2018-10-21
Deficit al 2,4%, manovra ancora da scrivere
Il presidente del Consiglio smentisce le voci su un abbassamento al 2% per venire incontro alle richieste dell'Europa. Da sciogliere i nodi sulla sanatoria a Ischia e sulla riforma della Rc auto, che può danneggiare il Nord. Oggi nuovo incontro fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio.Via il condono penale per l'estero. Saldo e stralcio oltre i 1.000 euro. Accordo trovato dopo tre ore di riunione fra il premier e i suoi vice. Tetto da 100.000 euro di imponibile per le dichiarazioni integrative. Salvini: «Riportiamo a nuova vita gli italiani in ostaggio di Equitalia». Lo speciale comprende due articoli.Terminato il Consiglio dei ministri si sono affacciati alla sala stampa il premier Giuseppe Conte e i due vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Tutto è ben quel che è finito bene è la sintesi delle dichiarazioni, anche se i volti dei due leader gialloblù indicavano un sentimento opposto. «Abbiamo approvato il decreto fiscale nella sua stesura definitiva, abbiamo raggiunto un pieno accordo», ha detto Conte. «La dichiarazione integrativa riguarda il 30% in più di quanto già dichiarato con il tetto di 100.000 per anno d'imposta: no a scudi di sorta all'estero», ha precisato il presidente del Consiglio, che tra le altre cose ha voluto spiegare che «non c'è nessuna volontà di fare una patrimoniale» e smentire le voci circolate secondo cui il deficit da 2,4% potrebbe scendere verso il 2%. «C'è un accordo politico per cui in sede di conversione di questo decreto legge troveremo una formulazione adeguata a tutti i contribuenti che versano in situazioni di specifiche, oggettive, oggettiva, difficoltà economica», ha aggiunto Conte. «Nella sostanza ora consentiremo un ravvedimento operoso ma abbiamo pensato che forse resta scoperto una delle promesse contenute nel contratto», ha concluso, aggiungendo che «a scanso di equivoci abbiamo anche valutato che tutto sommato poteva prestarsi a equivoci qualche causa di non punibilità, che avrebbe consentito di stimolare contribuenti ad aderire ma avrebbe dato un segnale di fraintendimento, quindi non ci sarà nessuna causa di non punibilità». In sostanza, i 5 stelle avrebbero ottenuto di sfilare lo scudo sull'autoriciclaggio per chi deteneva capitali all'estero e di abbassare la soglia in caso di dichiarazioni aggiuntive a 100.000 euro per anno d'imposta (nella prima versione per anno d'imposta e per singola imposta). In cambio la Lega ha ottenuto di portare a casa il meccanismo di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia anche al di sopra della somme di 1.000 euro. In pratica, si darà la possibilità di pagare a sconto non solo le multe e le sanzioni, ma anche l'imponibile contestato, il che nell'ottica del governo dovrebbe innalzare il potenziale di gettito. Resta da comprendere che fine abbia fatto la norma per la revisione dell'Rc auto che è stata fortemente criticata dal viceministro Massimo Garavaglia (con il rischio penalizzazione per gli automobilisti del Nord per calmierare i prezzi delle Regioni meridionali) assieme alla sanatoria sugli abusi edilizi a Ischia (per l'esattezza contenuta nel decreto per il ponte di Genova). D'altronde ci si aspetta che il testo finale venga vidimato solo lunedì mattina. Non solo perché Conte avrebbe messo le mani avanti spiegando che ci sono ancora dettagli tecnici sulla nuova versione del saldo e stralcio della pace fiscale, ma soprattutto perché Salvini e Di Maio si sarebbero accordati per un incontro romano oggi nel primo pomeriggio. Una sorta di duello rusticano nel quale chiarirsi. Primo, avere garanzie che le rimodulazioni del'Rc auto spariscano dal dl fiscale e che venga anche azzerata nell'altro decreto la sanatoria di Ischia. Soprattutto Salvini , che ormai vede la propria fiducia versato l'alleato decisamente incrinata, chiederà garanzie concrete affinché i 5 stelle in settimana ritirino gli 81 emendamenti presentati contro il decreto sicurezza. Nel mirino dei grillini è finita l'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e la stretta sugli Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo. «Da un'approfondita lettura del testo e da un confronto con gli esperti del settore, il decreto Salvini ha criticità molto importanti. Sono dell'avviso che affrontare il tema complesso dell'immigrazione con un decreto sia un azzardo, ma sono fiduciosa che si darà la possibilità di modificare quelle parti che rischiano di creare tensioni sociali e potrebbero avere l'effetto opposto minando la sicurezza degli italiani», ha spiegato la senatrice Elena Fattori. In linea con la collega della Camera, Gilda Sportiello: «Ci sono non poche criticità su cui bisognerà lavorare, aspetto di vedere la versione definitiva». Ecco, la Lega vuole che le minaccie di Vietnam 5 stelle vengano sterilizzate subito e a quel punto ci sarà la vidimazione da parte del Carroccio lunedì. Nel frattempo il governo dovrà ridefinire tutti gli articoli legati al saldo e stralcio, inserendo le caratteristiche degli aventi diritto al fine di evitare che il meccanismo scatti in automatico fino alla soglia dei 500.000 euro.Ieri il governo si è mostrato compatto e allineato solo sul tema dell'Europa. La risposta alla lettera della Commissione dovrà essere inviata entro domani a mezzogiorno, in piena mattinata, quando si capirà anche quale sarà la reazione dei mercati al declassamento di Moody's con outlook stabile. Il cdm ha dato mandato al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, di redigere un testo in risposta alla lettera consegnata nei giorni scorsi da Pierre Moscovici. Dentro la conferma del deficit al 2,4%.Claudio Antonelli<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/deficit-al-2-4-manovra-ancora-da-scrivere-2613853574.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="via-il-condono-penale-per-lestero-saldo-e-stralcio-oltre-i-1-000-euro" data-post-id="2613853574" data-published-at="1758066135" data-use-pagination="False"> Via il condono penale per l’estero Saldo e stralcio oltre i 1.000 euro Lega e M5s firmano l'armistizio sulla pace fiscale, ma la sensazione è che niente sarà più come prima. La conferenza stampa che ha seguito il Consiglio dei ministri di ieri, convocato per sciogliere il primo vero nodo politico tra i contraenti del contratto di governo, si svolge, come previsto, all'insegna del «volemose bene», ma i volti dei due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, tradiscono la tensione accumulata in questi tre giorni di accuse, diffidenze, sospetti. Il M5s porta a casa la cancellazione del famigerato comma 9, la Lega incassa la promessa di inserire il «saldo e stralcio» delle cartelle di Equitalia in sede di conversione del decreto. Il premier Giuseppe Conte si assume la responsabilità di spiegare quell'«equivoco» che ha portato Di Maio a parlare in tv di manine e manovre oscure e ad annunciare addirittura una denuncia in Procura che poi, naturalmente, non c'è mai stata. Si chiude con un accordo che soddisfa al 100% il M5s e che consente a Di Maio di andare al Circo Massimo a incassare gli applausi del «suo» popolo. L'articolo 9 cambia, e cambia nella direzione chiesta dal M5s: «Per evitare equivoci», spiega il premier Giuseppe Conte, «abbiamo ritenuto di non inserire nel decreto alcuna causa di non punibilità, che avrebbe consentito di stimolare i contribuenti ad aderire ma avrebbe potuta essere foriera di fraintendimenti». Alla sua destra e alla sua sinistra, rispettivamente, Di Maio e Salvini annuiscono, ma le espressioni dei volti non sono quelle dei bei tempi. Certo, il governo va avanti, anche perché non c'è alternativa, ma la sparata televisiva di Di Maio ha lasciato il segno. Il premier sfodera una spiegazione al giallo del decreto degna del suo ruolo di «avvocato del popolo»: «È successo», dice Conte, «perché lavoriamo tanto e produciamo tantissimo, ma è auspicabile che i testi arrivino per tempo. È accaduto anche in passato che si approvavano norme completamente in bianco e poi si definivano. Il testo del decreto fiscale non rispecchiava l'accordo politico che avevamo raggiunto poco prima di entrare in Consiglio dei ministri, ora è stato corretto». Conte precisa che il comma della discordia, quello che conteneva anche le ipotesi di non punibilità, «è stato redatto nel corso del Consiglio. Mi è stato portato questo foglio, sono righe molto complesse con molti rimandi, anche per un avvocato, e piuttosto che leggerlo parola per parola ho preferito riassumere i termini dell'accordo politico raggiunto riservandoci di valutare successivamente la formulazione tecnica. Quando l'abbiamo letta», sottolinea Conte, «abbiamo visto che non rispecchiava l'accordo politico». Encomiabile il tentativo di Conte di ricondurre il giallo della manina al superlavoro del governo. Un premier che ieri ha dato la sensazione di essersi ormai guadagnato sul campo l'autorevolezza politica che i suoi detrattori gli negano, dipingendolo come un semplice esecutore delle direttive dei suoi due vice. In realtà, ora che Lega e M5s stanno sperimentando la complessità delle dinamiche di coalizione, il ruolo di Conte sembra destinato a diventare sempre più centrale. La partita tra M5s e Lega però deve necessariamente finire con un pareggio: «C'è un accordo politico», annuncia quindi Conte, «per cui in sede di conversione di questo decreto legge troveremo una formulazione adeguata per tutti i contribuenti che versano in situazioni di specifiche, oggettive, difficoltà economiche. Nella sostanza ora consentiremo un ravvedimento operoso ma abbiamo pensato che forse resta scoperta una delle promesse contenute nel contratto». È questa la novità che consente a Matteo Salvini di poter dire al suo elettorato che anche la Lega ha portato a casa un risultato: «Finalmente», commenta Salvini, «si chiudono due o tre giorni surreali. Nessuno aveva intenzione di scudare, condonare regalare: non tutto il male vien per nuocere, tutto è bene quel che finisce bene. C'è un accordo», prosegue Salvini, «per recuperare quello che c'era nel contratto e non aveva trovato spazio il saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia, per le persone che versano in difficoltà economiche. Chiudiamo questa settimana con serenità, fiducia compattezza e con questo impegno, e qua ci sono tre uomini di parola. Quello che poteva essere un passo indietro», ha sottolineato Salvini, «poi è diventato un passo avanti, visto che ora faremo la rottamazione delle cartelle di Equitalia». «Potenziamo», conferma Luigi Di Maio, «lo strumento di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà (secondo indiscrezioni, anche sopra i 1.000 euro. Dovrebbe essere possibile pagare con uno sconto non solo le sanzioni, ma anche l'imponibile, il che dovrebbe alzare il gettito, ndr). Abbiamo ribadito all'unanimità in Cdm che non c'è alcuna volontà di favorire chi ha capitali all'estero. Grazie a questo decreto nasce oggi uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuenti. È stato un pomeriggio di lavoro proficuo. La dichiarazione integrativa», precisa Di Maio, «già c'è nel nostro ordinamento, ma ora noi mettiamo un tetto: la norma è quella che si è letta in bozza ma precisando che su base annua stiamo su 100.000 euro di imponibile». Premier e vicepremier rispondono ad alcune domande, negano ogni ipotesi di patrimoniale, poi congedano i cronisti. Di Maio ha fretta perché deve raggiungere la manifestazione del M5s al Circo Massimo, Salvini invece non vede l'ora di raggiungere la figlia, «altrimenti chiama il Telefono azzurro». I fotografi insistono per un'ultima foto dei tre, Salvini si alza e nell'avvicinarsi a Conte si lascia sfuggire una battuta che è tutto un programma: «Gioia, letizia... Oh yeah». Carlo Tarallo