2023-03-13
Crac in California: Londra ai ripari, Bce cieca
L’Inghilterra teme l’onda lunga del fallimento di Silicon valley bank. Mentre Francoforte non cambia linea e alzerà i tassi giovedì. Intanto in Europa si apre la settimana decisiva sulle abitazioni green e sullo stop alla produzione di veicoli con motori termici.Il fallimento di Silicon valley bank potrebbe appesantire ancor di più la spirale negativa che già stanno vivendo i cittadini europei. Il timore arriva tutto da Oltreoceano, con la segretaria del Tesoro, Janet Yellen, che, proprio per evitare un contagio verso il sistema bancario americano, ha già fatto sapere di escludere categoricamente il salvataggio dell’istituto californiano. In un’intervista alla Cbs, la numero uno del Tesoro americano ha spiegato che il governo vuole evitare che il crollo della Silicon valley bank abbia un effetto domino sul sistema bancario Usa. «Vogliamo fare in modo che i problemi di una banca non vadano ad affliggerne altre che sono solide», ha detto. Ai timori di Janet Yellen si sono uniti quelli del cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt. Le imprese britanniche attive nei settori della tecnologia e delle scienze naturali sono a «serio rischio», ha detto. Silicon valley bank, ha spiegato in un’intervista al canale televisivo britannico Sky News, si occupa dei fondi di alcune delle aziende più promettenti del Regno Unito. «La maggior parte delle persone non avrà mai sentito parlare della Svb», ha ribadito, «ma capita che si occupi dei soldi di alcune delle nostre attività più promettenti ed entusiasmanti».La preoccupazione è condivisa anche dal presidente della commissione Esteri alla Camera, GiulioTremonti, che in una intervista uscita ieri sulla Verità, si dice preoccupato perché «la crisi può investire il settore dell’innovazione tecnologica strategico per gli Stati Uniti d’America. Comunque, fuori dal caso specifico della California, nei meccanismi della finanza come rilanciati dopo la crisi del 2008, con il disastroso Financial stability board, c’è una componente crescente di rischio».Il problema, insomma, è che la confusione innescata dal fallimento della prima banca americana dai tempi di Lehman Brothers rischia di peggiorare la situazione in Europa, in un momento in cui si deve discutere di temi importanti come le norme sulle case green e lo stop alla produzione di motori termici. Senza considerare l’aumento dei tassi a cui assisteremo il prossimo 16 marzo, con ogni probabilità e come già accennato dalla presidente della Bce, Christine Lagarde.Insomma, ci sono non poche nubi all’orizzonte delle tasche dei cittadini europei. Anche perché il programma per le tasche degli europei si annuncia molto ricco nei prossimi anni, con inflazione al galoppo e spese future per l’acquisto di un’auto elettrica e per la ristrutturazione di una casa ecosostenibile. Il crollo di Svb, purtroppo, è avvenuto a pochi giorni di distanza dalla plenaria che inizierà oggi a Strasburgo in cui, di fatto, partirà il negoziato fra le tre istituzioni europee (Parlamento, Commissione e Consiglio) che sfocerà nella versione finale del testo da approvare sulle case green. Secondo la proposta di mandato negoziale del Parlamento, tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero a partire dal 2028 per rendere il settore dell’edilizia neutro dal punto di vista climatico entro il 2050. In particolare, gli edifici residenziali esistenti dovrebbero essere classificati, su una scala da A a G in base alla loro prestazione energetica, almeno al livello E entro il 2030, e a quello D entro il 2033. In parole povere, i cittadini saranno obbligati a mettere mano al portafogli per efficientare energeticamente la propria abitazione, la stessa che magari è stata acquistata di recente con un mutuo a tasso variabile schizzato alle stelle in seguito ai recenti aumenti di tassi che la Bce sta portando avanti da diversi mesi. Non meno importante, poi, è il tema dello stop alla produzione di motori termici prevista a partire dal 2035 in Europa. Una decisione che, se confermata, potrebbe tagliare migliaia di posti di lavoro e rappresentare un grande regalo per la Cina, Paese che produce molte delle batterie che già oggi alimentano i veicoli a batteria. Su questo, infatti, l’asse Italia-Germania sta facendo fronte comune. Non a caso, infatti, l’alleanza tra il governo italiano e quello tedesco è riuscita a provocare il rinvio a data da destinarsi del Consiglio europeo, che martedì scorso avrebbe dovuto dare il via libera definitivo a un pezzo importante del piano contro il cambiamento climatico. La riunione doveva essere un passaggio solo formale, dopo il lungo iter della normativa che era stata già approvata dal Parlamento europeo, dalla Commissione e aveva ricevuto l’avallo preliminare del Consiglio stesso. Invece si è deciso di rinviare tutto per evitare una spaccatura in grado di riportare il provvedimento in alto mare. Il dietrofront è maturato sul finire della settimana scorsa, quando ci si è accorti che il fronte contrario aveva i numeri per opporre il veto. Non resta dunque che attendere per capire se la crisi di Svb peggiorerà la situazione già non facile per i cittadini europei. Di certo, giunge in un momento non semplice e denso di decisioni importanti da prendere. Una spirale negativa, insomma, potrebbe essere dietro l’angolo.
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