2025-02-10
Andrea Delmastro: «La Cpi fa giochini politici. Lo Voi? Scelte da marziano»
Il sottosegretario di Fdi: «L’Aia cambia idea su Almasri solo quando varca il Brennero: un’anomalia che va indagata. Una serie di agenzie impazzite rema contro il governo».Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, è preoccupato per la denuncia presentata contro l’Italia alla Corte penale internazionale? «Al contrario, siamo assolutamente sereni. Stiamo parlando di denunce “fotocopia”, che provengono dagli avvocati del “soccorso rosso” dei migranti, quelli legati alle Ong». Il governo risponderà?«In tutta tranquillità, basterebbe leggere la data di questa denuncia: riguarda i governi che ci hanno preceduto. A dimostrazione del fatto che l’Italia porta avanti storicamente una realpolitik nei confronti del Mediterraneo che travalica le maggioranze politiche del momento. E non si capisce perché questa linea debba essere criticata solo quando governa il centrodestra. È un po’ come la storia del patriarcato».Cioè?«Il patriarcato diventa uno scandalo generale, casualmente, proprio quando il premier è una donna. Allo stesso modo si mettono in discussione i rapporti con la Libia solo quando governa Giorgia Meloni: quando invece a tenere la stessa linea erano Minniti, Gentiloni, Letta e Renzi, nessuno alzava un sopracciglio».Qual è il lato più inquietante del caso Almasri?«La questione più oscura riguarda lo “status” di Almasri. Finché scorrazzava libero per l’Europa, veniva definito giuridicamente un “testimone”, in grado di aiutare la Cpi a far arrestare i tagliagole. E la polizia tedesca non poteva arrestarlo, anzi, doveva quasi ringraziarlo». E poi?«E poi, non appena Almasri ha varcato il Brennero, entrando nei nostri confini, il suo status è improvvisamente cambiato: diventa lui stesso un “tagliagole” da arrestare immediatamente. Mi viene spontanea la domanda: perché prima di entrare in Italia regnava l’immobilismo intorno a questo personaggio, descritto oggi come un pericolo pubblico?» Qualcuno ha voluto mettere in difficoltà l’Italia nei rapporti con la Libia? Forse la Corte penale internazionale è sensibile alle pressioni di altri Stati Europei?«L’unica cosa certa è che la Cpi ha fatto un ragionamento di natura politica, in ordine all’opportunità di inquadrare Almasri in modo anziché in un altro. Una corte penale internazionale non può permettersi certi giochini politici. Prima o poi su questo comportamento bisognerà fare luce. Ne va dei nostri rapporti internazionali». L’opposizione vi accusa di aver rimpatriato un criminale.«Ecco, se l’opposizione avesse cercato, insieme a noi, di comprendere le motivazioni del comportamento della Cpi, avremmo fatto, tutti insieme, un favore al Paese. Invece...» I ministri Nordio e Piantedosi avrebbero dovuto agire con tempestività per arrestare Almasri?«Come ha detto la procura, si è trattato di un arresto “irrituale”, perché non preceduto dalla notifica al ministro Nordio da parte della Corte penale internazionale. Dunque un arresto contra legem. Probabilmente la fretta con cui la Cpi ha confezionato il fascicolo è stata cattiva consigliera». Dunque?«Dunque, sulla base di atto che io reputo illegittimo da parte della Cpi, la Corte d’appello di Roma ha liberato Almasri. E in uno Stato di diritto, il potere politico non può ordinare a una Corte d’appello di trattenere qualcuno. Il governo, a quel punto, ha proceduto al rimpatrio, poiché Almasri costituiva una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza. Operazione, a mio parere, perfetta».Forse i servizi avrebbero dovuto rimpatriare Almasri con più accortezza e meno pubblicità?«La sicurezza nazionale viene prima di tutto. Con grande trasparenza abbiamo organizzato un volo di Stato: uno dei 50 del 2024. Credo che le opacità di talune operazioni, in passato, abbiano gettato discredito sui precedenti governi: stavolta invece non c’è nulla da nascondere. Noi non siamo ricattabili». In buona sostanza, è stata una scelta fondata sulla ragione di Stato, quella del governo?«Sì, la scelta del governo di rimpatriare Almasri è fondata sulle esigenze di sicurezza nazionale. Dopo averci detto che in Ungheria non esiste Stato di diritto, dopo averci raccontato che Orbán si intrometteva nelle decisioni della magistratura, oggi l’opposizione pretende che il governo italiano faccia lo stesso? Mi sembra un dibattito lunare». Quello del procuratore di Roma Lo Voi nei confronti del premier e di membri del governo è un atto dovuto? «No, è un “atto soverchiamente voluto”. Abbiamo a che fare con un avvocato, Li Gotti, che mette insieme quattro articoli di giornale, e sporge una segnalazione con un italiano abborracciato. In base alla riforma Cartabia, il procuratore avrebbe dovuto fare da filtro, verificando che le accuse fossero determinate e verosimili». E allora?«Cosa c’è di più inverosimile di Giorgia Meloni accusata di “favoreggiamento”, quando la decisione di scarcerare Almasri è stata presa da un collega di Lo Voi?» Cosa chiederebbe oggi al procuratore di Roma? «Se il premier è colpevole di favoreggiamento, perché i giudici che hanno liberato il generale non sono accusati di concorso in favoreggiamento? E se la Meloni è colpevole di peculato, avendo attivato un aereo di Stato per rimpatriare Almasri, come la mettiamo con gli altri 826 rimpatri effettuati con lo stesso mezzo?» Insomma, cosa si aspettava dalla procura?«Lo Voi avrebbe tranquillamente potuto, omessa ogni indagine, trasmettere il fascicolo al Tribunale dei ministri. Così non è stato. La sua è stata una scelta precisa, che giudico improvvida e infausta. Siamo oltre il marziano». Se il Tribunale dei ministri chiedesse l’autorizzazione a procedere al Parlamento per i vertici del governo, l’aula bloccherebbe tutto nel nome della ragion di Stato? «Ha fotografato uno scenario plausibile, ma questa storia si fermerà prima. Non credo vi sia una sola possibilità che il Tribunale dei ministri possa dar credito alla denuncia di Li Gotti. Se mai la richiesta dovesse arrivare in Parlamento, non daremo autorizzazione». Al Copasir il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano ha definito «gravissima» la scelta della procura di allegare un’informativa riservata dei servizi segreti sul caso Caputi.«Un vero cortocircuito. Sono atti classificati, segreti. Mi chiedo come sia possibile che un atto riservato non abbia sollevato un alert preciso. Io sono stato mandato a giudizio per molto meno. Sono stato accusato (nella vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito, ndr) di aver diffuso materiale considerato “intrinsecamente” segreto, ammesso che questo significhi qualcosa. Ma qui di “intrinseco” non c’è nulla: sono carte riservate di fatto rese pubbliche».Favorevole alla reintroduzione dell’immunità parlamentare?«Lo squilibrio dei poteri dello Stato è sotto gli occhi di tutti. Ma la risposta giusta non è questa. L’immunità parlamentare potrebbe non essere compresa dai cittadini. Dobbiamo piuttosto riperimetrare i poteri tra politica e magistratura. Abbiamo iniziato a farlo dal Csm, per evitare che le correnti ideologizzate inquinino gli ambienti giudiziari». Parte della soluzione consiste nel separare le carriere tra i giudici e i pubblici ministeri?«Sì, e soprattutto l’introduzione del sorteggio nella composizione del Consiglio superiore della magistratura è la novità che scardinerà un sistema di potere. Quel sistema che ha mortificato il 90 per cento di giudici perbene, che non si sono mai prestati ai giochi correntizi». Andrete avanti con il progetto Albania, nonostante gli ostacoli giudiziari sul percorso?«Certo, non solo per l’interesse dell’Italia, ma dell’Europa, che sta guardando al modello Italia con interesse. Le ultime uscite del presidente della Commissione Ursula Von der Leyen sono un attestato di apprezzamento per le politiche del nostro governo. Attendiamo la sentenza della Corte europea, nella convinzione che l’Europa intera vuole proteggersi ed esercitare la sovranità sui propri confini. Dichiarare, come leggo in certe sentenze, che non esiste uno “Stato sicuro” al mondo, significa abolire i confini e sostituirsi al potere politico, nonché favorire l’immigrazione clandestina». Pensa che ci sia un sistema internazionale politico-giudiziario per boicottare la linea del governo italiano sui migranti? «Più che un sistema, c’è una serie di agenzie impazzite, che comprende anche l’opposizione politica. Queste agenzie, senza necessariamente coordinarsi tra di loro, remano tutte dalla stessa parte contro l’interesse nazionale del nostro Paese».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)