2024-02-04
David Seymour. Venezia e il Mondo in mostra a Palazzo Grimani
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Nelle sontuose sale di Palazzo Grimani, gioiello rinascimentale nel cuore di Venezia, oltre 150 scatti raccontano la carriera di David «Chim »Seymour (1911-1956), fotografo di fama internazionale e co-fondatore della celebre agenzia Magnum Photos. In mostra - sino al 17 marzo 2024 - un nutrito gruppo di immagini dedicate alla città lagunare, ritratti di celebrities e i suoi reportage più significativi.Ritratti, reportages e un ricco corpus di scatti con protagonista Venezia. Questi, riassumendo, i capisaldi della splendida mostra allestita a Palazzo Grimani e dedicata a David (detto Chim) Seymour, fotografo fra i più importanti del ‘900, ma - purtroppo e ingiustamente - meno noto di altri suoi colleghi. Meno noto soprattutto di Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, carismatiche icone del fotogiornalismo con cui, nel 1947( insieme anche a George Rodger e William Vandivert) fondò la celebre agenzia Magnum Photos e con i quali condivise, a fasi alterne, vita e professione.Ebreo polacco nato a Varsavia, dopo aver vissuto in Russia e in Germania, fu a Parigi, negli anni ’30, che trovò la sua «dimensione», tanto da cambiare il suo impronunciabile cognome polacco, Szymin, nel più dolce e «francesissimo» Seymour: per tutti però rimase «Chim» , nomignolo che gli restò appiccicato per tutta la vita. «Chim», l’emigrato polacco diventato fotografo per caso, per pagarsi gli studi alla Sorbona, ma che, in breve tempo, fece della fotografia la sua professione : a consacrarlo «fotografo a tutti gli effetti», o meglio, fotoreporter, gli scatti che immortalano le violente proteste del Fronte Popolare Francese (1936) e, soprattutto, i suoi reportages sulla guera civile spagnola (1936/39), che Seymour - al pari di Capa e Cartier- Bresson – seguì a lungo e in momenti diversi. A seguire il conflitto fratricida ( e a morirci, nel 1937) anche Gerda Taro, compagna di Robert Capa e prima fotoreporter donna ad aver perso la vita in guerra. Ma questa è un’altra storia (per chi volesse approfondire, consiglio il bel libro La ragazza con la Leica, di Helena Janeczek ). Tornato dalla Spagna, Seymour si reca in Messico con un gruppo di emigrati repubblicani spagnoli e quando i venti di guerra cominciano a soffiare pesantemente sull’Europa, per sfuggire alla mannaia nazista (che annietta entrambi i suoi genitori...) emigra a New York , presta servizio nell’esercito degli Stati Uniti (ottenendo una medaglia al merito per il suo lavoro nell’intelligence), fonda – come ho già ricordato – l’agenzia Magnum e, soprattutto, continua a fotografare, immortalando con il suo stile sobrio e senza fronzoli momenti storici importanti (la nascita dello Stato di Israele, per esempio) e star di Hollywood, orfani di guerra (nel 1948, l’UNICEF gli commissiona il progetto Children of War) e personalità politiche. Presidente della Magnum nel 1954 - dopo la scomparsa di Robert Capa, caduto nella guerra di Indocina - Seymour muore due anni dopo, nel 1956: a toglierli la vita una mitragliatrice egiziana nei pressi del Canale di Suez. Una «morte sul campo» la sua, come quella di molti suoi amici e illustri colleghi.Ecco, la mostra a Palazzo Grimani racchiude tutto questo: 200 pezzi – tra immagini, documenti, lettere e riviste d’epoca - che raccontano di un esule polacco che ha conquistato, in sordina e senza clamore, le vette somme della fotografia. «Tutto ciò di cui hai bisogno - disse una volta mentre un noto fotografo parlava della psicologia dietro una delle sue foto - è un po’ di fortuna e muscoli sufficienti per far scattare l’otturatore…Avrebbe potuto aggiungere: un buon occhio, un cuore e un fiuto per le notizie. Perché tutti questi erano evidenti nel suo lavoro» (Judith Fried su David Seymour).
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)