
La superconsulenza da 220.000 euro a Sandro Gozi potrebbe essere soltanto la punta dell'iceberg dell'inchiesta sulla Banca centrale del Titano. Si indaga anche sul finanziamento da 750.000 euro senza garanzie concesso al fratello del Professore.L'iscrizione sul registro degli indagati del Tribunale centrale di San Marino dell'ex sottosegretario del governo Renzi, Sandro Gozi, e della presidente della Banca centrale, Catia Tomasetti, potrebbe essere solo la punta di un iceberg che resta nascosto nelle viscere del Monte Titano.La storia della consulenza da 220.000 euro concessa dalla Bcsm a Gozi ha acceso il dibattito politico, anche perché l'ex sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni si è candidato alle prossime Europee nel partito di Emmanuel Macron. Ma con questa vicenda se ne intrecciano altre, non meno interessanti. In particolare merita un capitolo a sé la travagliata storia del Credito industriale sammarinese (Cis), di cui il prossimo 22 aprile l'organo di vigilanza, cioè la Banca centrale, dovrebbe decidere il futuro. Nel 2017 il già scricchiolante Cis erogò un prestito sospetto da 750.000 euro, segnalato dall'agenzia antiriclaggio, a una società riconducibile al fratello di Romano Prodi, Vittorio. Ma andiamo per gradi.Secondo gli inquirenti la consulenza a Gozi sarebbe fittizia e l'ex sottosegretario avrebbe intascato il denaro senza doversi dannare troppo l'anima. Per il commissario della legge Alberto Buriani si sarebbe fatto scrivere gli interventi da tenere davanti al Consiglio direttivo dell'istituto centrale dagli uomini del suo staff dentro la Banca. In pratica la Bcsm pagava i collaboratori a Gozi, questi preparavano per lui i discorsi e l'ex sottosegretario incassava euro fruscianti.le 2.800 mailFonti vicine alla Banca fanno sapere che la presunta inerzia del politico sarebbe smentita da circa 2.800 mail intercorse tra Gozi, il suo team e i vari referenti istituzionali. In più sarebbero arrivati anche i risultati, per esempio per la prima volta in un atto del Parlamento europeo è previsto l'accesso di San Marino alla liquidità della Banca centrale europea. «Il vero problema è che vogliamo portare la vigilanza della Bce a San Marino, ma qualcuno non la vuole» sussurra un manager della Bcsm.L'avvocato Maria Selva, legale della presidente, si appresta a ricostruire in una memoria quella che sarebbe la vera genesi della consulenza, contraddicendo la versione dell'accusa, secondo cui a scegliere Gozi sarebbe stata la Tomasetti. Nei mesi scorsi il segretario agli Esteri, Nicola Renzi (sì, come l'ex premier italiano), avrebbe chiesto un aiuto all'ambasciatrice di Malta in Italia, Vanessa Frazier, per individuare il negoziatore giusto per trattare con l'Unione europea e la Frazier gli avrebbe consigliato il nome di Gozi, a suo dire perfetto per il ruolo, soprattutto dopo la mancata rielezione in Parlamento. I tre si sarebbero incontrati nel marzo di un anno fa per discutere la cosa a sei occhi.Con La Verità il segretario Nicola Renzi spiega che la linea scelta dal suo governo è quella di non rispondere e che per questo non conferma e non smentisce.Ma nella nostra ricostruzione spunta una sorpresa. Il nome di Gozi non sarebbe stato appoggiato dai vertici della Pragmata, società di consulenza sammarinese, una specie di quinta colonna di Romano Prodi nella piccola Repubblica.Vale la pena di ricordare che Gozi ha iniziato la sua carriera come funzionario dell'Unione europea e «assistente politico» di Prodi a Bruxelles e che successivamente è stato il suo sostituto in commissione Affari costituzionali a Roma. Ne consegue che i rapporti di Gozi con i prodiani, almeno sino al 2015, siano sempre stati improntati alla massima fiducia.Anche in terra sammarinese. Circa tre lustri fa sotto il Monte Titano nasce la fondazione Tèresys e condivide gli uffici con la Pragmata, società di consulenza nata da una costola della Nomisma, pensatoio creato da Prodi. A idearla sono Piero Scarpellini, ex consulente di Prodi a Palazzo Chigi nel biennio 2006-2007 e fondatore della Pragmata, e l'associazione politica Laboratorio democratico europeo fondato da Gozi e dall'amica Claudia Mularoni. Nel 2007 Gozi, Scarpellini e Mularoni (dirigente di Pragmata e Tèresys) vengono indagati e poi prosciolti nell'inchiesta Why not, per i presunti rapporti con una fantomatica Loggia di San Marino. Nel 2015 la chiacchierata fondazione Tèresys (nel frattempo finita al centro di una spy story internazionale legata al capo di gabinetto di Muhammar Gheddafi) viene sciolta e nello stesso anno il sottosegretario Gozi arruola come consulente non pagato proprio la Mularoni e la sua Pragmata per il migliore utilizzo dei fondi europei da parte delle Regioni.Ma qualcosa non deve aver funzionato. Nella primavera del 2018 Scarpellini e Mularoni, dopo aver appreso della consulenza pronta per Gozi, si sarebbero presentati alla Tomasetti proponendo altri due candidati: un parlamentare europeo spagnolo e l'ex viceministro dell'Economia austriaco. «Si fecero introdurre dal segretario di Stato, Simone Celli, e in buona sostanza hanno detto: «Gozi è in declino, è odiato da tutti, Prodi non lo può più vedere, è diventato renziano. Fareste molto meglio a coinvolgere altre persone»» ci rivela un testimone. E fecero i nomi dei politici stranieri pronti ad assumere l'incarico con parcelle decisamente più elevate: 800.000 per lo spagnolo, 600.000 per l'austriaca.faida a sinistraDunque renziani e prodiani avrebbero iniziato a darsele di santa ragione. E in questa guerra tra bande potrebbe non salvarsi nessuno. A San Marino non si starebbe indagando solo sulla consulenza di Gozi, ma anche su un finanziamento da 750.000 euro senza garanzie da parte della Banca Cis alla Laboratori protex, società anonima di San Marino. La nostra fonte ci racconta che dietro alla società c'è Vittorio Prodi, titolare di una quota del 7,84 per cento. Navigando su Internet si scopre che della Laboratori protex si era occupata la trasmissione Report in un'inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Gli inviati Rai avevano sottolineato che nella compagine societaria oltre a Vittorio Prodi, ex presidente della provincia di Bologna ed europarlamentare Pd, figurava la fiduciaria Sofir. Il Corriere della Sera diede conto delle indagini degli ispettori antiriciclaggio di Bankitalia su questa società schermo: «Avrebbe commesso irregolarità nella gestione di centinaia di milioni di euro provenienti da San Marino» e nasconderebbe «i segreti di mezza Emilia Romagna, con almeno 500 aziende intestate». La nostra gola profonda prosegue: «La segnalazione sul prestito del Cis a Laboratori protex è stata fatta dall'Aif - l'Agenzia di informazione finanziaria -, l'autorità antiriciclaggio della Repubblica, ed esiste documentazione acquisita dalla Bcsm nell'ambito dell'attività di vigilanza in cui si rilevano attività di finanziamento fuori dagli schemi usuali di valutazione del merito di credito».L'alert da parte dell'Aif sarebbe partito nella seconda metà del 2017. Nello stesso periodo il Cis aveva venduto, con un sovraprezzo del 28 per cento, titoli spazzatura, i cosiddetti Demeter, alla Bcsm, incassando in totale oltre 40 milioni. A causa di questa strana operazione sono stati costretti alle dimissioni l'ex presidente della Bcsm, due direttori generali e un vicedirettore, tutti oggi indagati. E come si legge negli atti dell'inchiesta, il cda presieduto dalla Tomasetti ha scoperto ulteriori finanziamenti irregolari per 22,5 milioni sempre al Cis. Su questo nuovo capitolo è stato presentato un esposto in cui si parla anche dei proventi della vendita dei titoli Demeter utilizzati dal Cis per erogare prestiti sospetti (compreso quello all'azienda di Prodi). Ma adesso la Tomasetti è stata azzoppata dall'avviso di garanzia e al Cis qualcuno potrebbe anche brindare.
I dati del Viminale confermano che gli immigrati in proporzione delinquono di più. Soprattutto nel caso di reati predatori. Boom di casi tra i minori: +30% in quattro anni.
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Il sospetto avrebbe colpito in altre stazioni. In Uk record di omicidi con arma da taglio.
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L’amministratore delegato di Fs, Stefano Donnarumma: «Con l’ingresso nel mercato tedesco potremmo proporci come leader per creare una rete tra metropoli europee».
        
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Una donna aggredita alle 9 nella frequentatissima piazza Gae Aulenti. Il colpevole arrestato in serata: la sorella l’aveva riconosciuto nel video diffuso dai carabinieri. Dieci anni fa aveva compiuto un atto simile.





