2018-05-31
Triste storia
di un premier ridotto a fare
la ruota di scorta
Carlo Cottarelli è appeso agli umori del presidente della Repubblica. Da tre giorni gira a vuoto con il suo zainetto. La consegna? Aspettare...Salvate il soldato Carlo. C'è un uomo prigioniero da tre giorni nei palazzi romani: dicono che dovrebbe fare il presidente del Consiglio. Ma, per il momento, fa solo l'ostaggio. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, con una delle sue geniali intuizioni, l'ha ficcato dentro una gabbia, manco fosse un criceto. E lo lascia lì, a girare sulla ruota dei ministeri e delle impossibili maggioranze, mentre tutto attorno impazziscono spread, borse, trattative, ipotesi e retroscena. Una girandola mostruosa, alla fine della quale restano tanti dubbi e una sola domanda: ma non è che ora, per liberare Cottarelli, dal Colle ci chiederanno pure un riscatto? Povero Mister Forbici. E dire che sembrava tutto fatto. Quando lunedì mattina è sceso giù a Roma, con il trolley d'ordinanza e lo zainetto in spalla, tutti pensavano avesse già la lista dei ministri in tasca. «Vedrai che la presenta subito», si sussurrava nelle redazioni. «No, oggi pomeriggio», rilanciava qualcuno. Poi lunedì pomeriggio è diventato martedì mattina, martedì mattina è diventato martedì sera, poi martedì notte. Poi, ecco, niente, aspetta un attimo, gli hanno detto: che cosa vuoi fare tu? Il governo tecnico? Senza nemmeno un voto? Nemmeno uno per sbaglio? Mentre lo spread s'impenna e le Borse crollano? No, scusa, stai fermo lì, buono buono, mettiti nel trolley, cerca la merenda nello zainetto, che intanto torniamo da quelli che hanno i voti. E vediamo se riusciamo a fare qualcosa di più serio. Magari un governo politico. criceto in gabbia E così il criceto Cottarelli ha cominciato a ruotare nella sua gabbietta di Montecitorio in perfetta solitudine proprio perché, come ha spiegato lui stesso «sono emerse nuove possibilità per la nascita di un governo politico». E «questa circostanza, anche di fronte alle tensioni sui mercati», ha spiegato sempre Carlo l'ostaggio «induce ad attendere eventuali sviluppi». Ma sicuro: attendiamo. E intanto, mentre si attende che nasca un governo vero, cioè un governo con i voti, l'uomo che doveva salvare l'Italia che fa? Se ne sta lì, rinchiuso nello stanzino, per ingannare il tempo sale e scende dal Quirinale per incontri, sempre informali, con il presidente della Repubblica (due ciance e un caffè non si negano a nessuno). E telefona in giro per l'Italia a cercare ministri sull'elenco che gli è stato fornito dal Colle, ricevendone per lo più motivati rifiuti: «Ah ah, bella idea quella di un governo che non vota nessuno, ma io sto giocando a Monopoli con la zia Peppina, proprio non posso». «Grazie Carlo di avermi pensato, il governo senza maggioranza è proprio una figata, ma io sto facendo la spesa all'Esselunga con mia suocera, sono proprio troppo impegnato…». Ieri sera dopo l'ennesimo incontro, al Quirinale hanno fatto sapere che Carlo Cottarelli non avrebbe sciolto ancora la riserva del governo tecnico perché si sta aspettando il governo politico, per l'appunto, e «non si forzano i tempi». Non si forzano i tempi? Ma sono seri? O ci stanno perculando? In ogni caso l'ex commissario resta commissariato. Anzi, ostaggio. Doveva presentare la lista dei ministri lunedì mattina, non l'ha presentata nemmeno mercoledì sera. E allora noi non possiamo fare a meno di domandarci: ma perché fare tanto male a quest'uomo? Perché accanirsi così contro di lui? Perché immergerlo in questo brodo di umiliazione? Qualcuno dice che il Quirinale abbia cercato di usare Cottarelli come uno spauracchio nei confronti di Lega e 5 Stelle: lui non rinuncerà all'incarico fino a quando voi non rinuncerete al professor Savona come ministro, avrebbero fatto intendere dal Colle. Avete presente i genitori quando minacciano i bambini: se non fai il bravo, arriva il babau? O l'orco? O l'uomo nero? Ecco così: Matteo e Luigi se non fate i bravi, arriva il governo Cottarelli. Essendo però quest'ultimo un governo che non sta in piedi nemmeno con lo sputo, la minaccia è apparsa subito assai spuntata. Un po' come spaventare i bambini dicendo: se non fai il bravo, arriva Topo Gigio. Così, mentre si schiantava l'ennesimo maldestro tentativo del Colle, Cottarelli ha continuato a girare sulla ruota e a inanellare le sue deprimenti telefonate, ricevendo risposte sempre più imbarazzate («Ministro del tuo governo? Guarda, Carlo, mi piacerebbe molto ma purtroppo avevo promesso a mia moglie di rimettere in ordine il garage quest'estate, proprio non posso»). no consultazioniCi avete fatto caso: il presidente incaricato non ha nemmeno fatto le consultazioni. Nemmeno una. Si è mai visto un presidente del Consiglio incaricato che cerca di formare un governo senza incontrare nemmeno un gruppo parlamentare? Un'altra follia che si aggiunge alla catena di questi giorni e che imprigiona l'ostaggio Carlo. Il quale ormai ha solo due soluzioni possibili: rinunciare all'incarico o far partire un governo traballante basandosi sulle astensioni (se il Quirinale riesce a convincere i 5 stelle). Davvero poca roba per l'uomo che doveva salvare l'Italia, non vi pare? Ma, in fondo, il soldato Carlo non è altro che una vittima, l'ennesima, della scelleratezza con cui il Quirinale ha gestito l'intera situazione. E se tutto ciò che avete visto finora non vi è bastato per comprendere il disastro Mattarella, pensate a questo: da tre giorni abbiamo un uomo che vive in ostaggio nei palazzi romani, sapendo che non potrà avere una maggioranza, avvilito e ridicolizzato nel suo saliscendi dal Colle, usato inutilmente come piede di porco per scardinare le resistenze Lega-5 stelle, mortificato e ormai praticamente bruciato per ogni futuro incarico di prestigio. Peccato che quest'uomo sia un presidente del Consiglio incaricato. E che questo avvenga ad opera del capo dello Stato. Il quale avrebbe il compito di difendere le nostre istituzioni. E invece non fa altro che umiliarle.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.