2018-09-19
Da Fi via libera ufficiale a Foa in Rai. Venerdì il voto per la presidenza
Giorgio Mulè: «Ora si può fare». Il parere legale gialloblù apre le porte al giornalista in Vigilanza.Che tempo che Foa: potrebbe essere il titolo di una nuova trasmissione della Rai, se, come sembra ormai più che probabile, Marcello Foa diventerà prestissimo il nuovo presidente della tv di Stato. La cena di Arcore di lunedì scorso, alla quale hanno partecipato Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti, ha prodotto il risultato sperato dal leader del Carroccio: Marcello Foa, candidato alla presidenza di viale Mazzini da Lega e M5s, dopo la bocciatura in Commissione parlamentare di vigilanza dello scorso 1 agosto, potrà contare (salvo clamorosi imprevisti) sul voto favorevole di Forza Italia e quindi insediarsi sulla poltrona lasciata libera da Monica Maggioni.«Su Foa», ha detto ieri il portavoce dei gruppi parlamentari di Forza Italia, Giorgio Mulè, intervistato da Sky Tg24, «c'è stato un cambiamento a 180 gradi. Noi non abbiamo criticato la persona, abbiamo detto alla Lega: visto che l'elezione del presidente della Rai necessita dei 3/5 di voti favorevoli in Vigilanza, quindi anche di quelli della minoranza, condividete il percorso che porterà al candidato che voi indicate. Non è stato fatto all'epoca, è stato fatto adesso. Quindi adesso», ha sottolineato Mulè, «certamente ci sono tutte le condizioni perché si arrivi ad una soluzione diversa rispetto a prima dell'estate».Il via libera per Foa, a quanto si apprende, potrebbe passare per un'audizione in Vigilanza del candidato alla presidenza. Trattasi di puri formalismi: la sostanza è che a sbloccare lo stallo è stato il vertice di Arcore, nel quale si è discusso di Foa e di elezioni regionali. Silvio Berlusconi ha chiesto, e a quanto pare ottenuto, che il centrodestra si presenti compatto agli appuntamenti elettorali dei prossimi mesi, e ha rivendicato per Forza Italia due candidati alla presidenza, in Piemonte e Abruzzo. L'accordo è stato raggiunto, o almeno è vicino, e quindi anche per Foa il semaforo può diventare verde. Su tutte le furie il Pd, che grida allo scandalo, dimenticando forse di aver occupato tutto ciò che c'era da occupare, alla Rai e non solo, quando era al governo.Il timing che porterà alla nomina di Marcello Foa è già definito. Questa mattina alle 8 si riunisce la Vigilanza, chiamata a esaminare la risoluzione presentata da Lega e M5s che impegna il Cda della Rai a «procedere con sollecitudine all'adozione di una nuova delibera di nomina del presidente, senza limitazioni all'eventuale candidatura di ciascun consigliere, con l'esclusione del solo amministratore delegato, al fine di consentire alla commissione di esprimersi e dare quindi piena operatività al sistema radiotelevisivo». Dunque, si potrà votare nuovamente su Foa, al contrario di quanto sostiene il Pd, che a sua volta ha presentato una risoluzione che esclude la possibilità di tornare a votare sul giornalista voluto alla guida di viale Mazzini da Matteo Salvini e Luigi Di Maio.Una volta approvata la risoluzione presentata da Lega e M5s, nel pomeriggio di domani, giovedì, potrebbe già riunirsi il Cda della Rai, che prenderebbe atto di quanto stabilito dalla Vigilanza indicando Foa di nuovo. Sempre domani, in serata, appuntamento politico: a Palazzo Grazioli si incontreranno Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, per il secondo tempo del vertice di coalizione di lunedì scorso, allargato stavolta anche a Fratelli d'Italia. Una volta definiti tutti gli aspetti dell'accordo nel centrodestra, il mattino successivo, venerdì, la Vigilanza dovrebbe tornare a riunirsi e stavolta, grazie ai voti dei rappresentanti di Forza Italia, Foa diventerà il nuovo presidente della tv di Stato. «Berlusconi», attaccano il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, e il capogruppo in commissione di Vigilanza, Davide Faraone, «benedice il nuovo patto sulla Rai con il M5s. Il Pd ribadisce la propria netta opposizione. Marcello Foa non può essere ricandidato. Faremo ricorsi in tutte le sedi, per vanificare un voto che è contro la legge».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)