Siamo entrati nel clima della festa più festa dell’anno, ma ci vuole un tocco di intimità familiare, di colore della tradizione per renderla «rotonda». Ecco che ci è venuto in mente un piatto del Nord che si presta benissimo a scaldare l’animo e a soddisfare il palato. Oltretutto è un secondo economico che però può figurare anche nel gran pranzo di Natale come portata importante.
Siamo entrati nel clima della festa più festa dell’anno, ma ci vuole un tocco di intimità familiare, di colore della tradizione per renderla «rotonda». Ecco che ci è venuto in mente un piatto del Nord che si presta benissimo a scaldare l’animo e a soddisfare il palato. Oltretutto è un secondo economico che però può figurare anche nel gran pranzo di Natale come portata importante. Sembra di sentire una musica che intona: «E viene giù dal ciel, neve, un dolce canto ammaliator che mi dice spera anche a tu è Natale, non soffrire più». Siamo entrati nel clima della festa più festa dell’anno, ma ci vuole un tocco di intimità familiare, di colore della tradizione per renderla «rotonda». Ecco che ci è venuto in mente un piatto del Nord che si presta benissimo a scaldare l’animo e a soddisfare il palato. Oltretutto è un secondo economico che però può figurare anche nel gran pranzo di Natale come portata importante. Ingredienti - Uno o due stinchi di maiale o di vitello di almeno 1,2 chilogrammi complessivi, 2 o 3 mele (scegliete quelle che più amate, la tradizione vuole che si usino le renette), 5 o 6 cucchiai di farina 00, 6 cucchiai di olio extravergine di oliva, 80 grammi di burro di primo affioramento, 3 carote, due coste di sedano, 3 cipolle rosse, 2 pomodorini, qualche foglia di alloro, 4 o 5 chiodi di garofano, 500 ml di birra bionda, sale e pepe q.b. Procedimento - Sbucciate le mele e privatele del torsolo, fatele a tocchetti e mettetele in una bacinella con acqua fredda. Pulite le verdure. Con una carota, una costa di sedano, i pomodorini e una cipolla fate un brodo vegetale, le altre verdure mondatele bene e tritatele grossolanamente. Infarinate ben bene lo o gli stinchi che avrete massaggiato con sale e pepe, in una casseruola capiente e dotata di coperchio fate fondere il burro con l’olio extravergine con le foglie di alloro. Aggiungete gli stinchi e fateli dorare da tutti i lati in modo che facciano una crosticina, abbassate la fiamma e aggiungete nella casseruola le verdure. Incoperchiate e cuocete a fuoco dolce per una decina di minuti. Quando le verdure si sono un po’ ammorbidite aggiungete le mele che avrete scolato, i chiodi di garofano e subito dopo la birra. Alzate la fiamma per far evaporare l’alcol, poi incoperchiate e continuate la cottura a fuoco dolce. Di quando in quando rigirate gli stinchi e aggiungete un po’ di bordo vegetale. La carne deve sempre rimanere più che umida. Per portare a cottura ci vorranno circa due ore. A cottura ultimata vedrete che sul fondo della pentola sarà rimasta una crema di mele e verdure. Eliminate i chiodi di garofano e le foglie di alloro e servite gli stinchi nappandoli con il fondo di cottura. Come far divertire i bambini - Date a loro il compito di decorare i piatti con il fondo di cottura, le verdurine e la cremina di mela. Abbinamento - Abbiamo scelto un Lagrein, vanno benissimo un Teroldego o una Schiava. Siamo sempre a cavallo tra Trentino e Alto Adige. Potete optare anche per un Carmenere o un Refosco dal peduncolo rosso.
Elly Schlein (Ansa)
Critiche all’incauto boiardo. Eppure, per «Domani» e i deputati, la vittima è Schlein.
Negli ultimi giorni abbiamo interpellato telefonicamente numerosi esponenti del centrosinistra nazionale per sondare quali fossero gli umori veri, al di là delle dichiarazioni di facciata, rispetto alle dichiarazioni pronunciate da Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riportate dalla Verità e alla base della nuova serie di Romanzo Quirinale. Non c’è uno solo dei protagonisti del centrosinistra che non abbia sottolineato come quelle frasi, sintetizzando, «se le poteva risparmiare», con variazioni sul tema del tipo: «Ma dico io, questi ragionamenti falli a casa tua». Non manca chi, sempre a sinistra, ammette che il caso Garofani indebolirà il Quirinale.
Vincenzo Spadafora ed Ernesto Maria Ruffini (Imagoeconomica)
L’operazione Ruffini, che Garofani sogna e forse non dispiace a Mattarella, erediterebbe il simbolo di Tabacci e incasserebbe l’adesione di Spadafora, già contiano e poi transfuga con Di Maio. Che per ora ha un’europoltrona. Però cerca un futuro politico.
Ma davvero Garofani ha parlato solo una volta? No. Francesco Saverio Garofani, il consigliere per la Difesa del presidente Mattarella, non ha parlato di politica solo una volta. Possiamo dire che solo una volta le sue parole sono uscite. Così, la sua incontenibile fede giallorossa si è avvitata all’altra grande passione, la politica, provocando il cortocircuito.
Roberta Pinotti, ministro della Difesa durante il governo Renzi (Ansa)
Per 20 anni ha avuto ruoli cruciali nello sviluppo del sistema di sicurezza spaziale. Con le imprese francesi protagoniste.
Anziché avventurarsi nello spazio alla ricerca delle competenze in tema di Difesa e sicurezza del consigliere del Colle, Francesco Saverio Garofani, viene molto più semplice restare con i piedi per terra, tornare indietro di quasi 20 anni, e spulciare quello che l’allora rappresentante dell’Ulivo diceva in commissione.Era il 21 giugno 2007 e la commissione presieduta dal poi ministro Roberta Pinotti, era neanche a dirlo la commissione Difesa. Si discuteva del programma annuale relativo al lancio di un satellite militare denominato SICRAL-1B e Garofani da bravo relatore del programma ritenne opportuno dare qualche specifica.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 21 novembre con Flaminia Camilletti







