2021-09-30
Cresce il fronte dei lavoratori contro il pass
Anche i portuali di Trieste si oppongono all'obbligo di certificato, chiedono test gratuiti e sono pronti allo sciopero dal 15 ottobre. Intanto, l'appello dei docenti universitari anti discriminazioni ha raggiunto il migliaio di firme. Proteste pure tra i camionisti.Più l'ora x dell'obbligo generalizzato del green pass si avvicina, più la protesta contro questa misura monta e assume contorni che solo uno sprovveduto o un tendenzioso potrebbe definire folkloristici. Come è noto, dal 15 ottobre dovranno esibire la certificazione anche i lavoratori del settore pubblico e privato, che si aggiungeranno alle categorie per cui l'obbligo è già cosa fatta, come ad esempio quanti sono impiegati nei settori sanitario e scolastico. Ma è proprio da quest'ultimo ambito, e più precisamente dal mondo universitario, che continua ad arrivare la spinta più autorevole e più significativa (anche in termini di impatto sull'opinione pubblica) contro le nuove norme e l'obbligo surrettizio di vaccinazione. Se infatti l'appello di un gran numero di docenti universitari e intellettuali, tra i quali spiccava il «mostro sacro» Alessandro Barbero, storico e divulgatori tra i più cari all'intellighenzia di sinistra, non a caso uscita letteralmente sconvolta e stizzita da questa presa di posizione, aveva colto nel segno, l'impatto di tale appello è andato anche oltre. Sono arrivate infatti a 1.000 le firme dei sottoscrittori del documento, che insiste sia sulla illegittimità delle nuove norme, sia sul regime di discriminazione che hanno introdotto in un ambiente che per vocazione dovrebbe essere inclusivo fino alla fine, evitando ogni possibilità di discriminazione all'accesso. Un risultato riguardevole, se si considera il clima da «caccia alle streghe» per i critici dell'obbligo e il fatto che l'appello abbia fatto proseliti in un contesto che inizialmente veniva dato come impermeabile a questo tipo di argomenti.E invece, la cosa è andata oltre le aspettative più rosee, come rivendicato dai promotori, che sono tornati sulla questione ribadendo di voler «lanciare un chiaro segnale al governo e all'opinione pubblica: basta divisioni, basta dibattito inquinato». «Si torni - hanno aggiunto gli accademici autori del documento - a norme sensate e a guardare all'estero, dove in nessun altro paese democratico per studiare e lavorare si deve presentare un pass sanitario i cui limiti sono evidenti a tutti. Esso comporta rischi e discriminazioni intollerabili e gravissime, che già molti dei nostri studenti, colleghi e personale tecnico stanno vivendo sulla propria pelle.. Non è questione di vaccino o non vaccino - hanno proseguito - le misure che oggi colpiscono chi ha deciso in piena libertà e coscienza di non vaccinarsi, domani colpiranno chi ha già completato il ciclo vaccinale. Occorre - concludono - subito cancellare il green pass: ne va della nostra libertà presente e futura». Grande la soddisfazione anche dal gruppo universitari «CoScienze critiche», che nei mesi scorsi avevano sottolineato più volte - anche sul nostro giornale - le sofferenze costituzionali della nuova normativa: «Continueremo a far sentire la nostra voce - hanno affermato in un duro comunicato stampa - contro l'inaccettabile strumento ideologico del green pass, che non ha alcun fondamento scientifico, mentre è moralmente e socialmente dannoso, tanto più che ora viene esteso a nuove categorie di cittadini». «Uno strumento - viene definito il green pass - vessatorio contrario ai principi stessi della scienza e della conoscenza, principi che le nostre istituzioni dovrebbero promuovere e difendere invece che mortificare, sanciti nella Costituzione italiana e nei Trattati e Carte di valore internazionale».Le iniziative contro l'obbligo del green pass non sono giunte solo dagli Accademici: nelle scorse settimane molti sono stati gli studenti che hanno contestato la misura e hanno chiesto a presidi o rettori di non accettarla supinamente. In particolare. a Firenze, con una lettera aperta gli «studenti uniti contro il green pass» hanno chiesto alla rettrice di non applicare le norme entrate in vigore a metà settembre, per non rendersi «complice della prevaricazione dell'etica e del declino della civiltà». Anche dagli studenti bergamaschi e veneziani sono state firmate missive simili indirizzate ai rettori. Al di fuori dell'ambiente scolastico e universitario spicca quanto accaduto a Trieste, dove i lavoratori portuali, al termine di un'accesa assemblea, hanno espresso la propria netta contrarietà all'obbligo del green pass per poter lavorare. Non solo: per far pesare il proprio punto di vista, i lavoratori del capoluogo giuliano hanno aderito al corteo di protesta previsto per domani e, come estrema ratio, valutano di indire il blocco del lavoro. Una misura che fa il paio con quello che avevano deciso alcuni gruppi di camionisti contrari al green pass, che però non hanno potuto contare sull'appoggio dei sindacati di categoria, a differenza di quanto accaduto nell'assemblea di Trieste. Tutto lascia pensare, però, che la protesta di lunedì scorso sia solamente il preludio a quanto potrebbe accadere a partire dal 15 ottobre.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».
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