2019-01-19
De Benedetti accusato di evasione fiscale
La Guardia di finanza contesta all'Ingegnere di non aver dichiarato uno yacht da 120 milioni, battente bandiera delle Cayman. Rischierebbe una multa da 36 milioni. La replica di Cdb: «Violata la privacy, la barca non è mia e non ho mai evaso nulla».L'altro ieri dalle pagine del Sole 24 Ore, Carlo De Benedetti sollecitava le élite europee a fare autocritica. Le élite, non lui. Pur essendo stato a capo di un grande gruppo industriale ed editoriale e pur avendo guidato imprese inghiottite da madornali errori come Olivetti o cedute sotto il peso dei debiti come Sorgenia, l'Ingegnere non ha motivo di fare autocritica, ma solo di dare lezioni. E infatti, dalle pagine del quotidiano salmonato, castello di carta di un potere confindustriale sempre più traballante, Cdb se l'è presa con una classe dirigente che si è innamorata troppo della globalizzazione e delle nuove tecnologie, «tenendo in scarsa considerazione i danni che questa combinazione di fattori avrebbe avuto sulla classe media e in generale sui lavoratori».Perché intendiamoci, l'editore di Repubblica - sì lo so che ogni volta che si tocca questo tasto lui replica di non entrarci più nulla con il quotidiano diretto da Mario Calabresi, avendolo lasciato in eredità ai figli, ma in quella famiglia un De Benedetti è per sempre - è un compagno a cui preme il salario delle classi più povere. Prima tessera del Pd, era talmente vicino al partito da recarsi dal suo segretario almeno una volta al mese, naturalmente quando il capo era Matteo Renzi, il quale incidentalmente era anche il presidente del Consiglio. Nelle conversazioni mattutine, davanti a un bricco di caffè e alle brioche appena sfornate che vengono servite a Palazzo Chigi, i due conversavano dell'incidenza che la tecnologia avrebbe avuto sui posti di lavoro e dunque sul benessere delle classi medie e dei lavori. Ovvio, no? Poi, incidentalmente, già che c'erano, ai due scappava di conversare anche di banche e di riforme che avrebbero avuto un impatto sul mercato azionario, ma diciamo che questo era un inciso pronunciato alla fine del discorso, quando già i due stavano davanti alla porta spalancata dell'ascensore, nell'atto di darsi appuntamento per discutere in maniera più approfondita di come alleviare le pene di disoccupati e salariati. Certo, poi all'Ingegnere, una volta uscito, scappava di chiamare il suo agente di cambio e di raccontargli il pettegolezzo di un decreto fatto apposta per cambiare la governance delle banche Popolari, ma subito dopo il pensiero della tessera numero uno del Pd tornava a occuparsi del futuro degli italiani, in particolare di quelli a più basso reddito.Perché De Benedetti è così: un cuore tenero. Uno che, pur essendo un padrone, si preoccupa delle classi lavoratrici. Ne sanno qualcosa i lavoratori della Olivetti, quelli rimasti senza lavoro e quelli che - ingiustamente - hanno ritenuto di non aver lavorato nel posto più salubre del mondo. Ma ne sanno qualche cosa anche i dipendenti del gruppo Gedi (cioè Espresso, Stampa e Repubblica), i quali di recente si sono visti recapitare una richiesta che - a seguito dell'arrivo della globalizzazione e delle nuove tecnologie - prevede una riduzione degli organici e degli stipendi, il tutto motivato dalla situazione di mercato dell'editoria. Certo, a De Benedetti tutto ciò dev'essere costato molto in termini di dispiacere personale. Mai però quanto l'infamante accusa che ieri gli ha rovesciato addosso la Guardia di finanza di Torino, rimproverandogli di essersi dimenticato di inserire nella sua dichiarazione dei redditi 120 milioni di euro detenuti all'estero in zone offshore (cioè dove non si pagano le tasse). Il tutto trarrebbe origine dall'acquisto in leasing di un piccolo yacht da 51 metri, My Aldabra, un'imbarcazione che per comodità, e non certo per ragioni fiscali, batte bandiera delle Isole Cayman. Le Fiamme gialle, sulla base di una segnalazione giunta dalla Toscana, dove hanno sede i cantieri che hanno costruito il naviglio, sarebbero risalite alla proprietà e di qui al tesoro nascosto nell'isola, con il risultato che ora Cdb potrebbe vedersi appioppata una multa da 36 milioni. Ma se sulle élite l'Ingegnere sollecita un'autocritica, nel suo caso respinge con sdegno anche solo il sospetto che si tratti di un errore materiale, tipo - chessò - un 1,2 scambiato per 120 o una barchetta da 5,1 confusa con una da 51. No, De Benedetti si professa innocente e denuncia una violazione della privacy, contestando che non siano stati rispettati gli obblighi di riservatezza. La barca non è mia, replica a gran voce, ma di Unicredit Leasing, e chi insinuerà che -come dice l'Ansa - sia di mia proprietà, se la vedrà con il principe del foro Franco Coppi. Punto. Ecco quello che capita a un pover'uomo che ha come unico pensiero, mentre è in barca in mezzo al mare, le condizioni delle classi più povere. Uno attacca le élite, critica Di Maio, Salvini, Scalfari, Berlusconi, Renzi, Blair e l'Europa e viene ripagato con questa moneta. Roba da spingere all'esilio. Anzi, a trasferire, oltre all'abitazione, anche la residenza in Svizzera. Magari a Sankt Moritz. Perché dall'alto, le condizioni della classe operaia e gli errori delle élite si vedono meglio.
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