2025-08-05
Il Cremlino abbassa i toni ma scalda i missili
Mosca, in attesa dell’inviato Usa Witkoff, scarica il falco Medvedev e apre persino a un possibile incontro tra Putin e Zelensky. Intanto, però, archivia la moratoria sui razzi a medio-corto raggio. L’Olanda manda all’Ucraina un pacchetto di armi americane.La risposta del Paese invaso: attaccheremo ancora il nemico oltreconfine con i droni.Lo speciale contiene due articoli.Dopo gli svariati niet di Mosca su un eventuale faccia a faccia tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e l’omologo russo, Vladimir Putin, il Cremlino ha mostrato ieri un cenno di apertura. Il suo portavoce, Dmitry Peskov, ha infatti reso noto che, nonostante «tutti i lavori preparatori per l’incontro» non siano «ancora stati completati», lo zar russo «non esclude di tenere un incontro» con il leader di Kiev «dopo che il lavoro necessario sarà stato svolto a livello di esperti e sarà stata colmata la distanza necessaria». Ma per l’Ucraina si tratta di un bluff: «La dichiarazione di Peskov su un possibile incontro sembra l’ennesimo tentativo di guadagnare tempo, perché non contiene alcun dettaglio concreto», ha scritto su Telegram il capo di gabinetto di Zelensky, Andrii Yermak. Nel frattempo, sul fronte delle relazioni ormai burrascose con la Casa Bianca, la Russia manda segnali contrastanti. Da una parte, mira a disinnescare le tensioni lungo due direttrici: l’accoglienza positiva nei confronti dell’inviato speciale americano, Steve Witkoff, e le rassicurazioni sulla limitata autorità del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev. Ma dall’altra, non ritiene più valida la moratoria sui missili a medio-corto raggio. Riguardo alla visita domani a Mosca di Witkoff, il portavoce del Cremlino ha infatti riconosciuto che i colloqui con la controparte americana sono «importanti, significativi e molto utili», visto anche che la Russia è «sempre felice di vedere il signor Witkoff a Mosca». Peskov non ha nemmeno escluso, entro questa settimana, una riunione tra l’inviato statunitense e lo stesso Putin. Si percorre quindi ogni strada possibile per trovare un accordo prima della scadenza, venerdì, dell’ultimatum imposto dal presidente americano, Donald Trump. Altrimenti, come ribadito dallo stesso tycoon, sabato potrebbero «scattare le sanzioni» contro Mosca. Tuttavia, Trump è apparso fiducioso sull’esito della visita dell’inviato americano, dato che i russi «sembrano piuttosto bravi a evitare» le sanzioni, essendo «tipi astuti». Il Cremlino ha poi pure chiarito che la linea di politica estera viene scelta dal presidente russo. Ergo: a decidere non è Medvedev. La precisazione è arrivata dopo che quest’ultimo ha lanciato una provocazione «nucleare» al presidente americano, Donald Trump, a cui è seguito, in risposta, il dispiegamento di due sottomarini nucleari americani nelle regioni «più vicine» alla Russia, «nelle zone appropriate». Il portavoce del Cremlino, intervenendo in merito, ha cercato di smorzare i toni in riferimento a Trump e a Medvedev: «Questa situazione non è un’escalation, si stanno discutendo argomenti delicati e alcune persone li percepiscono in modo piuttosto emotivo». E ha anche fatto notare che «Mosca tratta con cautela le dichiarazioni legate alle questioni nucleari e ritiene che tutti debbano essere prudenti su questo tema». Tuttavia, la Russia ha comunicato, in seguito, di non essere più vincolata a rispettare la moratoria sul dispiegamento dei missili a corto e medio raggio dopo che Washington si è ritirata dal trattato Inf nel 2019. Tra le motivazioni di Mosca rientra «la situazione» che «si sta sviluppando sulla via dell’effettivo schieramento di missili terrestri di produzione americana in Europa e nella regione dell’Asia-Pacifico». Dunque, sarà la leadership russa a valutare «le misure di risposta» sulla base «della portata dello schieramento di missili americani e di altri Paesi occidentali».Ma la spirale di tensione coinvolge anche il nostro Paese. La Russia «non deve fidarsi affatto degli interlocutori ufficiali italiani» ha detto l’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, in un’intervista rilasciata a Izvestia. Il diplomatico ha infatti spiegato che «due nuovi virus hanno penetrato le élite italiane al posto del Covid: la russofobia e l’ucrofilia, che acquisiscono forme particolarmente aggressive». E sulla questione dell’aumento delle spese militari fino al 5% del Pil, ha pure avvertito che per l’Italia corrisponde a «una vera catastrofe economica». Ma anche il Regno Unito è nel mirino di Mosca: secondo i servizi segreti esterni russi (Svr), Londra starebbe architettando degli attacchi contro la flotta ombra, in modo da creare «una catastrofe ecologica in acque internazionali» al fine di giustificare nuove sanzioni. Nel frattempo, prosegue l’invio di armi americane a Kiev tramite gli alleati occidentali. L’Olanda ha «assunto un ruolo guida» e ha «finanziato il primo pacchetto di equipaggiamenti militari statunitensi per l’Ucraina nell’ambito dell’iniziativa della Nato» ha annunciato su X il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Zelensky ha commentato: «Il pacchetto vale 500 milioni di euro e include armi americane, compresi i missili per i Patriot. Il primo passo del genere tra i Paesi della Nato e in un momento in cui la Russia sta cercando di intensificare i suoi attacchi. Questo contribuirà sicuramente a proteggere la vita del nostro popolo». Tra l’altro, l’Ucraina si prepara anche ad accogliere l’inviato speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina, Keith Kellogg. Kiev è infatti al lavoro per preparare la visita, pur non essendoci ancora una data, stando a quanto riportato da Rbc Ukraine. Ma non è l’unico in arrivo: il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, andrà nella capitale ucraina per incontrarsi con Zelensky e firmare la ratifica di un accordo di libero scambio.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/cremlino-abbassa-toni-scalda-missili-2673860487.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="kiev-lanciata-testata-ipersonica-verso-una-delle-nostre-basi-aeree" data-post-id="2673860487" data-published-at="1754416437" data-use-pagination="False"> Kiev: «Lanciata testata ipersonica verso una delle nostre basi aeree» Continua a imperversare la guerra sul fronte ucraino. Ieri la giornata si è aperta con un’allerta missilistica diramata in tutto il territorio ucraino. La causa è stato il decollo di un Mig-31K dalla Russia, segnale premonitore dell’uso di missili ipersonici Kinzhal. Il timore si è concretizzato poco dopo, quando un missile Kinzhal ha colpito la regione di Chmel’nyc’kyj, nell’Ucraina occidentale. Secondo fonti di intelligence, il vettore era diretto verso Starokostjantyniv, dove si trova una base aerea frequentemente colpita negli ultimi mesi. Parallelamente, nella notte, la Russia ha lanciato un massiccio attacco combinato: 162 droni di vario tipo, inclusi i kamikaze Shahed, hanno attraversato i cieli di Kiev e di Odessa. Di questi, 161 sono stati abbattuti o neutralizzati.A Odessa, un attacco ha incendiato decine di padiglioni in un mercato di apparecchiature elettroniche. Le fiamme si sono estese anche a un’ex struttura universitaria e a un’abitazione privata. Più a Nord, nella regione di Dnipropetrovsk, le città di Nikopol, Marhanets, Myrove e Pokrovske sono state bersagliate con artiglieria e droni, provocando distruzioni diffuse.Le forze di Mosca hanno inoltre rivendicato un attacco di precisione contro aeroporti militari ucraini, condotto con missili Kinzhal e droni a lungo raggio. Secondo il ministero della Difesa russo, gli obiettivi sono stati colpiti con successo e le perdite inflitte a Kiev ammonterebbero a circa 1.160 soldati in un solo giorno, distribuiti nei diversi settori del fronte. L’offensiva ha riguardato le regioni di Kharkov e di Donetsk, dove unità tattiche russe hanno guadagnato terreno. Nello specifico, il gruppo tattico «West» avrebbe inflitto 225 vittime, distruggendo due veicoli corazzati da combattimento e diversi depositi di munizioni. Le unità del fronte «Center» avrebbero eliminato oltre 385 soldati ucraini, mentre il gruppo «East» ha dichiarato più di 215 vittime nemiche. Operazioni minori sono state condotte nei settori «North», «South» e «Dnepr».Dall’altra parte, Kiev ha ripreso le operazioni in profondità nel territorio russo. Un attacco con droni ha colpito la stazione ferroviaria di Volgograd, interrompendo il traffico ferroviario per diverse ore. Le autorità locali hanno parlato di un «massiccio attacco» respinto dalle difese aeree, ma confermano che alcuni velivoli senza pilota sono riusciti a causare incendi nei pressi della stazione di Archeda, nella città di Frolovo. In più, proseguono anche i raid contro le infrastrutture energetiche. Un drone ha colpito un deposito petrolifero a Sochi, provocando un incendio di vaste proporzioni. Altri attacchi si sono registrati negli ultimi giorni nelle regioni di Samara, Ryazan e Krasnodar, in particolare contro raffinerie e impianti di stoccaggio. Operazioni che suggeriscono un ritorno alla «guerra alle retrovie», che Kiev aveva sospeso .Intanto, i rispettivi governi forniscono il bilancio su mezzi e uomini abbattuti. Secondo lo Stato maggiore ucraino, le perdite russe dal 24 febbraio 2022 a ieri ammonterebbero a oltre un milione di soldati: 1.057.140, di cui più di mille nelle ultime ventiquattro ore. Le stime ucraine riportano anche la distruzione di oltre 11.000 carri armati, 23.000 veicoli corazzati, 31.000 sistemi di artiglieria, oltre 1.200 sistemi di difesa aerea e 1.450 lanciarazzi. Questi, invece, i numeri di Mosca: 24.442 carri armati e veicoli corazzati ucraini distrutti, 74.580 droni abbattuti, 28.160 pezzi di artiglieria, 664 aerei e 283 elicotteri eliminati dall’inizio delle ostilità. Numeri che non c’è modo di verificare in modo indipendente.
Beppe Sala (Imagoeconomica)
Claudio Del Monaco (Ansa)