2024-11-05
Altro crollo dell’auto. Flop degli incentivi, il mercato non parte se non calano i listini
A ottobre -9% per le immatricolazioni: vendute 4.900 elettriche. Stellantis -27%. Tavares a Modena per Maserati, sciopero Fiom.Nel mese di ottobre in Italia sono state immatricolate 126.488 auto, il 9,05% in meno dello stesso mese dell’anno scorso. E di queste solo 4.963 sono full electric. Nei dieci mesi - secondo i dati del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture - sono state vendute 1.328.663 auto, appena lo 0,096% in più dell’analogo periodo del 2023. Dopo il calo di agosto e settembre, non si arresta la caduta. I trasferimenti di proprietà sono stati 545.234 a fronte di 494.553 passaggi registrati ad ottobre 2023, con un aumento del 10,25%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 671.722, ha interessato per il 18,83% vetture nuove e per l’81,17% vetture usate. Questi numeri, per nulla sorprendenti purtroppo, indicano che siamo arrivati a un bivio. Non è proseguendo sulla strada degli incentivi che si risolve la crisi ormai conclamata dell’automotive, va rivista l’intera strategia industriale. Il problema non riguarda solo le elettriche, oggi comprare una macchina nuova costa troppo. Guardando alle singole case, pessima la performance di Stellantis che ha immatricolato nel mese di ottobre 31.924 auto, in calo del 27,8% rispetto allo stesso mese del 2023. La quota di mercato scende dal 31,7% al 25,2 per cento. Nei dieci mesi il gruppo ha venduto 397.232 vetture, l’8% in meno dell’analogo periodo dell'anno scorso. La quota di mercato è pari al 29,9% contro il 32,8 per cento. Oggi, tra l’altro, l’ad di Stellantis, Carlo Tavares, visiterà a Modena lo stabilimento di Maserati e la Fiom-Cgil annuncia proprio per lo stesso giorno, dalle 8 alle 12, quattro ore di sciopero con presidio davanti allo stabilimento del Tridente in via Ciro Menotti. La Maserati – spiega la Fiom Cgil di Modena - resta l’unica realtà industriale di vetture di lusso colpita dal vortice di questa crisi. I giorni di lavoro si riducono sempre di più raggiungendo a fatica la media lavorativa di 4-5 giorni al mese e il 2025 non promette nulla di buono rispetto ad un 2024 indicato come l’anno peggiore di sempre». Ai dati diffusi ieri dal ministero si aggiungono quelli dell’Anfia, l’associazione della filiera automotive. Nei primi sette mesi del 2024, l’import di autoveicoli nuovi in valore verso l’Italia risulta in crescita (+6% rispetto ai primi sette mesi del 2023). Sia il comparto dei veicoli industriali che il comparto delle autovetture mostrano incrementi nelle importazioni (rispettivamente +5,5% e +9,3%). Al contrario, l'export in valore risulta in calo rispetto a quello dei primi sette mesi del 2023, -16,5%: il valore dei veicoli industriali, nel periodo analizzato, 2024 cala del 4,3%; le autovetture esportate, invece, sono in calo del 20,7 per cento. Il saldo è negativo per circa 11,3 miliardi per le autovetture e positivo di circa 877 milioni per i veicoli industriali. Per quanto riguarda il comparto della componentistica, nel periodo analizzato, calano sia l’import, del 6,7%, che l’export, dello 0,8%, con un saldo positivo di circa 4,1 miliardi (era di 3,4 miliardi nello stesso periodo del 2023). Sullo sfondo, intanto, tiene banco il tema delle multe che vari produttori auto europei dovrebbero pagare per l’eccesso di emissioni di CO2. Ieri la Commissione europea ha precisato che «è prematuro» parlare di revisione dei target europei per le emissioni delle auto. Le misure per il 2025, ha indicato un portavoce, «sono state introdotte nel 2019 per consentire al settore di effettuare una transizione, avere una tabella di marcia e raccogliere investimenti». Il ministro dell’economia francese, Antoine Armand, ha dichiarato al quotidiano Les Echos domenica che «i produttori fermamente impegnati nell’elettrificazione dei veicoli non dovrebbero dover pagare multe nel 2025». Armand ha poi aggiunto che «se dobbiamo infliggere delle multe gigantesche ai costruttori perché non sono andati abbastanza veloci, la prima conseguenza sarà quella di indebolire l’investimento e soprattutto rafforzare i nostri concorrenti asiatici». Le immatricolazioni di nuove auto in Francia ad ottobre sono scese dell’11,1% mentre quelle di veicoli commerciali leggeri sono diminuite del 10%. Di certo, a schierarsi con l’Italia che punta ad evitare che le case europee subiscano pesanti multe a partire dal 2025, è la Repubblica Ceca: secondo il ministro dei Trasporti ceco, Martin Kupka, i costruttori incontreranno molte difficoltà nel raggiungere i nuovi obiettivi, a causa del calo della domanda di veicoli elettrici in Europa. Kupka ha aggiunto che Repubblica Ceca e Italia sono già d’accordo sul presentare la loro posizione comune probabilmente durante gli incontri che i leader dell’Ue terranno a Budapest giovedì 7, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che parteciperà al vertice della Comunità politica europea (Cpre). L’obiettivo è appunto spostare a dopo il 2025 i nuovi target sulle emissioni e le conseguenti multe. Per la Repubblica Ceca, dove operano Skoda (Volkswagen), Toyota e Hyundai, l’industria dell’auto è fondamentale: contribuisce per circa il 9% del Pil del Paese.
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