2022-07-10
«Protocolli cambiati in corsa: il test Pfizer sul vaccino ai bimbi andrebbe invalidato»
La patologa britannica Clare Craig (iStock)
La patologa Clare Craig: «Più casi tra gli inoculati che nel gruppo placebo. Il trial non era etico: ai giovanissimi il farmaco non dà vantaggi».Clare Craig, patologa clinica britannica, fa parte del gruppo Hart (Health advisory & recovery team). Mesi fa - anche sulle colonne della Verità - ha lanciato un allarme sull’extra mortalità tra i giovani inglesi, in concomitanza con la campagna di vaccinazioni. Ora, la dottoressa ha aperto un altro fronte, contestando duramente i test clinici della Pfizer sui vaccini per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni.Dottoressa, si è detta «scioccata» dai trial. Perché?«C’erano diversi aspetti dei dati presentati che farebbero vergognare qualsiasi scienziato rispettabile». Addirittura?«Il trial non avrebbe mai dovuto ricevere l’approvazione etica, dato che non c’era alcuna prospettiva di benefici significativi per i bimbi coinvolti e dal momento che ci sono prove abbondanti, negli adulti, del fatto che questi prodotti non sono sicuri al 100%. Eppure, Pfizer è stata autorizzata a procedere e a reclutare 4.500 bambini».I dati cosa rivelano?«Poiché quelli della Pfizer non erano in grado di misurare il beneficio in termini di morti o ricoveri, hanno fissato per conto loro i criteri di successo della sperimentazione».In che senso?«Affermano - ed è vero - che non c’è alcun livello anticorpale di cui sia dimostrata la capacità di proteggere. Eppure, è stato concesso loro di usare il livello di anticorpi come misura del successo del farmaco». C’è altro?«Il trial è fallito in base ai criteri iniziali, ma Pfizer ha deciso di cambiare il protocollo e di aggiungere una terza dose, per provare a spremere a forza un risultato».Sul serio?«E ha ignorato 365 casi di Covid, presentando i risultati di soli dieci casi di Covid dopo la terza dose. Ciò, benché il protocollo, da essa stessa modificato, non specificasse alcuna analisi fino a che non ci sono stati 21 casi. Il fatto che Pfizer fosse preparata a presentare dati così inutili in pubblico, come prova a sostegno del suo prodotto, era già abbastanza scioccante. Che il panel di Fda abbia deciso unanimemente di concedere l’autorizzazione all’uso in via d’emergenza lo è ancora di più».Non c’è un’emergenza?«Questo tipo di autorizzazioni si concede in situazioni in cui c’è il pericolo di conseguenze serie o di morte. Nessuno afferma che il Covid presenti tale rischio per questi bimbi così piccoli».Come mai due terzi dei piccini coinvolti non hanno concluso i test?«Perché, appunto, Pfizer ha cambiato il protocollo quando il piano originale è fallito: 1.500 bambini avevano avuto la terza dose quando i dati sono stati presentati a Fda e, di questi, solo 765 avevano ricevuto il booster a mRna ed erano poi stati seguiti per un mese».Lei ha affermato che Pfizer ha «distorto» i dati.«Ci sono due maniere in cui Pfizer è stata molto disonesta nel raccogliere i dati. La prima è consistita nell’ignorare il 97% dei casi di Covid. Nelle prime tre settimane tra la prima e la seconda dose, si è verificato il 30% in più di casi di Covid nel gruppo dell’mRna, rispetto al gruppo placebo».È un fenomeno indicativo?«Questo andamento è stato osservato ripetutamente, quando quella fase non è stata sottoposta a censura dai ricercatori. E ci sono buone evidenze di immunosoppressione, in quel periodo iniziale dopo la vaccinazione, la quale, dunque, comporta un rischio. Pfizer ha ignorato quei dati».Davvero?«Ha ignorato anche tutti i casi di Covid dopo la seconda dose e nella prima settimana dopo la terza. Dopodiché, ha tratto conclusioni ridicole, basate solo su dieci casi».Prima parlava di un secondo elemento di «disonestà».«Sì: contare solo il primo caso di Covid per ogni bambino. Nove di loro, però, si sono reinfettati dopo la terza dose a mRna. Includere queste reinfezioni avrebbe dato risultati interpretabili in modo molto diverso».Crede che il trial vada invalidato?«Assolutamente. Il trial non era etico sin dal principio. Non c’è niente che indichi un beneficio per i bambini e, anzi, ci sono preoccupanti indizi di danno».Fda non chiederà dati sulla capacità dei vaccini aggiornati di contrastare le nuove sottovarianti di Omicron. È sensato?«Per niente. Ciò dimostra un totale disinteresse per la sicurezza dei pazienti e per la necessità di assicurarsi che il denaro pubblico sia speso per prodotti efficaci. D’altronde, la numero uno di Mhra, l’agenzia del farmaco inglese, ha dichiarato con orgoglio di aver unilateralmente modificato il ruolo del regolatore da “guardiano” a “facilitatore”…».Il fatto è che, in un’audizione con Fda, una dirigente di Pfizer ha ammesso di non poter stabilire se c’è un «correlato di protezione» per i vaccini anti Omicron.«Pfizer cercava un sistema di misurazione che dimostrasse il successo della sperimentazione. Non è difficile provare un incremento nel numero di anticorpi, ma ciò non ha alcun significato, quando non c’è alcun livello d’anticorpi che sia protettivo».No?«In chi è stato infettato, un aumento del livello di anticorpi è il segnale di quell’infezione. Tuttavia, la chiave per un’immunità duratura non deriva dagli anticorpi in sé, bensì dalle cellule T “addestrate”».Dunque, cosa dobbiamo pensare del vaccino aggiornato?«Pfizer è riuscita a innalzare i livelli anticorpali contro Omicron dopo la terza dose, ma solo a circa la metà del livello che c’era per il ceppo di Wuhan. In più, i pazienti più gravi in terapia intensiva erano proprio quelli con i più elevati livelli di anticorpi, per cui anticorpi in aumento non sono per forza una cosa buona. Ci aggiunga, per quanto riguarda i bambini, che il loro sistema immunitario non è come quello degli adulti. È in fase di apprendimento e risponde in modo diverso alle infezioni».Quindi?«Il loro sistema immunitario innato si è rivelato molto efficace, in assenza di vaccinazione, in un momento in cui quasi tutti i bambini sono stati esposti al virus, senza conseguenze negative».Intanto, in Italia, i dati dell’Iss dimostrano che, su un’ampia fascia di popolazione, i vaccini stanno avendo un’efficacia negativa. Com’è la situazione nel Regno Unito?«Le autorità britanniche hanno smesso di pubblicare i dati per status vaccinale da quando è iniziata ad apparire l’efficacia negativa. Quello che si vede dai dati del Regno Unito è che i casi di Covid e persino l’eccesso di morti sono stati più frequenti, di recente, in etnie e in regioni con più alti tassi di vaccinazione».Mesi fa ci siamo sentiti per discutere il problema dell’eccesso di mortalità tra i giovani, in concomitanza con la campagna vaccinale. In Italia, al momento, risulta un’anomalia di circa 500 morti under 40. Ci sono novità in Gran Bretagna?«Il tasso di mortalità tra 15 e 19 anni è tornato alla normalità da quando le vaccinazioni si sono ridotte. Il che mette in risalto la correlazione. Ora abbiamo anche nuovi dati sulle cause dei decessi, che mostrano un ampio aumento dei suicidi, ma anche molte morti per cause sconosciute, o a causa di farmaci».I suicidi che c’entrano?«Non andrebbero sottovalutati: nel trial sugli adolescenti ci sono stati quattro ricoveri per propositi suicidi tra i 1.000 bambini cui era stato somministrato l’mRna, ma zero nel gruppo placebo».Magari non significa nulla.«Un gran numero di suicidi è stato riportato anche nel sistema americano Vaers, che registra gli effetti avversi dei vaccini. Il fatto che non ci sia un’indagine su questi decessi di bambini è vergognoso».