2023-08-05
Il guru di Renault asfalta Bruxelles: «Tanti estremisti dell’auto elettrica»
Luca De Meo, ex Fiat e Volkswagen: «Sfida impari, Pechino ha le terre rare. Noi costruttori dovevamo spingere di più sulle alternative».Non è la prima volta che il presidente dell’associazione che rappresenta i costruttori d’auto in Europa critica la rincorsa «matta e disperatissima» di Bruxelles verso l’elettrico. Questa volta però Luca De Meo, il ceo di Renault che ha avuto trascorsi importanti nel gruppo Fiat e in Volkswagen - nel corso di un incontro con la stampa a Locorotondo, in Puglia - estende la sua analisi alla concorrenza non proprio leale che arriva dalla Cina e a una sorta di mea culpa rivolto proprio all’associazione che lui rappresenta e che in questi anni non avrebbe indicato con la giusta determinazione le alternative che pur esistono. «A Bruxelles», spiega, «c’è un gruppo di estremisti dell’elettrico che non si rende conto o non vuole farlo di quanto il futuro sia complesso. Non bisogna limitarsi alla foto ma guardare il video: solo così si capisce il percorso che le nuove tecnologie dovranno compiere nei prossimi anni. L’Acea ha mancato di coraggio nel comunicare le alternative all’elettrico e nello spiegare come gli e-fuel, ad esempio, potrebbero da subito essere disponibili».La diatriba su e-fuel e biocarburanti è datata e al momento in una situazione di stand by. Nel senso che su pressione della Germania Bruxelles ha dato il via libera all’uso dei carburanti sintetici per alimentare auto e furgoni anche dopo il 2035. Ma all’Italia e non solo sta a cuore la battaglia sui biocarburanti (ricavati dalla biomassa) rispetto alla quale il governo sostiene di nutrire ancora speranza di far breccia tra «gli estremisti» dell’Ue. Chiaro che però anche sull’auto elettrica la partita è globale. E il confronto va fatto soprattutto con la Cina che ha un vantaggio competitivo naturale - la possibilità di estrarre dal proprio territorio buona parte delle materie prime necessarie per costruirle - e un altro che di naturale ha ben poco: il mancato rispetto di regole e limiti di sostenibilità che invece ingabbiano l’industria Ue. «La Cina», continua il manager che ha lavorato per anni al fianco di Sergio Marchionne, «è avanti a tutti nel mondo sulle auto elettriche perché possiede i materiali necessari alla costruzione delle batterie. Litio, cobalto, terre rare: l’Europa ne controlla il 2% a livello mondiale, con prospettive di arrivare al 5% entro il prossimo decennio. Ma non di più, perché tutto il resto è in mano alle aziende cinesi, che ne controllano prezzi e distribuzione».Insomma, da Bruxelles non riescono a vedere che competere con Pechino con queste premesse è una sorta di mission impossible. «A pesare è anche la questione delle regole», spiega ancora il manager italiano, «In Cina, oltre a usufruire di un mercato del lavoro meno costoso, si produce energia bruciando carbone sostanzialmente senza limiti all’inquinamento. In Europa invece abbiamo norme molto più stringenti riguardo all’eco sostenibilità. Senza dimenticare che l’industria cinese investe circa 100 miliardi all’anno sulla mobilità elettrica, una cifra monstre che l’Europa non può permettersi». La metafora che usa De Meo è quella di una partita di calcio giocata 15 contro 11. Ingiocabile, appunto. Con l’allenatore, Bruxelles in questo caso, che non vede o finge di non vedere che l’avversario è in campo con quattro uomini in più. E i numeri iniziano già a dare ragione a De Meo. Sappiamo per esempio, come evidenziato da un report di Jato Dynamics, che mentre in Europa e Stati Uniti i prezzi delle vetture elettriche aumentano con un gap del 30% e quasi del 50% rispetto all’equivalente tradizionale, a Pechino diminuiscono e di tanto. In Cina, oggi, le elettriche costano in media il 33% in meno rispetto alle auto a benzina.Sappiamo anche (dati China Passenger Car Association) che le spedizioni all’estero di autovetture prodotte in Cina sono triplicate nel giro degli ultimi tre anni e che nel 2022 hanno raggiunto quota 2,5 milioni. La Cina ha prodotto quasi sette milioni di veicoli a nuova energia nel 2022, con un aumento quasi del 100% rispetto all’anno precedente. Il punto è che a Pechino l’elettrico sta pian piano diventando di massa, mentre in Europa resta assolutamente di nicchia. E che le differenze sono destinate solo ad aumentare.Recentemente una lunga analisi del New York Times evidenziava che la Cina oltre ad avere in patria gran parte dei materiali necessari alla svolta elettrica ha investito da tempo nell’estrazione di terre rare, anche al di fuori dei propri confini, soprattutto in Africa. E, tanto per fare un esempio, dalla Repubblica democratica del Congo proviene il 70% del cobalto mondiale (indispensabile per la produzione delle batterie) e la maggior parte viene esportato sempre lì, nella repubblica popolare. Insomma oltre ai vantaggi competitivi, naturali o sleali che siano, è anche la strategia cinese che sta facendo la differenza. Ma questo, «il gruppo degli integralisti» che vive a Bruxelles, non l’ha evidentemente capito.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.