovo.Nella bolgia spaziale, mentre il tuono dei 75.000 prova a trasmettere energie vitali ai 22 ragazzi prescelti per fare mezza storia, due notizie preliminari consolano i tifosi del Milan che già immaginavano il forfait di Rafael Leao, infortunato. Il direttore finanziario gongola perché è stato sfondato il tetto di cristallo dei dieci milioni d’incasso, un record peraltro destinato a durare meno di una settimana (visti i prezzi del ritorno). Ma, soprattutto, cala dalle tribune alle curve il tam tam del rinnovo del contratto del formidabile fighter portoghese: accordo allungato fino al 2028, con stipendio da sette milioni netti all’anno per quattro stagioni, più due di bonus-ingresso (operazione da 60 milioni) e clausola rescissoria posta a 150 milioni. La freccia con le trecce è pronta a diventare ufficialmente il simbolo del risorgimento cacciavite.Parte nella notte elettrica la folle semifinale tutta dentro una città, fra il Castello Sforzesco e i Navigli, fra due squadre che mai avrebbero immaginato di arrivarci e neppure sognato di esserne all’altezza. Come ha detto Paolo Maldini alla vigilia: «I sogni veri sono quelli di chi è sveglio». È l’eterno duello fra due club storici, prestigiosi, risollevatisi da un accenno di declino ma non esenti da buchi neri gestionali: l’Inter cinese con debiti di livello americano (stile Lehman Brothers), il Milan americano con le azioni nelle scatole cinesi in Lussemburgo.Però ora contano dribbling, passaggi tra le linee e tiri a giro, fondamentali per raggiungere la finale definita impossibile di Istanbul contro Real Madrid o Manchester City (viste martedì sera fanno paura con i loro marziani) e anche per risollevare i bilanci.A questo proposito, le milanesi hanno già giocato due finali alla vigilia ingiocabili: l’Inter nel 1972 contro l’Ajax di Johann Cruijff (e l’ha persa), il Milan nel 1994 contro il Barcellona di Cruijff (e l’ha vinta).Quando l’arbitro spagnolo Jesus Gil Manzano fischia l’inizio, in realtà in campo c’è solo l’Inter. Il Milan rimane negli spogliatoi, si dimentica di giocare, passeggia, ringhia a vuoto, perde palloni che neanche all’oratorio. Simone Inzaghi preferisce Hakan Calhanoglu a Marcelo Brozovic in regia e ha ragione; il turco sfrutta la sua rabbia profonda e trova in Edin Dzeko un Terminator d’altri tempi. Dieci minuti, il tempo di finire la coca coca light e siamo 2-0 per i nerazzurri, un incubo per Stefano Pioli, il rischio della replica di Ryad è reale. Prima è Dzeko al volo su corner di Federico Dimarco a bucare un Mike Maignan pietrificato. Poi è Henrikh Mkhitaryan a presentarsi in area dopo un fraseggio Nicolò Barella-Dimarco-Lautaro Martinez per il raddoppio. Difensori rossoneri con i piedi di piombo, nessuno marca, è solo un grande caos.La San Siro milanista osserva i suoi ragazzi annaspare, Sandro Tonali e Rade Krunic sembrano reduci da una mangiata di fagioli con le cotiche. Lenti, pesanti, incapaci di frenare l’onda nerazzurra. I difensori uguale, si salvano Alexis Saelemaekers e Brahim Diaz per qualche tentativo isolato. Per colmo di sfortuna Ismaël Bennacer s’infortuna a un ginocchio e lascia il campo per Junior Messias. Al quarto d’ora Calhanoglu si mette in proprio con una sassata da 20 metri che si stampa sul palo.A metà del primo tempo siamo 7 tiri a 0, è la tempesta perfetta. È la faccenda potrebbe farsi anche più infernale se l’arbitro spagnolo non tornasse sui suoi passi dopo aver decretato un rigore per presunto atterramento di Lautaro da parte di Kjaer: lo va a rivedere e cambia idea. Quando fischia la fine del primo tempo, il Milan non deve neppure uscire perché non è mai entrato. Undici tiri a uno, con un solo dato positivo per Pioli: l’Inter poteva essere avanti di quattro gol, nel resto della notte non potrà che andare meglio.La ripresa è una battaglia perché, adesso, anche il Milan c’è, mentre l’Inter tende a peccare per eccesso di accademia e leziosità. Brahim Diaz e Messias suonano la sveglia, i rossoneri non hanno più paura, anche se è Dzeko su una penetrazione di Alessandro Bastoni a mangiarsi il 3-0 (grande Mike Maignan). Arriva anche il momento di Tonali, che sale in cattedra, dirige la carica e centra il palo esterno con Andrè Onana battuto. Pioli getta nella mischia anche Divock Origi che reagisce bene, adesso è quasi assedio. Inzaghi manda Romelu Lukaku a cercare il contropiede della vita.Scene da tonnara. Roberto Gagliardini potrebbe chiuderla definitivamente, ma non sarebbe lui. Poi finisce lo psicodramma con un risultato giusto. L’Inter ha giocato con la testa, il Milan con i piedi.
(Guardia di Finanza)
I peluches, originariamente disegnati da un artista di Hong Kong e venduti in tutto il mondo dal colosso nella produzione e vendita di giocattoli Pop Mart, sono diventati in poco tempo un vero trend, che ha generato una corsa frenetica all’acquisto dopo essere stati indossati sui social da star internazionali della musica e del cinema.
In particolare, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, attraverso un’analisi sulla distribuzione e vendita di giocattoli a Palermo nonché in virtù del costante monitoraggio dei profili social creati dagli operatori del settore, hanno individuato sette esercizi commerciali che disponevano anche degli iconici Labubu, focalizzando l’attenzione soprattutto sul prezzo di vendita, considerando che gli originali, a seconda della tipologia e della dimensione vengono venduti con un prezzo di partenza di circa 35 euro fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per i pezzi meno diffusi o a tiratura limitata.
A seguito dei preliminari sopralluoghi effettuati all’interno dei negozi di giocattoli individuati, i finanzieri ne hanno selezionati sette, i quali, per prezzi praticati, fattura e packaging dei prodotti destavano particolari sospetti circa la loro originalità e provenienza.
I controlli eseguiti presso i sette esercizi commerciali hanno fatto emergere come nella quasi totalità dei casi i Labubu fossero imitazioni perfette degli originali, realizzati con materiali di qualità inferiore ma riprodotti con una cura tale da rendere difficile per un comune acquirente distinguere gli esemplari autentici da quelli falsi. I prodotti, acquistati senza fattura da canali non ufficiali o da piattaforme e-commerce, perlopiù facenti parte della grande distribuzione, venivano venduti a prezzi di poco inferiori a quelli praticati per gli originali e riportavano loghi, colori e confezioni del tutto simili a questi ultimi, spesso corredati da etichette e codici identificativi non conformi o totalmente falsificati.
Questi elementi, oltre al fatto che in alcuni casi i negozi che li ponevano in vendita fossero specializzati in giocattoli originali di ogni tipo e delle più note marche, potevano indurre il potenziale acquirente a pensare che si trattasse di prodotti originali venduti a prezzi concorrenziali.
In particolare, in un caso, l’intervento dei Baschi Verdi è stato effettuato in un negozio di giocattoli appartenente a una nota catena di distribuzione all’interno di un centro commerciale cittadino. Proprio in questo negozio è stato rinvenuto il maggior numero di pupazzetti falsi, ben 3.000 tra esercizio e magazzino, dove sono stati trovati molti cartoni pieni sia di Labubu imbustati che di scatole per il confezionamento, segno evidente che gli addetti al negozio provvedevano anche a creare i pacchetti sorpresa, diventati molto popolari proprio grazie alla loro distribuzione tramite blind box, ossia scatole a sorpresa, che hanno creato una vera e propria dipendenza dall’acquisto per i collezionisti di tutto il mondo. Tra gli esemplari sequestrati anche alcune copie più piccole di un modello, in teoria introvabile, venduto nel mese di giugno a un’asta di Pechino per 130.000 euro.
Soprattutto in questo caso la collocazione all’interno di un punto vendita regolare e inserito in un contesto commerciale di fiducia, unita alla cura nella realizzazione delle confezioni, avrebbe potuto facilmente indurre in errore i consumatori convinti di acquistare un prodotto ufficiale.
I sette titolari degli esercizi commerciali ispezionati e destinatari dei sequestri degli oltre 10.000 Labubu falsi che, se immessi sul mercato avrebbero potuto fruttare oltre 500.000 euro, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per vendita di prodotti recanti marchi contraffatti.
L’attività s’inquadra nel quotidiano contrasto delle Fiamme Gialle al dilagante fenomeno della contraffazione a tutela dei consumatori e delle aziende che si collocano sul mercato in maniera corretta e che, solo nell’ultimo anno, ha portato i Baschi Verdi del Gruppo P.I. di Palermo a denunciare 37 titolari di esercizi commerciali e a sequestrare oltre 500.000 articoli contraffatti, tra pelletteria, capi d’abbigliamento e profumi recanti marchi delle più note griffe italiane e internazionali.
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