2023-10-04
Da Tim alla sanità. I giornali che fanno da esegeti del Colle collezionano smentite
Per la terza volta in pochi mesi, «Repubblica» e «Stampa» provano ad arruolare Sergio Mattarella contro Giorgia Meloni. E falliscono.L’importante è esser convinti e arruolare Sergio Mattarella contro il governo. Poi, se il giorno dopo arriva la smentita del Quirinale, pazienza. Nella società della confusione mediatica, chi spara per primo ha vinto. Martedì Repubblica e Stampa hanno raccontato che il capo dello Stato aveva difeso pubblicamente la sanità pubblica a un incontro delle regioni a Torino, traducendo un normale encomio di medici e ospedali come un attacco al governo. Ieri mattina, la smentita del Quirinale che manifestava stupore per simili interpretazioni. Si tratta della terza sberla dal Colle in soli sei mesi. E dire che i due giornali della famiglia Agnelli Elkann sono dei grandi fan di Mattarella. Il presidente della Repubblica parlava in pubblico, al Festival delle regioni, e c’era poco da arzigogolare. Nel suo breve discorso a braccio aveva affermato: «Il Servizio sanitario nazionale è un patrimonio prezioso, da difendere e adeguare. E in questo la riflessione delle Regioni, in dialogo con il Paese e con la società, è particolarmente importante». Ieri mattina, ecco la sorpresa. La Stampa titola in prima pagina: «L’allarme di Mattarella. E Fedriga al governo: “Ci servono più fondi”». Dove sia l’allarme non è dato sapere, con un titolo del genere il capo dello Stato viene aggregato all’opposizione con Pd e M5s, che si stanno lamentando della Finanziaria, e viene unito al governatore del Friuli che chiede più soldi. Per chi non legge abitualmente i giornaloni, Fedriga e Zaia sono i leghisti buoni. Repubblica fa la medesima operazione dei cugini sabaudi, ma in grande stile. Titolone a tutta prima: «Sanità, governo sotto accusa […]. I governatori delle Regioni lanciano l’allarme. Zaia: è una questione di civiltà. Monito di Mattarella: “Il servizio sanitario è un patrimonio prezioso, da difendere”». Si sa, con la parola «monito» si riesce sempre a fare in modo che il Quirinale sgridi qualcuno. In questo caso, ovviamente, Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti. Ma l’importante era agganciare le pallide parole di Mattarella a due termini chiave come «accusa» e «allarme». All’interno del giornale diretto da Maurizio Molinari, ecco un paginone dove la citata frase di Mattarella viene definita «un avvertimento che arriva nei giorni in cui il governo, a caccia di soldi per far quadrare una manovra complicata, sceglie la via dei tagli in un settore già oggi carente». L’articolista si rende conto che purtroppo la legna è finita e il presidente altro non ha detto, allora raccatta un altro spezzone. «La riflessione delle Regioni, in dialogo con il Paese e con la società, è particolarmente importante», ha detto il presidente. E secondo Repubblica lo ha affermato «sempre riflettendo sulle richieste per la sanità avanzate dagli enti regionali». Buone anche le riflessioni, dai. Materiale da ardere finito. E allora ecco che «Mattarella non aggiunge altro, ma l’assist non sfugge ai governatori». Ricapitolando, quando finiscono gli «allarmi», le «accuse» e i moniti, arriva il momento degli «assist». E però mica è finita qui, perché Repubblica ci ha fatto pure un sedicente retroscena così titolato: «I tagli spaventano anche Zaia e Fedriga E la linea del Colle fa breccia a destra». Capolavoro assoluto: far attaccare la Meloni da Mattarella e spaccare pure il centrodestra. Roba da sogno. E adesso la realtà, ristabilita ieri a metà giornata a mezzo agenzie. Ecco l’Ansa: «Al Quirinale si registra stupore per le interpretazioni che alcuni quotidiani hanno dato al discorso pronunciato ieri dal presidente Sergio Mattarella». Segue lo scarno virgolettato sulla sanità usato per montare un caso politico. Insomma, questa volta il Colle ha reagito con «stupore». Che è un passo avanti rispetto a quanto successe il 13 agosto scorso, quando dal Quirinale arrivò un’altra smentita a Repubblica. Il quotidiano romano aveva riferito di pressioni di Mattarella su Palazzo Chigi per il dossier della rete Telecom, pressioni che sarebbero state addirittura in favore dei francesi di Vivendi, primi soci di Tim con il 24% e sulle barricate da mesi. «È una notizia totalmente infondata»: questa la smentita dell’ufficio stampa del Quirinale. Stampa e Repubblica si sono coperte di gloria anche lo scorso 3 aprile, quando scrissero che Mario Draghi era stato ricevuto dal presidente per uno «scambio privato di vedute». Facevano però notare, non senza malizia, che l’incontro era avvenuto in un momento di grande tensione tra il governo e l’Ue su vari temi, a cominciare dal Pnrr. E che Mattarella si era visto anche con il commissario Paolo Gentiloni. Quella volta, l’ufficio stampa del Colle sfornò un nuovo tipo di smentita, con sarcasmo incorporato: «Al Quirinale si registra un divertito stupore per una ricostruzione decisamente fantasiosa […] sugli incontri del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorni scorsi». Mattarella non aveva incontrato né Draghi né Gentiloni, ma sono dettagli.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.