Si poteva non pensare a San Valentino – che cade da calendario domani - dovendo officiare il piacere del cibo e della convivialità? Certo che no. Però abbiamo abbandonato i grandi classici che di solito imbandiscono la tavola degli innamorati (risotto alle rose, cuori di panna, fragole e via immaginando) e ci siamo immersi (è il caso di dirlo) in un piatto semplice, ma evocativo e che è soprattutto un buon lubrificante di piacere: un risotto che scalda il cuore, che esplora il mare e rende omaggio agli amanti con un ingrediente solare come il pistacchio.
Si poteva non pensare a San Valentino – che cade da calendario domani - dovendo officiare il piacere del cibo e della convivialità? Certo che no. Però abbiamo abbandonato i grandi classici che di solito imbandiscono la tavola degli innamorati (risotto alle rose, cuori di panna, fragole e via immaginando) e ci siamo immersi (è il caso di dirlo) in un piatto semplice, ma evocativo e che è soprattutto un buon lubrificante di piacere: un risotto che scalda il cuore, che esplora il mare e rende omaggio agli amanti con un ingrediente solare come il pistacchio. Ma è una ricetta che come l’amore richiede massima freschezza degli ingredienti. Come fresco resta il mito di San Valentino che la città di Terni celebra come suo protettore. Sembrerà strano che l’amore s’annidi tra gli altiforni dell’acciaieria (o forse è proprio un amore di acciaio quello che ci auguriamo) ma l’agiografia di San Valentino è veramente una narrazione che esalta il sentimento. Cratone filosofo greco ha un figlio Cerimone paralizzato, gli dicono che Valentino può guarirlo. Il vescovo si parte da Terni e nottetempo riesce a guarire Cerimone, la sua fama diventa contagiosa e altri si fanno guarire. Perciò Valentino – percepito come pericoloso dal Senato romano perché tocca il cuore del popolo - viene giustiziato, tre discepoli di Cratone ne raccolgono le spoglie e le riportano verso Terni, ma sorpresi dai miliziani romani vengono uccisi anche loro. È a quel punto che una pia donna prende i corpi e li ricompone in gloria di Dio. La storia poi si lega al fatto che Valentino fu perseguitato non solo per la guarigione di Cerimone, ma per essere stato il primo vescovo a unire in matrimonio un legionario romano pagano e una ragazza cristiana. E fu Papa Gelasio I (siamo alla fine del V secolo) che volendo porre fine ai riti pagani della fertilità (i lupercalia) elevò Valentino a patrono degl’innamorati. Ecco da questa storia ha preso il via la ricetta. Ingredienti - 400 grammi di riso Carnaroli, 400 grammi di mazzancolle, tre scalogni, una carota, una costa di sedano, 80 grammi di pistacchi sgusciati (meglio se di Bronte), sale, peperoncino e olio extravergine di oliva q.b. Facoltativo un mezzo bicchiere di vino bianco. Procedimento - Liberate le mazzancolle dal carapace (ma tenetene 8 integri da parte) e conservate le teste e i “gusci”. In una pentola colma d’acqua mettete uno scalogno, la carota e il sedano insieme a teste e gusci delle mazzancolle e fate un fumetto portando a bollore e lasciando sobbollire. In un casseruola fate imbiondire l’altro scalogno tritato finemente in olio extravergine di oliva e tostate il riso per un minuto. Se volete sfumate col vino bianco. Poi procedete a fare il risotto allungando di quando in quando con il fumetto di pesce. Nel frattempo tostate in una padellina i pistacchi, poi passateli al mixer per ottenere una granella. A tre quarti di cottura del riso unite le mazzancolle, aggiustate di sale e peperoncino e andate a cottura. Scottate per un paio di minuti nel fumetto le mazzancolle intere che avevate tenuto da parte. Fatele freddare e passatele nella granella di pistacchio. Quando il riso è cotto fatelo riposare un minuto e se serve mantecate con un filo di olio extravergine. Ora impiattate e sistemate in ogni piatto due mazzancolle che avete passato nel pistacchio a mo’ di cuore e completate con altra granella di pistacchio. Come far divertire i bambini - Fate comporre a loro i cuori con le mazzancolle e guarnire i piatti col pistacchio. Si sentiranno degli artisti. Abbinamento - Abbiamo scelto un Prosecco di Asolo Docg, ma va bene i Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, il Cartizze e sono perfetti tutti gli spumanti italiani, dai grandi - Alta Langa, Oltrepò, Franciacorta, Trentodoc - a quelli regionali. Perché l’amore richiede la gioia delle bollicine.
Ansa
Centinaia di tank israeliani pronti a invadere la Striscia. Paesi islamici coesi contro il raid ebraico in Qatar. Oggi Marco Rubio a Doha.
iStock
Considerato un superfood, questo seme (e l’olio che se ne ricava) combatte trigliceridi, colesterolo e ipertensione. E in menopausa aiuta a contrastare l’osteoporosi. Accertatevi però di non essere allergici.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Parla Roberto Catalucci, il maestro di generazioni di atleti: «Jannik è un fenomeno che esula da logiche federali, Alcaraz è l’unico al suo livello. Il passaggio dall’estetica all’efficienza ha segnato la svolta per il movimento».
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
Continua a leggereRiduci