2021-08-12
Covid artificiale, Montagnier aveva ragione
Luc Montagnier (Ulf Andersen/Getty Images)
Lo scopritore dell'Hiv disse subito che il Sars-Cov-2 era nato nel laboratorio militare di Wuhan e non al mercato. Il mondo dovrebbe fare «mea culpa». E ascoltare la lezione del professore: vaccinare non è tutto, esistono altri farmaci efficaci e a prezzo più basso.Non parlo benissimo l'inglese, non sono mai andata molto oltre. I vantaggi sono: cavarmela in Corsica e in Svizzera romanda, poter leggere i Miserabili in versione originale e soprattutto poter seguire Luc Montagnier, che difficilmente i media italiani si prenderanno il disturbo di tradurre. Luc Antoine Montagnier è un medico, biologo e virologo francese presidente della fondazione mondiale per la ricerca e prevenzione dell'Aids, docente all'Istituto Pasteur di Parigi che ha diretto. Nel 1983 ha scoperto il virus dell'Hiv, insieme con il ricercatore Françoise Barré-Sinoussi: ai due è stato assegnato per questo il premio Nobel per la medicina nel 2008. Quando l'infida bestiola coronavirus Sars-Cov-2 è presentato al mondo, il professor Montagnier ha affermato che si trattava di un virus ingegnerizzato. Secondo il professore, il luogo di origine del disastro non era l'innocente mercato del pesce di Wuhan, dove vengono serenamente venduti e mangiati pipistrelli diversi da quelli da cui dovrebbe essere nato il virus, bensì il laboratorio militare che ha sede nella stessa città e che potrebbe avere molto a che fare anche con la Sars 1 del 2003. Ricordiamo, tanto per non dimenticare, che le due menti eccelse di Burioni Roberto e Conte Giuseppe avevano usato termini molto brutali e offensivi per chi osasse pensare che il virus non era naturale.Queste affermazioni furono accolte da incredibili risate, e il professor Montagnier fu trattato da semianalfabeta, o perlomeno da semianalfabeta di ritorno: grande in passato ma ammaccato dall'età. Adesso si è praticamente ufficializzato il fatto che il virus è ingegnerizzato, cioè artificiale. In questa incredibile rissa su costituzioni e diritti elementari travolti e annientati da passaporti di vezzoso color verde, che il virus sia ingegnerizzato è passato praticamente sotto un signorile silenzio. Sarebbe una cafonata imperdonabile, una scortesia incredibile presentare una modesta richiesta di risarcimento a una nazione, la Cina, svagata e disattenta madre del disastro. Il Pil di Pechino sta putacaso volando, mentre quello di tutte le nazioni colpite dalla cosiddetta pandemia sta, putacaso, agonizzando. Se digitate su Internet le parole Leonardo, Wanda e coronavirus, arriverete al documentario trasmesso su Rai 3 dove si dimostra che nel laboratorio della sfortunata cittadina si ingegnerizzavano i coronavirus di pipistrello già nel 2014 e scoprirete che già nel 2014 molti scienziati erano terrorizzati da questa pratica. Eppure, nessuno fa interrogazioni parlamentari e nessuno convoca l'ambasciatore cinese. In realtà ogni famiglia che ha perso un congiunto per Covid, ogni persona che è stata malata, ogni impresa che è stata danneggiata economicamente avrebbe il diritto di chiedere un risarcimento alla Cina. Quindi funziona così: da una cittadina dove esiste un laboratorio militare in cui, ufficialmente, si ingegnerizzano i coronavirus di pipistrelli, scappa un coronavirus che fa disastri, un po' spontaneamente e un po' grazie una gestione assurda, e tutto quello che il mondo dice è: bene, non importa, può capitare.L'altra cosa che sta volando sono le azioni delle case farmaceutiche produttrici dei cosiddetti vaccini e le azioni di tutti i giganti della comunicazione informatica: Google, Apple, Facebook, Amazon, Twitter. Le stesse finanziarie che hanno il controllo delle prime hanno il controllo anche delle seconde. In effetti i giganti della comunicazione informatica stanno censurando qualsiasi notizia a favore di terapie domiciliari valide e qualsiasi critica al vaccino.Qualche critica ai vaccini le sta facendo il professor Montagnier e le trovate a questo link: www.francesoir.fr/societe-sante/une-erreur-strategique-qui-impacte-lavenir-de-lhumanite-appel-du-pr-luc-montagnier. Eccone alcune.«Questo è un appello ai leader che stanno promuovendo nel loro Paese e a livello internazionale una vaccinazione di massa per la prevenzione della diffusione del coronavirus Covid-19. Sulla base di dati ancora sperimentali, hanno consentito e incoraggiato campagne di vaccinazione di massa con nuovi tipi di vaccini. Questi vaccini trasportano una parte dell'Rna del virus che codifica per la sua proteina di superficie permettendo il suo attaccamento alle cellule bersaglio. I produttori di questi vaccini hanno ingenuamente creduto e fatto credere che gli organismi iniettati avrebbero sviluppato una forte risposta anticorpale neutralizzando questa proteina di superficie e quindi prevenendo la trasmissione del virus. I fatti però contraddicono questa speranza: i vaccini Pfizer, Moderna, Astrazeneca non impediscono la trasmissione del virus da persona a persona e i vaccinati trasmettono quanto i non vaccinati».«Pertanto», prosegue Montagnier, «la speranza di una “immunità collettiva" attraverso un aumento del numero dei vaccinati è del tutto vana. La spiegazione di questo fallimento è semplice: l'elevata capacità di mutazione del virus legata alla sua elevata trasmissibilità consente la selezione di varianti resistenti al vaccino. È una gara in cui il virus avrà sempre un vantaggio. Dobbiamo abbandonarlo e rifiutare la vaccinazione obbligatoria, in particolare il personale medico che è già ben informato sugli effetti collaterali dei vaccini attuali».«Offro alle autorità soluzioni di risparmio», dice il professore. Eccole: «Primo, vaccinazione con un vaccino che genera una forte immunità cellulare di tipo T come il Bcg, vale a dire la vaccinazione antitubercolare, e infatti i Paesi che praticano questa vaccinazione hanno una bassa incidenza di Covid-19. Secondo, il trattamento precoce dell'infezione con ivermectina e antibiotico batterico perché c'è un cofattore batterico che amplifica gli effetti del virus». L'antibiotico che funziona meglio è l'azitromicina. L'ivermectina esiste in Italia solo per uso veterinario e il ministro Roberto Speranza si è precipitato e a rendere difficilissimo il suo uso umano. A questo punto è evidente che l'ultima cosa da fare è mettere una obbligatorietà di fatto a sieri che hanno una grandissima quantità di effetti collaterali anche mortali, al momento clamorosamente sottostimati, che si aggiungono a una non calcolabile quantità di effetti secondari a lunga distanza che non conosciamo ancora, che servono a combattere una patologia che si cura benissimo con farmaci di bassissimo costo. Importante è avere un amico veterinario che faccia la ricetta per l'ivermectina.Lo zuzzurellone di turno spiega che non bisognerebbe pagare le cure ai non vaccinati casomai abbiano bisogno dell'ospedale. Alcuni hanno fatto osservare che noi paghiamo le cure per i malati di cancro che si ammalano dopo aver fumato, per i malati di Aids che hanno frequentato dark room, e per i malati di epatite A che hanno frequentato i Pride (l'Istituto superiore di sanità ci informa che dopo queste bizzarre manifestazioni si hanno picchi di epatite A, che, per coloro che non fossero informati, è un virus oro-fecale).Il concetto sarebbe che l'assenza di Stato, pagata a tutti, assiste anche i responsabili. Non sottoporsi all'inoculazione del vaccino è al contrario una scelta altamente responsabile, è una scelta completamente etica. Ricevo telefonate disperate di persone che sono costrette a subire l'inoculazione nei loro corpi di una sostanza che non vogliono, che trovano ripugnante. Vorrei approfittare di questa tribuna per esprimere la mia assoluta disistima ai sindacati italiani, assolutamente certi che ci siano cose più serie del diritto al lavoro e al diritto sul proprio corpo: gli smalti per uomo di Fedez. Ricevo anche telefonate di persone che hanno danni gravi da vaccino, che oltretutto non sembrano reversibili. Ho conservato le mail e i nomi: sono in grado di testimoniare.
Alberto Stefani (Imagoeconomica)
(Arma dei Carabinieri)
All'alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, con il supporto operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantacinquenne bengalese ed hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania che, utilizzando in maniera fraudolenta il Decreto flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando false proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti. L’associazione, oggi disarticolata, era strutturata su più livelli e si avvaleva di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create in vista dei “click day” oltre che di di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi. Si servivano di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.
I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, considerando che ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme consistenti. Non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria «miniera».
Nel corso delle indagini nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti hanno eseguito un intervento a Pescara sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.
Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, da anni, è impegnato nel fronteggiare su tutto il territorio nazionale il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, fenomeno strettamente collegato a quello dello sfruttamento lavorativo.
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