2025-06-28
Trump gioca con i dazi Ue: la scadenza è accorciabile. Merz ha fretta, Parigi no
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Donald parla di un anticipo rispetto al 9 luglio. L’Europa è divisa. Berlino firmerebbe subito tariffe al 10%. Accordo Usa-Pechino, rottura con il Canada.Sale la tensione a Berlino sull’accordo commerciale con gli Usa. Ursula von der Leyen ha comunicato al Consiglio Ue, giovedì, di avere ricevuto una proposta in bozza dagli Stati Uniti, che ora la Commissione valuterà. La base dell’accordo sarebbe un dazio generalizzato del 10% sulle merci dall’Unione europea, con un 25% su auto acciaio e alluminio. Una delle concessioni che la Ue si è detta disposta a fare agli Stati Uniti nel quadro di un accordo è di consentire la codecisione sull’applicazione del Digital Markets Act, il che ne diminuirebbe parecchio l’incidenza.Il Dma è un regolamento della Commissione il cui scopo è favorire la nascita e il finanziamento di start-up digitali europee, creando una asimmetria sfavorevole alle aziende Big Tech americane, da Google ad Apple. La Commissione ha facoltà di applicare il Dma in maniera più o meno sfumata. Si creerebbe un comitato congiunto Usa-Ue per decidere di volta in volta come applicare il Dma. Su questo punto esiste un accordo, tanto che le aziende americane stanno già scegliendo i lobbisti da nominare nel comitato. Vi sarebbe poi la rinuncia della Commissione all’approvazione di nuove direttive considerate dagli Usa barriere non di prezzo, come quella sui Green Claims e sulla riforestazione.All’interno del Consiglio, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni sono i capi di governo che spingono di più per chiudere rapidamente un accordo con Washington, mentre il Presidente francese Emmanuel Macron insiste per applicare agli Usa un dazio reciproco del 10% e nel fare minori concessioni. Nel complesso, Von der Leyen ha detto al Consiglio Ue che ritiene di poter giungere ad un accordo prima della scadenza del 9 luglio. Molti leader sarebbero disposti ad accettare le asimmetrie chieste dagli USA per evitare di arrivare ad un confronto duro.Merz vorrebbe chiudere al più presto la partita con gli Stati Uniti e per ottenere uno sconto sul dazio del 25% sulle automobili e sta premendo sulla Commissione perché faccia ulteriori concessioni. Agendo attraverso il Ppe, il cui presidente, Manfred Weber, è tedesco, Merz sta facendo enormi pressioni sulla Commissione perché abbandoni alcune delle direttive e regolamenti green in via di approvazione, che gli Stati Uniti vedono come il fumo negli occhi. Questo agevolerebbe una rapida conclusione delle trattative con Washington.La questione sta generando una frattura nella maggioranza all’Europarlamento che sostiene la Commissione von der Leyen, con i socialisti inviperiti con il Ppe dopo l’abbandono della direttiva Green Claims. Ma poiché il governo di Berlino è sostenuto anche dai socialisti dell’Spd, bene o male il gruppo dei socialisti tedeschi all’Europarlamento dovrà ingoiare il rospo. A meno di mettere in crisi il neonato governo Merz, che si regge su una coalizione Spd-Cdu.Non è detto che il cancelliere tedesco riesca ad ottenere lo sconto che sta chiedendo al presidente americano Donald Trump, però, nonostante i buoni rapporti instaurati con la visita di Merz alla Casa Bianca di qualche settimana fa.Intanto, l’inquilino della Casa Bianca ha affermato giovedì pomeriggio che gli Stati Uniti hanno firmato l’accordo commerciale con la Cina, mentre il segretario al Commercio americano, Howard Lutnick, ha dichiarato in un’intervista televisiva che l’accordo era stato firmato due giorni prima. Lutnick ha allargato l’orizzonte e ha detto che la Casa Bianca è vicina ad accordi con altre controparti commerciali, anche prima della scadenza del 9 luglio.«Abbiamo appena firmato con la Cina», ha detto testualmente Trump giovedì pomeriggio. «Stiamo facendo ottimi accordi. Ne abbiamo uno in arrivo, forse con l’India, uno molto importante». Da Pechino non sono arrivate conferme ufficiali, ma ieri la Cina si è impegnata ad approvare le richieste di esportazione di terre rare negli Stati Uniti. Il ministero del Commercio cinese, in una dichiarazione scritta diffusa dai media statali, sembra confermare il contenuto dell’accordo anticipato da Trump. Il comunicato del ministero cinese riporta la promessa di Pechino di «esaminare e approvare le domande di esportazione idonee per i prodotti controllati in conformità con la legge».L’accordo scolpisce i termini concordati a Ginevra il mese scorso tra i negoziatori americani e quelli cinesi, in base al quale la Cina si è impegnata ad accelerare la consegna di minerali di terre rare e di magneti. Lutnick ha dichiarato anche che la Casa Bianca annuncerà «un sacco di accordi» nel corso della prossima settimana. Sui negoziati con l’Unione Europea, Lutnick ha detto di essere ottimista.Trump intanto gioca con le date e ieri ha detto che la scadenza del 9 luglio può essere estesa o accorciata. Del resto, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha detto ieri che gli Stati Uniti sperano di concludere i colloqui commerciali con più di una dozzina di nazioni entro inizio settembre, lasciando intendere che per la Casa Bianca il 9 luglio è una indicazione di massima. Intanto Trump interrompe le trattative con il Canada: «Nei prossimi sette giorni faremo sapere a Ottawa quanto dovrà pagare». Il presidente lega la sua decisione alla tassa sui servizi digitali decisa dal Canada.
Eugenia Roccella (Getty Images)
Carlotta Vagnoli (Getty Images)