2024-03-03
«Con il ddl Capitali le pmi in Borsa, un anno per limarlo»
Il relatore forzista Dario Damiani: «Critiche ad alcune norme? Il governo può intervenire. Finanza insegnata nelle scuole come educazione civica».Dopo mesi di discussioni, pochi giorni fa, il ddl Capitali è stato approvato in via definitiva al Senato. Disegno di legge molto discusso perché nel perseguire l’obiettivo di aumentare il numero di società quotate in Borsa inserisce delle modifiche alle norme finanziarie che hanno suscitato lodi in alcuni casi e aspre critiche in altri. Tiriamo le fila con il relatore e grande sostenitore del provvedimento, Dario Damiani (Forza Italia). Senatore perché da domani per una Pmi sarà più facile quotarsi? «La scarsa capitalizzazione di Piazza Affari non rende giustizia alla vivacità imprenditoriale del nostro Paese. Era dunque necessario mettere mano a una riforma che favorisse il mercato dei capitali e l’accesso alle quotazioni e il ddl Capitali approvato va proprio in questa direzione di semplificazione e incentivi. Per esempio, semplifica le procedure di ammissione alla negoziazione, riduce gli oneri a carico delle aziende che intendono quotarsi ed estende la classificazione di “piccole e medie imprese” emittenti azioni quotate, innalzando il tetto della capitalizzazione massima. In tema di redazione del bilancio è prevista la facoltà di adottare i principi contabili internazionali. Viene semplificato anche il sistema sanzionatorio della Consob».Oggi la somma delle società italiane quotate vale un terzo del Pil del Paese: quale sarebbe l’obiettivo auspicabile?«L’Italia, ottava potenza industriale al mondo, ha il ventiduesimo mercato regolamentato per valore. Tutti i titoli della borsa italiana valgono meno del 25% del primo titolo quotato a Wall Street. Dati che ci aiutano a capire come sia necessario rendere più dinamico ed attrattivo il mercato dei capitali in Italia». C’è stata polemica su alcuni provvedimenti. Rilievi sono stati mossi per esempio da Assogestioni (i fondi) e dal proxy internazionale Glass Lewis. Sarà più complicato promuovere una lista del cda perché deve essere promossa dai due terzi dei suoi componenti e poi sottoposta a una seconda votazione su ciascun consigliere. Non si rischia di complicare il voto per gli investitori? «Non ci sono norme “buone” o “cattive” in sé, è chiaro. Ma norme più o meno adatte a perseguire gli obiettivi che si intendono raggiungere. Vorrei ricordare che le misure approvate sono state ispirate dal Libro Verde sulla competitività dei mercati finanziari, documento di indirizzo licenziato dal Mef nel 2023 dopo una consultazione tra tutti gli addetti ai lavori». Anche sul voto maggiorato si è discusso: ogni azione mantenuta per più di 24 mesi ha diritto a due voti e si può arrivare a un massimo di 10. I critici parlano di disallineamento rispetto alla regola “un’azione-un voto”. «Se le società italiane migrano verso il mercato olandese dove vige già questo sistema, chiediamoci perché e cerchiamo di dare risposte che vadano proprio in quella direzione. Ripeto, non si tratta di provvedimenti calati dal cielo ma di una riforma organica che mira a a incentivare la quotazione delle società e diffondere l’azionariato della Borsa italiana, per sostenere le imprese che puntano a crescere e ad aumentare la propria competitività mediante il ricorso al mercato dei capitali». Tutti d’accordo invece sulla spinta all’educazione finanziaria nelle scuole. «L’educazione finanziaria è stata inserita nell’insegnamento dell’educazione civica. Si è preferita questa soluzione proprio per accelerare i tempi, dovendo semplicemente ampliare i contenuti di una materia già curriculare. Un grande risultato, direi storico per la nostra scuola, che mi onoro di aver perseguito fin dalla scorsa legislatura». Il governo ha una delega di un anno per emendare il testo approvato... Come mai si è garantito questa possibilità? «La delega al governo è frutto del confronto tra governo e Parlamento, in modo da poter raccordare poi eventualmente il ddl Capitali con il Tuf, Testo unico della finanza». C’è il rischio che il Listing Act europeo possa modificare ulteriormente le norme? «Anche il Listing Act va verso la semplificazione e l’alleggerimento, non prevedo particolari modifiche».