
Oggi il Copasir esamina il rischio legato all'uso di tecnologie estere, magari cinesi, previsto dal decreto. Sul tavolo anche il golden power contro le scalate straniere.Il governo ha voluto trasformare il decreto Cura Italia in una sorta di Milleproroghe con dentro un po' di tutto. In particolare articoli strettamente legati alla possibilità di introdurre nel perimetro della pubblica amministrazione software stranieri non «graditi» al circuito Nato. Ci sarà dunque da aspettarsi - per fortuna - una lunga serie di emendamenti mirati a proteggere il Paese. Si va dalle potenziali intrusioni di sistemi cinesi nel 5G nostrano in via di sviluppo fino ad attività sensibili nel perimetro ospedaliero. Nessun dubbio che ce ne sia bisogno. Visto le ultime dichiarazioni del ministro per l'Innovazione che avrebbero dovuto tranquillizzare gli italiani sul rischio di intrusione. Dopo essere stata accusata di aver permesso di inserire nel decreto articoli che potrebbero essere dei bachi potenziali Paola Pisano ha replicato così al Corriere della Sera. Dopo aver smentito le voci di una sua amicizia con Davide Casaleggio, ha minimizzato sulla portata dei due articoli in questione. «Abbiamo presentato due articoli che, in questa situazione di urgenza, velocizzano le procedure per la pubblica amministrazione, che deve fornire servizi digitali», ha detto al giornalista che a sua volta ha sollevato la questione delle tensioni e dei ritardi nella pubblicazione chiedendo perché si continui a parlare di 5G e di Cina. «Mi stupisce. Credo sia pura strumentalizzazione politica. Questi sono temi tecnici e dovrebbero essere lasciati ai tecnici. E poi c'è sempre il golden power». Ecco, il golden power, cioè la possibilità per il governo di bloccare scalate straniere su aziende considerate strategiche. «È vero che il governo sta pensando di allargarne il campo di applicazione?», chiude il giornalista di via Solferino. «Fino a ora non era una priorità, ma proprio oggi il tema sta tornando in agenda».Se chi si occupa di innovazione non prevede rischi e ricadute allora è meglio che passi la mano, magari proprio al Parlamento che è titolato. E di ciò, anche se in via informale (l'ordine del giorno non lo accenna), discuterà la riunione odierna del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, presieduto dal leghista Raffaele Volpi. C'è da aspettarsi una serie di indicazioni per i colleghi parlamentari che in sede di commissione dovranno spulciare il Cura Italia. Un pacchetto di emendamenti sul tema sicurezza nazionale che va dall'ampliamento del golden power fino allo sviluppo di un tavolo interfunzionale che si occupi di «intelligence economica» e sia in grado di prevenire attività ostile sui aziende ritenute indispensabili per l'Italia. Tanto più che nel Cura Italia rischiano di esserci palesi contraddizioni con l'impianto legislativo che fa capo al comitato del golden power. Sul tema è allineata e attenta Fratelli d'Italia anche per via del vice presidente del Copasir, Adolfo Urso. Anche Forza Italia ieri è uscita allo scoperto. «Fin dal principio di questa emergenza abbiamo chiesto di proteggere i nostri asset strategici da speculazioni e scalate ostili. Con il presidente Silvio Berlusconi e Antonio Tajani abbiamo proposto il rafforzamento e l'allargamento della normativa a tutti i settori produttivi nazionali: dalle telecomunicazioni alla manifattura, dai prodotti agroalimentari alla moda, dal design all'hi-tech per difendere tutto quello che rientra nel perimetro del made in Italy, oltre che dei grandi asset di Stato», ha commentato ieri l'azzurro, portavoce dei capigruppo, Giorgio Mulé. «A oggi nulla ancora si è messo in moto e richiamiamo per questo il governo a un atto di responsabilità d'urgenza. Serve un intervento immediato per difendere un patrimonio comune oltre che un pilastro dell'economia italiana».
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.
Nei riquadri, Letizia Martina prima e dopo il vaccino (IStock)
Letizia Martini, oggi ventiduenne, ha già sintomi in seguito alla prima dose, ma per fiducia nel sistema li sottovaluta. Con la seconda, la situazione precipita: a causa di una malattia neurologica certificata ora non cammina più.
«Io avevo 18 anni e stavo bene. Vivevo una vita normale. Mi allenavo. Ero in forma. Mi sono vaccinata ad agosto del 2021 e dieci giorni dopo la seconda dose ho iniziato a stare malissimo e da quel momento in poi sono peggiorata sempre di più. Adesso praticamente non riesco a fare più niente, riesco a stare in piedi a malapena qualche minuto e a fare qualche passo in casa, ma poi ho bisogno della sedia a rotelle, perché se mi sforzo mi vengono dolori lancinanti. Non riesco neppure ad asciugarmi i capelli perché le braccia non mi reggono…». Letizia Martini, di Rimini, oggi ha 22 anni e la vita rovinata a causa degli effetti collaterali neurologici del vaccino Pfizer. Già subito dopo la prima dose aveva avvertito i primi sintomi della malattia, che poi si è manifestata con violenza dopo la seconda puntura, tant’è che adesso Letizia è stata riconosciuta invalida all’80%.






