2021-01-15
De Micheli sveltì la pratica Suarez. Nelle chat l’assist all’amico Paratici
«Mi consigli di metterli in contatto con un tuo dirigente per accelerare?». Così il ministro dei Trasporti scrisse a un collega dell’Interno per aiutare il ds della Juve a far ottenere la cittadinanza al bomberIl caso dell’esame farsa per il calciatore Luis Suarez riserva l’ennesimo colpo di scena. Un ruolo attivo nella vicenda - per far ottenere la cittadinanza italiana all’atleta seguito nell’ultima sessione di calciomercato dalla Juventus - lo ha avuto il ministro dei Trasporti Paola De Micheli. È quello che emerge dai messaggi telefonici pubblicati dal Corriere. La rappresentante del Pd, lo scorso 3 settembre (al test farlocco sostenuto da Suarez all’Università per stranieri di Perugia mancano due settimane), scrive: «La Juventus mi chiede notizie di questa richiesta di cittadinanza. Mi aiuteresti?». Destinatario del messaggio, il capo di gabinetto del ministero dell’Interno Bruno Frattasi. Trascorre qualche ora e il ministro invia al suo interlocutore gli estremi di una vecchia pratica (sempre legata alla cittadinanza, ma archiviata), promossa dall’attaccante. Poi De Micheli compulsa di nuovo Frattasi: «Trattasi di un giocatore che la Juve vuole comprare. Non ha fatto l’esame perché sta da 11 anni in Europa. Ma non lo ha scritto nella domanda. Quindi mi consigli di mettere in contatto la Juve con un tuo dirigente per accelerare?». «Sì, indirizzali a me, poi ci penso io», la rassicura Frattasi. Una domanda sorge spontanea: perché il ministro era così appassionata alla situazione Suarez? Il motivo di tanto interesse era dovuto al legame fra la politica dem e il dirigente della società bianconera Fabio Paratici: entrambi originari di Piacenza, ma soprattutto amici fin dai tempi dell’infanzia. Infatti è la stessa De Micheli che di fronte ai magistrati perugini lo scorso 13 novembre dichiara: «Mi disse (Paratici ndr) che la Juve stava comprando Suarez e l’accordo era quasi fatto… Si erano accorti che non aveva passaporto comunitario, cosa emersa a trattativa quasi conclusa, e quindi», ha raccontato il ministro, «il requisito della cittadinanza era indispensabile per il buon fine dell’operazione». Ecco la spiegazione del suo intervento in favore dell’attaccante sudamericano. Una parziale conferma su quanto avevano già scritto i pm umbri negli avvisi di garanzia nei confronti di Paratici e degli avvocati vicini alla società di Torino, Luigi Chiappero e Maria Turco. «Gli accertamenti investigativi hanno consentito di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per “accelerare” il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università […]». Nell’interrogatorio dello scorso 11 novembre Paratici ha provato a negare questa ricostruzione: «Escludo di aver avuto contatti con il ministero dell’Interno o con altri ministeri. La mia partecipazione sulla vicenda si ferma ad aver dato mandato all’avvocato Chiappero, come già riferito». Una parte di queste affermazioni hanno indotto i magistrati di Perugia a indagare Paratici per false dichiarazioni ai pm. Come detto, nel registro degli indagati è finito anche l’avvocato Chiappero, che nella serata del 3 settembre dopo l’interessamento di De Micheli, contatta Frattasi, il quale gli fornisce il numero del prefetto Michele Di Bari, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. L’estate scorsa il trasferimento di Suarez in bianconero sembrava cosa fatta, come ha confermato Paratici di fronte ai pm: «L’interlocuzione consentì di raggiungere un accordo del valore di circa 7,5 milioni di euro all’anno netti, comprensivi di circa 1,5 milioni di bonus facilmente raggiungibili. C’erano poi altri bonus più difficili da raggiungere, fino a un totale di 10 milioni. L’accordo era un anno più uno o due con clausola di recesso a favore della società, dopo il primo anno». Ma il 30 agosto a Paratici viene il dubbio che Suarez non abbia il passaporto comunitario, a quel punto contatta l’agente del campione Ivan Suara, il quale conferma al dirigente che il suo assistito è extracomunitario. Sarebbe così scattata l’operazione che avrebbe portato il giocatore a sostenere, presso l’Università per stranieri di Perugia, l’esame di conoscenza di livello B1 della lingua italiana. Attestato che avrebbe permesso al calciatore di avere la cittadinanza e alla Juventus di tesserarlo da comunitario. Come detto, la data della prova è fissata per il 17 settembre: il centravanti arriva nel capoluogo umbro con un volo privato, costato circa 12.000 euro. Sul contenuto del brevissimo esame, il calciatore è stato recentemente ascoltato dai pm in videoconferenza: nella sua versione Suarez ha ha ammesso di aver ricevuto le domande del test dalla professoressa Stefania Spina. Il caso ha inoltre travolto i vertici dell’Università perugina: infatti sono stati indagati per violazione del segreto d’ufficio finalizzato all’indebito profitto patrimoniale e falsità ideologica in atti pubblici la ex rettrice Giuliana Grego Bolli, il direttore generale Simone Olivieri e il professor Lorenzo Rocca, esaminatore di Suarez che ha abbandonato l’Ateneo a fine ottobre.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)