2020-12-16
De Benedetti almeno lo dice chiaro. «L’Ue serve a fare fuori la destra»
Carlo De Benedetti (Simona Granati - Corbis/Getty Images)
L'editore di Domani, ospite da Lilli Gruber, spiega come se niente fosse che l'Italia non è un Paese sovrano. «Matteo Salvini non è ben accetto in Europa, se va al governo i rubinetti si chiudono». Alla faccia della democrazia.Ecco il ruolo del famoso idraulico polacco. Lezione di democrazia numero uno: la funzione primaria di Bruxelles è chiudere i rubinetti di chi non è allineato. Lo sospettiamo dai tempi delle risatine fra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy alle spalle di Silvio Berlusconi (2011, prima che lo spread arrivasse a comando a 574), ma ogni tanto un ripasso è utile. Il maestro della situazione è Carlo De Benedetti nella sua periodica ospitata da Lilli Gruber. L'oracolo di Dogliani con residenza fiscale a Sankt Moritz risponde a una domanda della conduttrice di Otto e mezzo, terrorizzata dall'ipotesi che il centrodestra possa vincere eventuali elezioni anticipate gestendo il Recovery fund ed eleggendo il prossimo capo dello Stato. «Non credo a questo scenario, non si tiene conto di qual è la funzione dell'Europa. Non lo permetterà mai, in un modo o nell'altro». Frase minacciosa che l'editore del quotidiano Domani bofonchia in leggiadria senza ricordare che in Grecia stanno ancora pagando la feroce bulimia di Bruxelles. Frase per nulla volatile perché evoca l'immagine degli idraulici di Ursula Von Der Leyen al lavoro con salopette e chiave inglese: «Matteo Salvini sa di non essere bene accetto in Europa, nel momento in cui ci va i rubinetti si chiudono perché non si può essere antieuropeo e poi chiedere i soldi all'Europa. Questo pericolo che tutti vedete, e riconosco in base ai polls che sta nei numeri, io non lo vedo. Se la destra vincesse durerebbe lo spazio di un mattino». Da ex eurodeputata del Pd rientrata all'ovile televisivo per mancanza di alternative, lady Gruber sembra sollevata dalla risposta. Il suo Napoleone Bonaparte la manda a nanna tranquilla, di fatto confermando al di là di ogni possibile boutade (De Benedetti è l'editore di un giornale, ha gestito per 30 anni un gruppo editoriale, ha accesso illimitato in tv) che l'Europa è sostanzialmente una sovrastruttura di potere impegnata a cristallizzare la politica dei Paesi membri anestetizzandone ogni volontà democratica. L'Ingegnere parla, la giornalista dem annuisce e nessuno si preoccupa che in quel preciso momento la seconda frase dell'articolo uno della Costituzione («la sovranità appartiene al popolo») sia allegramente usata come aeroplanino di carta. Chi di solito la cita con un fremito di eccitazione postpartigiana la sta trasformando in carta igienica.Il pensiero è condiviso con entusiasmo soprattutto dai burocrati dem a Bruxelles con ruoli di pura rappresentanza come David Sassoli e Paolo Gentiloni. A cascata, da tutto il Pd che crede al vassallaggio nei confronti dell'Europa per continuare a galleggiare sul Paese ridotto a una palude. La strategia ha fatto breccia anche nel Movimento 5 stelle, che pur di allinearsi al potere dominante dei colletti bianchi, si comporta come quei cagnolini sul cruscotto posteriore delle auto negli anni 70: muove la testa per dire di sì. Gli idraulici democratici mostrano indulgenza solo per la maggioranza Ursula. «In un modo o nell'altro». Non potendo bombardare Varese, le valli bergamasche e più in generale 14 regioni italiane; non sapendo come ridurre all'impotenza quel 50% degli elettori che si mostra euroscettico e non vede l'ora di confermarlo al seggio, secondo De Benedetti l'Europa è pronta a mandarlo sul lastrico. Anzi di più: a far pagare a tutto il Paese l'affronto di una eventuale vittoria del centrodestra (col trattino come vorrebbe Berlusconi oppure senza). È il riflesso condizionato antidemocratico di un sistema che inneggia al Recovery fund come a una conquista mentre è solo la paga del soldato. Non dobbiamo dimenticare che quei fondi spettano all'Italia in quota parte con qualunque maggioranza. Eppure ecco la minaccia: niente servi, niente soldi. Matteo Salvini e Giorgia Meloni potrebbero costruirci un'intera campagna elettorale vincente. C'è ancora tanta gente che continua a credere nell'Italia padrona del proprio destino. Se è vero ciò che dice l'Ingegnere, si spiegano molti dossier. Si capisce perché l'Olanda e il Belgio ci tengono sulla corda; perché il debito pubblico diventa più o meno pesante a seconda dei sondaggi; perché Milano ha perso l'Ema (Agenzia del farmaco) per sorteggio a favore di Amsterdam; perché il nostro Paese sia destinato a diventare un campo profughi senza redistribuzioni dei migranti; perché la famosa rotazione dei porti sbandierata da Luciana Lamorgese sia fra Catania, Siracusa, Pozzallo e Lampedusa. Abbattere il muro di Berlino per sostituire l'Urss con l'Urse (Unione repubbliche socialiste europee) non è stato un affare democratico. Ma con 206 miliardi si dimentica tutto, per primi gli ideali. E la morte della politica può avvenire in silenzio. De Benedetti a 86 anni non ha di questi problemi, lui è un po' abbacchiato perché il lockdown prossimo venturo gli impedirà di «andare al ristorante a mangiare i tagliolini con il tartufo. Ma fa niente». Per il resto sembra un Goffredo Bettini con il mal di denti. Scava letteralmente la fossa a Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Domanda: di chi si fida di più? Risposta: «È come chiedermi se voglio essere tumulato a Dogliani o a Torino. Stiamo sempre parlando di bare». Humor nero, torna in mente La cassa sbagliata di Robert Louis Stevenson.L'Ingegnere non ha finito. Fa sapere a Conte di non condividere nulla, da sinistra, delle sue ultime mosse attorno al rimpasto: «La posta in gioco è il potere e quel che ha scatenato il potere sono i soldi. Quando ha capito che arriveranno molti soldi, Conte ha fatto un'inaccettabile dimostrazione di menefreghismo verso la politica. Andare a dire: ci sono io in cima alla piramide, poi due ministri, poi sei commissari che nominano 300 manager, è una cosa scandalosa. È lui che ha aizzato la crisi, se crisi ci sarà. Un Paese senza politica è in grave rischio. Quando si cloroformizza la politica, la politica si risveglia». Può farlo solo l'Europa scegliendo chi governa a seconda del grado di sudditanza. Per la tessera numero uno del Pd basta farsi pagare e continuare a dormire.
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