2024-02-18
De Luca insiste: «La Meloni insulta»
Dopo le offese, il governatore campano rilancia. Il sindacato di polizia: «Provocatore». Gennaro Sangiuliano lo sfotte, centrosinistra in silenzio. E a Torino bruciano la foto del premier.Nessuna scusa, anzi. «L’unico insulto ieri lo ha rivolto Giorgia Meloni a chi è andato a manifestare». Così il governatore campano, Vincenzo De Luca, torna sulle offese al premier Meloni, mentre era alla Camera dei deputati. Da sceriffo di Salerno a vicerè della Campania, De Luca non si giustifica nemmeno per il suo linguaggio volgare, anzi, continua a offendere a destra e manca, dai giornalisti agli italiani. «Ho parlato ieri a piazza Santi Apostoli per un’ora e non ho offeso nessuno», ha sottolineato il presidente. «Hanno fatto uscire un fuori onda, mentre ero a Montecitorio a bere un bicchiere d’acqua. Su una cosa detta a mezza voce, oggi ci sono i titoli principali dei giornali sull’insulto di De Luca alla Meloni. Siamo alla follia. Siamo in un Paese malato di conformismo e opportunismo e in cui l’opinione pubblica sembra aver perso la ragione critica. Ci si è ridotti a un titolo su una battuta». Peccato che De Luca spesso usi le battute come linguaggio politico. Pochi giorni fa a Napoli, a proposito della disponibilità del ministro Gennaro Sangiuliano al confronto sui fondi di coesione, aveva chiarito di «non voler dialogare con un parcheggiatore abusivo ma solo con il premier». E ieri attraverso la sua rubrica Il libro del giorno, il ministro della Cultura lo ha punzecchiato consigliando Il monarca. Vincenzo De Luca, una questione meridionale. Il libro, di Massimiliano Amato e Luciana Libero, racconta le origini della carriera politica dell’ex sindaco di Salerno, denunciando, la «ricerca spasmodica del consenso e l’utilizzo della pandemia come strumento di propaganda». Il linguaggio offensivo venerdì è stato usato anche nei confronti dei poliziotti che con un cordone avevano bloccato il passaggio dei sindaci guidati da De Luca che volevano essere ricevuti a Palazzo Chigi. «Chiedete che qualcuno venga qui a parlare, altrimenti ci dovete caricare, ci dovete uccidere» aveva detto, oltre ad alcune offese, a un rappresentante della polizia. In questo clima, ieri pomeriggio a Torino, 500 manifestanti pro Palestina hanno bruciato una foto della Meloni con Netanyahu. La solidarietà al presidente del Consigliio è subito arrivata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa. Tornando a De Luca, il segretario del Siulp, Felice Romano, è intervenuto sottolineando che «certi comportamenti provocatori e offensivi da parte di un uomo che rappresenta le Istituzioni, minano i capisaldi della democrazia». Per il sindacato maggioritario della polizia di Stato e di tutto il comparto Sicurezza, «chi ha responsabilità istituzionali in seno allo Stato, deve essere consapevole del proprio ruolo altrimenti si verifica la medesima situazione delle dinamiche, verbali o comportamentali, tipiche dei gruppi antagonisti o anarcoinsurrezionalisti», conclude Romano. E a parte il silenzio imbarazzato di Pd, M5s e Verdi-Sinistra sul comportamento bullesco del dem ottantenne, per Matteo Renzi «De Luca ha esagerato con le parole». Mentre per Lino Ricchiuti, viceresponsabile del dipartimento Imprese e mondi produttivi di Fdi, «La sua ammuina è fatta apposta per spostare i riflettori dai suoi fallimenti e riconquistare consensi. I campani oramai sono stanchi delle sue sceneggiate». Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale campano, si chiede infine chi ha pagato la manifestazione. «Dalle foto sui social, risulta che vi abbiano preso parte anche responsabili di Eav e Air, le due aziende di trasporto pubblico controllate dalla Regione: a che titolo hanno partecipato?».
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco