2022-09-21
Effetti avversi di Ffp2 e lockdown: bimbi più esposti a virus e batteri
Le restrizioni anti Sars-Cov-2 hanno indebolito il sistema immunitario dei più piccoli. Pediatri in apprensione per le malattie respiratorie in inverno. Già si moltiplicano i casi di streptococco: «C’è rischio di danni al cuore».Sarà un inverno in cui tra i bambini vedremo circolare tanti virus respiratori, che nulla hanno a che fare con il Covid. Senza allarmismi, quelli da pandemia hanno sfiancato la popolazione, ci dobbiamo aspettare focolai anche importanti perché l’immunità è calata a forza di mascherine, di lockdown innaturali, però terminata l’emergenza «i microrganismi non stanno ad aspettare. Ne approfittano e provocano patologie anche gravi», aveva dichiarato poche settimane fa alla Verità Gian Vincenzo Zuccotti, preside della facoltà di medicina dell’Università statale di Milano e direttore del reparto di pediatria dell’ospedale dei bimbi Vittore Buzzi. Confermano la preoccupazione per la salute dei più piccoli nei prossimi mesi Fabio Midulla, presidente della Società italiana malattie respiratorie infantili (Simri), e Raffaella Nenna del dipartimento materno infantile e scienze urologiche dell’università Sapienza di Roma. In un articolo pubblicato su Pediatria ricordano che «a settembre-ottobre 2021, si è assistito ad uno straordinario numero di casi di bronchiolite», perché «l’immunità della popolazione nei confronti del virus respiratorio sinciziale (Vrs)», principale responsabile dell’infezione che colpisce il sistema respiratorio dei più piccoli, così la capacità di resistere agli agenti patogeni che causano l’influenza, sono diminuite «data la ridotta circolazione dei virus negli ultimi due anni». Chiusi in casa, senza potersi infettare con i virus stagionali, in piccolissima percentuale sono stati contagiati dal Covid in maniera sintomatica ma, una volta usciti dall’isolamento, è esplosa la loro fragilità verso altro. Pure adesso sta capitando, e non si tratta solo di bronchioliti, come fa sapere Claudio Giorlandino, direttore scientifico del Centro di ricerche Altamedica. Il medico spiega che nei loro centri arrivano molti bambini «in età scolare o prescolare con sintomatologia aspecifica il più delle volte riferibile a tracheo faringiti, con o senza aumento di temperatura corporea», che risultano negativi al Covid ma positivi allo streptococco beta emolitico di gruppo A. Un test effettuato con il consenso dei genitori, e che permette di individuare l’infezione provocata da questo batterio a carico delle prime vie aeree, cioè tonsille, adenoidi, gola ma anche di altre cavità associate quali seni paranasali, orecchio, quando non si diffonde in altre parti del corpo. «lo streptococco è responsabile, tra il 3 ed il 5% dei casi, dell’insorgenza di una febbre reumatica», spiega lo specialista, e tra questi «oltre 1/3 svilupperà sequele cardiologiche anche molto severe, come una endocardite od una miopericardite». Servono diagnosi e terapie tempestive, occorre soprattutto identificare la presenza del germe con uno specifico tampone, così come è stato fatto negli ambulatori di Altamedica, dove è emerso che circa un quarto dei bambini era portatore dell’infezione da streptococco beta emolitico di gruppo A. «Se una analoga percentuale di positivi fosse confermata nel nostro Paese nei prossimi mesi, in tutti i bambini con gli stessi sintomi, sarebbe terribilmente grave non prendere in considerazione diagnosi differenziali», afferma Giorlandino. Avverte: «Sarebbe un’imperdonabile negligenza e imprudenza non riconoscerli e trattarli, solo perché oramai si pensa solo a escludere il semplice Covid». Già è stato perso tempo prezioso, che doveva essere impiegato per cure e prevenzioni fondamentali. «Durante la pandemia si sono trascurate coperture vaccinali importanti nell’età pediatrica e non sappiamo quali effetti avremo nei prossimi mesi», segnala il professor Zuccotti, sottolineando che «quando calano le vaccinazioni, non è facile recuperare il tempo perduto, soprattutto con centri vaccinali che hanno altro carico di lavoro». Lo scarso anno, le urgenze e i reparti di pediatria ebbero grossi problemi a fronteggiare l’ondata di bronchioliti. «Potrà accadere pure con le malattie da pneumococco», invasivo (Ipd) che sono prevenibili con la vaccinazione, spiegava Zuccotti, così come si è registrato nel Regno Unito. Troppa attenzione rimane, invece, inutilmente concentrata sulle varianti Sars-Cov-2, da contrastare solo a colpi di vaccinazioni e doppi richiami, come inducono a fare ministero della Salute e Agenzia italiana del farmaco. Dicono di seguire le indicazioni dell’Ema, il cui Comitato per i medicinali a uso umano, (Chmp) ha raccomandato di autorizzare l’uso di Comirnaty come dose di richiamo anche per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, in realtà sono così asserviti al vaccino anti Covid che vorrebbero inoculare, a più riprese, pure i lattanti. La salute dei più piccoli non è mai stata una loro vera preoccupazione, basti pensare quanto li hanno sacrificati con odiosi bavagli a scuola e nella vita sociale. «Si è ridotta enormemente la resistenza immunologica nei bambini a causa del prolungato e ingiustificato uso di mascherine che ha danneggiato le mucose dell’apparato aereo superiore ed ha impedito le micro esposizioni ad antigeni infettivi che, in genere, attivano ed amplificano la risposta immunitaria già sulla superficie del cavo orale», segnala invece oggi Claudio Giorlandino.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)