2023-01-25
Cozzolino scarica ogni colpa su Giorgi. Il legale della Kaili: «Panzeri inaffidabile»
L’eurodeputato dem: «Sapevano tutti che la risoluzione pro Qatar non era roba mia». E comunica la rinuncia all’immunità.Michalis Dimitrakopoulos, avvocato difensore dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, arrestata il 9 dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate in un’intervista alla tv ellenica Kontra ha evocato un imminente allargamento dell’inchiesta. Il difensore dell’eurodeputata greca è infatti tornato sul pentimento dell’ex collega della Kaili, Pier Antonio Panzeri, che secondo il legale della donna ieri doveva essere sentito per la prima volta in qualità di testimone: «Stanno arrivando messaggi e notizie secondo cui fornirà i nomi di eurodeputati di Germania, Francia, Italia e Belgio. Per quanto riguarda i greci, non posso escludere nulla, soprattutto perché è un periodo pre-elettorale».Dimitrakopoulos, che la scorsa settimana ha accusato le autorità belghe di «tortura» nei confronti della sua assistita, ritiene che Panzeri abbia fatto un accordo ad alto rischio: «Gli hanno detto che rimarrà in carcere per un anno, ma che darà loro i nomi che vogliono». Ma, secondo il legale, Panzeri agirebbe non tanto per garantire sé stesso, quanto per proteggere la moglie Maria Dolores Colleoni e la figlia Silvia, entrambe agli arresti in Italia, in attesa di essere estradate in Belgio.Secondo Dimitrakopoulos, Panzeri «ora è completamente inaffidabile, e tutto ciò che gli interessa è salvare sua moglie e sua figlia, e qualsiasi cosa gli diano, lui firmerà» e l’accordo stipulato dall’ex eurodeputato originario di Riviera d’Adda con le autorità belghe sarebbe destinato a sgretolarsi, perché «ci saranno forti reazioni da parte delle persone che Panzeri accuserà». Per Dimitrakopoulos ci sarebbero già due europarlamentari, Marc Tarabella e Andrea Cozzolino, pronti a fare dichiarazioni su fatti relativi a Panzeri, che lui stesso avrebbe finora nascosto. Una fonte vicina alla vicenda ha dichiarato al portale internet Euractiv che, secondo l’accordo, Panzeri deve dire tutta la verità alle autorità giudiziarie belghe senza nascondere nulla e che in caso contrario, non solo «romperà l’accordo», ma sarà anche accusato di «influenzare il corso della giustizia».Proprio ieri Cozzolino, sentito dalla commissione Affari giuridici del Parlamento europeo, ha iniziato a difendersi nel merito, iniziando con la rinuncia all’immunità: «Dichiaro formalmente di rinunciare all’immunità parlamentare riconosciutami dalla legge, per consentire quanto prima e quanto più in profondità l’accertamento dei fatti e della verità, per sollevare i colleghi dalle ambasce di una decisione su cui grava il peso di un’opinione pubblica incalzante rispetto alla quale si sono colti la fragilità e l’imbarazzo delle istituzioni politiche europee». Durante le sue dichiarazioni Cozzolino ha sostenuto che «Il testo della mail inviata dal mio indirizzo di posta elettronica è stato diffuso in totale autonomia e senza il mio preventivo assenso dal mio ex collaboratore Francesco Giorgi», riferendosi al messaggio di posta elettronica che invitava tutti i colleghi socialisti a votare contro una risoluzione del Parlamento europeo di condanna dell’emirato per gli episodi di abusi e corruzione registrati nel corso della preparazione della Coppa del mondo di calcio che si è svolta lo scorso dicembre. La manomissione della mail, secondo l’eurodeputato, sarebbe un fatto «noto anche ai colleghi della delegazione parlamentare, ai quali lo dissi in occasione dell’assemblea plenaria di dicembre a Strasburgo». Ricordiamo che Giorgi, che è anche il compagno della Kaili, prima di diventare l’assistente di Cozzolino, svolgeva lo stesso ruolo per Panzeri. L’ex capo della delegazione del Parlamento europeo per i Rapporti con il Maghreb ha inoltre detto di non aver «mai ricevuto somme di denaro, né direttamente né indirettamente, né in contanti né con trascrizioni finanziarie, né per me né per qualsivoglia associazione, fondazione, ong, impresa o persona fisica». Secondo Cozzolino il sospetto nei suoi confronti «è basato sul fatto che Giorgi lavorasse alle mie dipendenze, essendo stato in precedenza assistente di Panzeri». Secondo l’eurodeputato dem «è prassi dei membri di questo Parlamento, come di tanti parlamenti nazionali, assumere come propri collaboratori funzionari accreditati dall’aver collaborato nelle precedenti legislature con altri deputati, non più rieletti o non più ricandidati». E Giorgi, al momento della sua assunzione sarebbe stato «ritenuto» tra i «più brillanti giovani funzionari di Bruxelles» grazie anche al fatto che «poteva vantare anche una importante rete di relazioni istituzionali». Mentre Panzeri «dal cui ufficio egli (Giorgi, ndr) proveniva, era tra i più stimati parlamentari italiani uscenti, essendo stato in carica per tre legislature consecutive, dal 2004 al 2019».Il voto della commissione giuridica sulla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare a Cozzolino e a Marc Tarabella è fissato per martedì prossimo, 31 gennaio. Il parere verrà poi trasmesso alla plenaria del 13-16 febbraio dell’Eurocamera, chiamata a esprimersi con il voto finale.
(Ansa)
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